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Le chat conquistano sempre più il mondo digitalizzato e chatbot sempre più umanizzate

Parole di origine anglossassone come chat e chattare conquistano la lingua italiana entrando pure nei dizionari a indicare un uso abituale soprattutto grazie alla diffusione dello smartphone oramai divenuta la nuova appendice degli umani.

 

Movimenti della mano grazie al pollice opponibile (da Nati per Cambiare Amazon Kindle)

La nostra mano senpre pronta a cliccare sul touchscreen ci fa restare in un contatto a distanza con amici, parenti e colleghi. Centinaia di migliaia di anni fa, era stato il pollice opponibile a farci fare il salto di tecnologico grazie a una precisione della presa e fabbricazione di schegge che determinavano il cambiamento. Il pollice opponibile ha aumentato notevolmente le abilità manuali, consentendo di cucire, assemblare strumenti di caccia o di lavoro e dare una maggiore sensibilità alla mano che è stata collegata a un’area cerebrale di maggior efficienza e dimensione.

Oggi è soprattutto il nostro indice a sottolineare una padronanza della nuova tecnologia anche per i meno giovani, a volte isolati da una società sotto pressione. Impossibile non chattare per le mamme con la scuola, le amiche e figli in libera uscita  o tra colleghi nei gruppi di lavoro che dilagano grazie a Wattsapp o Telegram e ci fanno compagnia con notifiche a tutte le ore.

La chat però non è solo con mano umana poichè avanzano implacabili le più evolute chatbot.

 

 

Anziani in chat con lo smartphone I.A. photo

I chatbot esistono dal 1966 quando l’informatico statunitense di origine tedesca Joseph Weizenbaum (1923-2008), realizzò il programma per computer ELIZA che riusciva a dare la sensazione all’iterlocutore di chattare con un essere umano, le voci robotizzate riuscivano a interagire così bene che qualcuno apriva con il robot un dialogo surreale, altri assistenti vocali sono stati lanciati sul mercato con successo qualche anno fa.

 Siri di Apple nel 2011, seguito da Cortana di Microsoft, nel 2014, e da Alexa di Amazon nel 2015. Questi personal assistant, assistenti personali, come vengono spesso chiamati oggi, sono in grado di rispondere alle domande e di portare a termine compiti semplici. «Alexa, che tempo fa?» o «Ehi, Siri, imposta la sveglia alle sette di domani mattina.»

Tramite investimenti miliardari e addestramento di Computer potentissimi si è giunti a ChatGPT,  una chatbot che significa sistema tecnico (robot) con il quale è possibile chiacchierare (to chat, in inglese). GPT è l’acronimo di Generative Pretrained Transformer che tradotto letteralmente significa trasformatore generativo preaddestrato. Si tratta di una rete neurale che in virtù della propria struttura è in grado di utilizzare il linguaggio in modo simile agli esseri umani.

La tecnologia aiuterà sempre più la socializzazione, uno dei parametri di Longevità più importanti, ma si dovrà pure prestare molta attenzione agli inganni possibili.

Umberto Palazzo

Editorialista de IlCorriereNazionale.net

Chatbot I.A. photos

 

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