Trieste, 16 dic – “C’è una grande attenzione e cura da parte delle istituzioni sui minori stranieri non accompagnati, non solo
perché è un obbligo stabilito dalle norme nazionali ed internazionali, ma anche per la grande umanità e solidarietà che
caratterizza il nostro Paese da nord a sud”.
Lo afferma in una nota il Garante dei diritti della persona del Fvg, Enrico Sbriglia, a margine dell’evento organizzato
dall’Associazione dei tutori volontari del Fvg al cinema Visionario di Udine, durante il quale è stato proiettato il film
The Mind Game narrante il viaggio omerico verso l’Europa di un adolescente fuggito dai Talebani.
“L’agire delle istituzioni e l’impegno del mondo associativo e delle Comunità di accoglienza deve coinvolgere anche il privato
sociale” evidenza Sbriglia che, a tal proposito, ricorda “l’importante ruolo svolto dai tutor volontari, ossia cittadini che si prendono carico dei minori in momenti particolarmente delicati della loro permanenza in Italia. Una sorta di angelo
custode civico che si informa sugli aspetti della vita del giovane straniero, facilitandone e supportandone l’inserimento
nel percorso scolastico e professionale”.
Il Garante ribadisce, inoltre, come “il tutor sia da supporto anche per le comunità di accoglienza e per le famiglie
affidatarie e che sarebbe necessario una revisione della governance di questa figura, che pur non ricevendo alcun compenso pecuniario, svolge un’attività molto impegnativa”.
“Oggi come in passato – spiega Sbriglia – il numero dei tutori volontari è obiettivamente insufficiente e, quindi, rischia di
mancare quella funzione di indirizzamento del minore che si trova senza genitori, soprattutto quando deve rivolgersi, per diverse incombenze, agli apparati burocratici che presentano, spesso e volentieri, procedure ostiche”.
Il Garante invita perciò “tutti i cittadini a diventare tutori volontari, partecipando al corso di formazione che annualmente la
Regione organizza, confidando nel grande cuore e impegno che ha sempre caratterizzato la comunità del Fvg nei momenti più difficili”.
“La presenza di un tutore volontario – conclude Sbriglia – può fare la differenza: per fare tutti meglio, fare di più, fare in
modo sempre più trasparente e garantire, così, anche una sicurezza sociale”.