Santa Cecilia, No Erotismo Musicale

Arte, Cultura & Società

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Nel MedioEvo, una serie di norme tratte dalla tradizione monastica vengono a condizionare atteggiamenti e postura delle donne , non ridere ma sorridere, non spalancare gli occhi ma tenerli bassi e socchiusi, piangere senza far rumore e non agitare le mani, evitare il vino e il cibo eccessivo, le pietanze troppo calde e speziate , se la donna sposata deve trovare un giusto equilibrio alimentare la religiosa e la vedova possono spingersi oltre nella mortificazione della carne e praticare anche il digiuno.

Durante il Rinascimento la donna italiana aveva cominciato a leggere troppo, la Controriforma agì con lo scopo dichiarato di respingerla nell’ignoranza: un dono caro a Dio; l’arte di conversare era tenuta in grande considerazione, sull’onda del Cortegiano il popolarissimo libro scritto da Baldassare Castiglione. La musica che veniva insegnata a tutte le ragazze doveva cessare d’essere un pretesto per danzare ad amoreggiare, in particolare il liuto a cui venivano attribuiti poteri afrodisiaci doveva essere accantonato essendo simbolo di sessualità, cultura e amore fisico.

I pittori spesso ingaggiati  dai ricchi religiosi, usavano sempre immagini allegoriche e codici di rappresentazione per le scene a sfondo  sessuale, che la Chiesa voleva ignorare, soprattutto gli strumenti musicali preoccupavano dato che istigavano a feste, ballo e trasgressione. 

Artemisia Gentileschi, Santa Cecilia suona il liuto

 Le artiste ribelli non si adeguarono subito e Sofonisba Anguissola nel proprio ritratto volle rappresentarsi alla spinetta, Artemisia Gentileschi scelse il liuto, che al pari della spinetta era una metafora dell’amore carnale.

La Chiesa però stanca di immagini che potevano stimolare pensieri illeciti proprio nei luoghi di culto, prese una decisione tranciante  associando la musica alla devozione di una santa e cambiando destinazione all’immaginario erotico dei fedeli.

Santa Cecilia sale allora sugli altari di Trastevere, divenenta patrona dei musicisti e Raffaello la raffigura come una dea al di sopra di ogni tentazione umana.

 

Santa Cecilia di Raffaello

Umberto Palazzo

Editorialista de Il CorriereNazionale.net

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