Una grande enfasi intorno al nucleare offshore con echi entusiastici anche, a Cernobbio due mesi fa. Accordo tra Saipem e la società Newcleo , per la costruzione di una centrale nucleare offshore.
Programma per la costruzione di 20 SMR, che forniranno il 10% del fabbisogno elettrico.
Niente di innovativo come si vuole intendere ! Spiace deludere, ma gli Stati Uniti hanno lanciato la prima centrale nucleare galleggiante cinquant’anni fa, la Russia ha iniziato il proprio progetto di costruzione nel 2000 e quattro anni fa la Cina, per lo sviluppo di due reattori nucleari per piattaforme marine, uno per ciascuna delle due grandi società nucleari del paese: Il China General Nuclear Power Group, che sviluppò un piccolo reattore modulare con una capacità di generazione di 200 megawatt.
Nel frattempo, la China National Nuclear Corporation lavorava sul reattore, versione marina del suo ACP100, della potenza di 100 megawatt (mille chilowatt).
I cinesi usano il nucleare galleggiante per fornire energia alle piattaforme di perforazione, per costruire e gestire isole artificiali che la Cina sta costruendo in cima alle barriere coralline, nel tentativo di assicurarsi la rivendicazione di una vasta area del Mar Cinese Meridionale.
L’estrazione di combustibili fossili e la conquista marittima non sono gli unici usi potenziali per le centrali nucleari galleggianti. Potrebbero eventualmente essere utilizzati come fonti di energia per nazioni insulari, aree costiere remote, impianti di desalinizzazione e forse anche città costiere dove la domanda di energia è in aumento.
Gli USA hanno usato i reattori nucleari per le navi oceaniche. La prima verifica si è avuta con il sottomarino USS Nautilus nel 1955. Gli Stati Uniti sono stati il primo paese, a costruire una centrale nucleare galleggiante, la USS Sturgis, che è stata varata nel 1943 come nave da trasporto della Marina. Le prime due centrali nucleari galleggianti russe, l’Akademik Lomonosov, è equipaggiato con due reattori da 35 megawatt.
IL secondo impianto è a Vilyuchinsk, una città sulla penisola di Kamchatka, Una centrale nucleare galleggiante sarebbe probabilmente al sicuro dai terremoti, ma le tempeste potrebbero essere una minaccia .In caso di incidente nucleare, un impianto offshore avrebbe a disposizione molta acqua di raffreddamento.
Una centrale nucleare galleggiante potrebbe non avere accesso all’energia di riserva fuori sede e sarebbe più difficile contenere eventuali rilasci radioattivi rispetto, a quando si verifica un incidente in una centrale terrestre. Un reattore guasto potrebbe finire per essere abbandonato in mare, come è successo a sette sottomarini nucleari sovietici. Sebbene le centrali elettriche galleggianti possano sembrare presentare interessanti opportunità economiche, sia per i siti che non dispongono di energia a prezzi accessibili sia per le entità che vendono gli impianti, comportano anche gravi rischi. Come descritti da Bennett Ramberg, autore del libro “ Nuclear Power Plants as Weapons for the Enemy: An Un recognized Military Peril”, dice “Le centrali elettriche possono essere collocate su grandi laghi, mari interni o oceani, su piattaforme galleggianti circondate da frangiflutti, su navi galleggianti ancorate al fondo marino, su isole artificiali, o addirittura sottomarino. Tuttavia, ci sarebbero costi di trasmissione più elevati per i reattori, costi di costruzione unici ed esposizione a pericoli come collisioni navali, esplosioni accidentali e bombardamenti navali”.
La variante italiana è rappresentata da SMR (reattori modulari nucleari) offshore.
Fare lobbyng su una massa di decisori, che prevalentemente si dividono in asini e affaristi, comporta l’accaparramento di ingenti flussi finanziari per la ricerca.
Questo l’accordo di ENI con Newcleo, una start up, che sviluppa piccoli reattori da 200 MWe ( 200 mila chilowatt. La reale potenza è pari a 600 mila Kw) , e usa come combustibile il MOX (combustibile misto uranio e plutonio) .
A Cernobbio presentato lo studio: “Il nuovo nucleare in Italia per i cittadini e le imprese: il ruolo per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività’, realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group cioè le industrie soprattutto di settore.
Nessun nuovo nucleare considerato, che il processo di generazione dell’energia è l’antica fissione (bombardare un nucleo di uranio che si rompe in nuclei più leggeri ed energia). Falso che le emissioni di CO2 sono zero .
Lo sono nella generazione di energia ma non quella legata , in gran parte al settore dei combustibili nucleari (estrazione, trasporto, trasformazione) . Si stima che le emissioni di CO2 sono pari a 20/90 grammi di CO2 per Kwh (chilovattora) . IL combustibile utilizzato è il MOX (Mixed Oxide Fuel) una miscela di ossidi di uranio impoverito e plutonio, lo stesso usato nel reattore 3 di Fukushima .
Gli impianti che producono MOX si trovano in Francia , Gran Bretagna, Giappone e Russia.
I costi del MOX sono superiori a quelli del combustibile tradizionale, l’uranio a basso arricchimento (LEU.
IL Rapporto del MIT (Massachusetts Institute of Technology ,una delle più importanti università di ricerca del Mondo) di anni fa valutava il MOX quattro volte più caro del LEU).
IL nucleare di IV generazione non esiste! Leggete il Rapporto 2023 del consorzio Gif (Forum internazionale per la IV generazione) cui aderiscono 13 paesi più l’Euratom (rappresenta i 27 Paesi UE) Argentina, Brasile, Francia, Giappone, Corea del sud, Sud Africa, Svizzera, Inghilterra, Stati uniti.
L’obiettivo è la ricerca di nuove tecnologie che siano intrinsecamente sicure, producano meno scorie e che siano convenienti economicamente. La ricerca mira a una sicurezza intrinseca assicurata da forme di autospegnimento dei reattori, quando essi finiscano in situazioni critiche; le scorie prodotte poche ed evitare di essere usare per scopi militari;. Infine nuove tecnologie , che comportano basso costo di gestione necessario perché l’energia nucleare finora prodotta ha avuto in realtà costi elevatissimi, quando si mettano nel conto anche le spese di smantellamento delle centrali obsolete (il cosiddetto decommissioning) e quelle di deposito e trattamento delle scorie. Infine l’energia nucleare oggi rappresenta meno del 7% dell’energia necessaria globale. Produce solo energia elettrica che è un po’ di più di un quinto del bilancio energetico italiano ma gli scostamenti sono minimi con gli altri Stati. Non ci libereremmo delle fonti fossili e il Mox dovremo acquistarlo !