Qualcuno l’aveva detto

Politica

Di

Certo, ed era qualcuno importante: il figlio del barone di Montesquieu, appassionato di studi giuridici come tutta la sua famiglia, già consigliere del Parlamento di Bordeaux a 25 anni. Divenne poi molto apprezzato (malgrado gli attacchi di gesuiti e giansenisti) e famoso anche nella contemporaneità se nel 1992 è stato a lui dedicato un asteroide.

Il suo ideale era che il potere politico e l’ordine giudiziario potessero proteggere la vita dei cittadini assicurando libertà e giustizia.

Fra le cose dette da una delle figure preminenti dell’Illuminismo, particolare rilievo è stato attribuito alla famosa Teoria della separazione dei

tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario.

Ne aveva già parlato Platone circa ventitré secoli prima, già allora preoccupato di evitare la tirannide e consolidare la libertà. Del resto, sappiamo bene quanto il pensiero filosofico della Grecia antica abbia influenzato la crescita della civiltà occidentale, e tutti noi ne siamo infatti  debitori.

Montesquieu quindi nel XVIII sec. ribadisce il concetto, elaborandolo alla luce del pensiero illuminista in riferimento alla divisione dei poteri dello Stato e alla necessità di separare le competenze fondamentali dello stesso, affinché nessuno dei tre poteri possa prevalere sull’altro.

Da allora, molto tempo è trascorso e il principio è stato applicato in ogni paese occidentale, Italia compresa.

Purtroppo però nel corso del ‘900 nel nostro Paese si sono spesso verificate circostanze in cui non è stato seguito quel principio, e anche dopo la metà del secolo: per esempio, dopo gli anni ’70 e a seguire.

Sarebbe interessante approfondire i perché, ma lasciamo l’indagine agli analisti della politica.

Di sicuro sappiamo che a tutt’oggi fra le due principali componenti dello Stato, magistratura e politica, non solo non corre buon sangue ma l’influenza della prima sulla seconda è a detta di tutti perlomeno eccessiva.

Il risultato di questo stato di cose è che la democrazia ne soffre e con lei il Paese e, in definitiva, i cittadini.

Riuscirà o no questa nostra Repubblica a trovare un suo equilibrio in tale situazione? Personalmente spero e credo di sì: se ci sono riusciti altri Paesi occidentali, perché noi no?

Quindi rimango fiduciosa e ripetendo in italiano le parole di JFK nel ’61 a Washington, dico: “Sì, possiamo”.

SandraFallaci©

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube