Un fatto inquietante che, sul quale indagare con grande competenza e rigore.
La contaminazione da plutonio di un operaio nell’impianto IPU di Casaccia. IPU è l’acronimo di Impianto Plutonio che, si trova presso il Centro Ricerche Casaccia (Roma).
Nell’impianto IPU si sono svolte , per 22 anni attività di ricerca tecnologica sulla produzione degli elementi di combustibile nucleare cioè del materiale , in grado di sviluppare una reazione detta di fissione nucleare.
Si intende con questa ultima espressione la capacità di elementi come l’uranio e il plutonio, posti in un reattore nucleare di“ rompersi”, in nuclei più leggeri , chiamati prodotti di fissione che possiedono una grande quantità di energia usata , per produrre elettricità. Dal 1990 cioè dalla chiusura del programma nucleare italiano, le attività di ricerca sono state interrotte e , materiale altamente radioattivo come il plutonio mantenuto , in sicurezza negli impianti , a tutela della popolazione e dell’ambiente.
Dal 2003 l’impianto viene gestito dalla SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari) che , ha come obiettivo la bonifica ambientale del sito IPU. Le operazioni di smantellamento, realizzazione di due aree di stoccaggio , dei materiali potenzialmente allontanabili e bonifica sono in corso.
IL plutonio non esiste in natura , ma è generato come combustibile radioattivo nei reattori che producono energia nucleare. IL Plutonio è l’elemento oggi più usato nelle bombe nucleari e caratterizzato dalla maggior radioattività. Dimezza la propria radioattività dopo, 24 mila anni ed è la sostanza più pericolosa presente sul pianeta. Un milionesimo di grammo di plutonio inalato, causa un sicuro cancro al polmone.
Sei kg di plutonio erano contenuti nella bomba che, rase al suolo Nagasaki provocando 80 mila morti e decine di migliaia di ammalati colpiti dalle radiazioni. Una delle vie principali di contaminazione è l’inalazione di particelle di plutonio, che possono depositarsi nei polmoni.
Sono avvenuti diversi incidenti da contaminazione plutonio , negli Stati Uniti e in Unione Sovietica, in alcuni casi con conseguenze letali.
La manipolazione incauta di una sfera di plutonio, di 6,2 kg procurò un’esposizione letale allo scienziato Daghlian a Los Alamos nel 1945 causandone la morte quattro settimane dopo. Ancora a Los Alamos 70 anni fa , durante un processo di purificazione del plutonio, si formò una massa critica in un reattore, causando la morte di un operatore. Incidenti simili sono avvenuti anche, in Giappone e in altre nazioni. Alcuni parlamentari hanno presentato una interrogazione al Ministro dell’Ambiente sulla contaminazione a Casaccia , chiedendo al Ministro di rispondere in aula.
L’Ispettorato sulla Sicurezza Nucleare ha comunicato che, sono in atto accertamenti per chiarire quanto accaduto giovedì scorso. Questo il comunicato dell’Autority: ” Dopo una prima ispezione, programmata una seconda fase di verifiche presso l’impianto. L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, ISIN sta seguendo con la massima attenzione il caso di contaminazione registratosi presso l‘impianto PLUTONIO del Centro di Casaccia, presso Roma, che ha coinvolto un lavoratore in servizio” . L’ISIN, nell’immediatezza della contaminazione, ha effettuato una prima ispezione nell’impianto e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili dell’impianto sulla dinamica di quanto accaduto. Parallelamente, sta seguendo l’evolversi della vicenda, che sembra al momento non prefigurare conseguenze severe .” Nella interrogazione parlamentare si chiede anche di conoscere se la popolazione è stata interessata al rischio di contaminazione .
Tutto questo accade mentre il silenzio totale avvolge Ministro Ambiente e, la decisione sullo stoccaggio delle scorie nel deposito unico nazionale.
Intanto continuiamo a pagare i francesi di Orano e gli inglesi di NDA, per la conservano delle scorie del nucleare italiano del secolo scorso.
IL ministero dell’ambiente ha la massima responsabilità nel non scegliere il luogo , dove sarà costruito il deposito unico per le scorie nucleari.