Il dolce nemico della Longevità

Ambiente, Natura & Salute

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Per gli studiosi della sana alimentazione, eccessi di zucchero nel sangue, sono il pericolo N°1

Circa trent’anni fa si lanciava in Italia l’antidiabetico orale acarbosio che con un innovativo meccanismo d’azione rallenta la digestione dei carboidrati consentendo al glucosio  di essere liberato e assorbito più lentamente dal circolo sanguigno. Nei meeting di presentazione, il prof. Antonio Ceriello, illustre diabetologo, era il primo a definire come un’onda glicemica, il rialzo della glicemia post-prandiale.

Con il passare degli anni l’onda glicemica è stata meglio interpretata e Antonio Ceriello è stato tra i primi ricercatori a studiare l’impatto dei ‘picchi iperglicemici’ vale a dire rialzi della glicemia brevi ma rapidi e significativi, come premessa di danni vascolari e metabolici non solo nei diabetici ma anche nei soggetti normali.

La giornata di un soggetto in salute può passare tra zuccherate colazioni al bar, spuntini con snack, panini e magari anche con bevande zuccherate che attentano a una sana Direzione di Longevità che preoccupa i medici attenti all’alimentazione, più di quanto facessero colesterolo e grassi nel passato.

Ogni picco di glucosio nel sangue, attiva la glicazione, che è una delle principali cause di invecchiamento e favorisce malattie anche distanti  come cataratta e Alzheimer, non dimenticando che il glucosio in eccesso viene immagazzinato facendoci aumentare di peso.

Lo zucchero in eccesso si lega all’emoglobina  diventando un parametro rivelatore di diabete (emoglobina glicata) ma anche in chi non diabetico lo zucchero in eccesso si lega a proteine diverse dall’emoglobina, favorendo indurimento delle arterie con patologie cardiache e persino tumori. I prodotti della glicazione AGE (Advanced Glycation End Product) si accumulano nelle ossa e nei muscoli favorendo osteoporosi e sarcopenia ma anche deficit di memoria, invecchiamento della pelle, disfunzione erettile e tutto quanto contrasta una sana longevità.

Non a caso la metformina, un vecchio farmaco anti diabetico è il primo a essereo studiato come farmaco contro la senescenza (senescentolico) insieme all’acarbosio di cui abbiamo parlato. Per contrastare i picchi glicemici però si elaborano strategie e trucchi anche facili da applicare.

Ad esempio gli spaghetti hanno un indice glicemico più basso della pasta corta invece se sono  più sono cotti l’indice è più alto, il pane con la nutella (che contiene una buona quota di grassi) ha un indice più basso del pane da solo. Le orecchiette con le cime di rape (ricche di fibre) hanno un indice più basso di quelle al sugo. Una patata lessa ha un indice glicemico altissimo, più dello stesso zucchero, ma mangiata insieme a una bistecca (ricca di grassi) o a degli spinaci (ricchi di fibre) crea un pasto con un indice di glicemico medio o medio-basso. Una buona pratica (per chi ci riesce)  è quella di evitare zuccheri  la mattina a digiuno, seguire un ordine a pranzo o cena, prima le verdure (meglio se condite con aceto), poi le proteine e i grassi, dopo i carboidrati in ultimo gli zuccheri.

La frutta, naturalmente ricca di zuccheri, va mangiata intera, non spremuta, e, dove possibile, con la buccia per rallentarne l’assorbimento. Dopo pranzo meglio fare movimento per almeno un quarto d’ora poichè i muscoli, attivandosi, reclutano una parte del glucosio presente nel sangue, riducendo i picchi glicemici.

https://diabetesjournals.org/care/article/36/7/1988/33101/Fasting-Glucose-Level-and-the-Risk-of-Incident

https://diabetesjournals.org/care/article/22/1/45/19692/Fasting-blood-glucose-an-underestimated-risk

Umberto Palazzo

Biologo ed Esperto di Educazione Sanitaria

Editorialista de IlCorriereNazionale.net

Variazione della Glicemia durante la giornata da Glucose Goddess

2 Replies to “Il dolce nemico della Longevità”

  1. Alessandra Gentili ha detto:

    Grazie per questo quadro che fornisce un approfondimento e fa comprendere alcuni aspetti importanti. E’ sicuramente di aiuto ad un approccio diverso al cibo. Sarebbe interessante capire come mai cerchiamo cibi dolci. Tempo fa ho letto un report nel quale si faceva presente che l’attuale sistema di produzione industriale di cibo e’ indirettamente responsabile delle nostre scelte a tavola. In particolare mi ha colpito la spiegazione relativa all’agricoltura intensiva. L’autore spiegava che quando si produce in modo intensivo e fuori stagione, le piante non riescono a produrre i principi nutritivi di cui potenzialmente sono composte. Questi principi nutritivi formerebbero il nostro apporto e coprirebbero il fabbisogno, quando ci cibiamo di verdure. Essendo carenti dei principi di cui sopra non “svolgono” la funzione per cui sono stati coltivati. Quindi pensiamo di alimentarci in modo bilanciato ma, in realta’, non assumiamo cio di cui abbiamo bisogno. Questo provocherebbe carenze che si traducono nella ricerca di dolci e bevande energetiche con i risultati da lei enunciati nell’articolo. Tra le evidenze che forniva l’autore c’erano quelle legate al fatto che le popolazioni indigene, ad esempio quelle della foresta Amazzonica, sembra siano esenti da queste problematiche, avendo uno stile di vita alimentare completamente diverso dal nostro. Le risulta? potrebbe approfondire questo aspetto nella sua rubrica? Grazie
    Alessandra

    • Umberto Palazzo ha detto:

      Il desolante quadro alimentare in Amazzonia ce lo descrive L’antropologo Levi Strauss nel 1938, un anno dopo la visita ai Bororo incontra i Nambikwara che non usando le tradizionali amache verranno definiti dagli altri indios : “uomini che dormono per terra”, in quel periodo erano circa 40.000 individui stanziati in una regione impervia, costretti ogni giorno a fare i conti con la fame si alimentavano di larve, semi e piante insieme a qualche preda catturate dagli uomini cacciatori. Gli esploratori osservavano un quadro desolante di un’umanità che non praticava né l’agricoltura né la tessitura , viveva nuda e senza un vero riparo. La scarsità di cibo non consentiva di crescer più di un figlio la volta per cui era obbligatoria l’astinenza sessuale sino a quando il piccolo non camminava,Levi Strauss riferisce anche della scarsa igiene di questa tribù che dormiva per terra vicini al fuoco, perennemente ricoperta di cenere e afflitta da parassiti intestinali che determinavano flatulenze insopportabili per gli esploratori.
      Non credo che oggi la disponibilità di cibo tra i rimanenti abitanti del mondo non globalizzato sia diversa, noi invece mangiamo troppo e troppo zuccherato, cominciamo a leggere le etichette al supermercato e avremo la sorpresa di vedere zucchero aggiunto anche nei vasetti di carciofi e peperoni!

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