L’assassinio del generale russo Igor Kirillov e del suo attendente rimanda alla questione, denunciata dagli esperti dello sviluppo tecnologico dell’ingegneria genetica e , in particolare della potente tecnica CRISPR – Cas9.
Tecnica che utilizzata per le armi biologiche , rappresenta una minaccia alla stabilità strategica e alla sicurezza comune.
CRISP è l’acronimo di “Clusters of Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats”, una sorta di “forbice molecolare” capace di tagliare e rimuovere un DNA bersaglio.
IL metodo permette infatti di eliminare, sostituire o correggere sequenze di DNA dannose che possono causare malattie. La forbice è la proteina Cas9 , un enzima in grado di tagliare filamenti di DNA.
I batteri utilizzano l’RNA derivato dal CRISPR e varie proteine Cas, incluso la Cas9, per contrastare gli attacchi di virus e altri corpi estranei, tagliando e distruggendo il DNA dell’invasore.
La tecnologia CRISPR-Cas9 è uno strumento semplice ma potente per la manipolazione dei genomi, alterando e modificando le sequenze di DNA con funzione genica. Una tecnica che funziona per tutte le specie viventi comprese le piante.
Una tecnica che consente di correggere i difetti genetici, la prevenzione di malattie. In agricoltura consente il miglioramento delle colture.
I lati che generano preoccupazioni di questa tecnica sono quelli della manipolazione del genoma con ricadute sulle generazioni future e il pericolosissimo impatto in ambito militare compreso , il rischio di terrorismo biologico.
Applicata la tecnica militarmente con la produzione di un batterio l’antrace ,che provoca una malattia il carbonchio.
Nel 2002 la biologia sintetica fu usata da biologi americani, per creare il virus della poliomielite. Fu la dimostrazione che era possibile creare virus artificiali pericolosi usando virus innocui.
Nel 2005 crearono il virus della devastante spagnola ,che nel 2018, uccise milioni di uomini nel mondo. Un’altra tecnica di biologia sintetica è quella di inserire in microorganismi geni per la produzione di tossine ,che si potevano produrre solo artificialmente. Nel 1985 fu creato un virus da incubo, il peggiore, il “maximally malignant (mutant) virus” o MMMV, altamente patogeno che si trasmetteva attraverso l’aria.
Le tecniche di biologia sintetica consentono di creare devastanti armi biologiche.
Le norme per contrastare lo sviluppo di tali armi sono scritte nel Protocollo di Ginevra del 1925., che proibisce l’impiego in guerra di “metodi di guerra batteriologica”, e la “Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, la produzione, e lo stoccaggio di armi batteriologiche (biologiche) e tossine e sulla loro distruzione” (BTWC), in vigore dal 26 marzo 1975, con 183 stati che lo hanno firmato tranne Egitto, Israele e Siria, e alcuni stati africani.
Ogni 5 anni vanno indette conferenze di riesame per verificare lo stato di applicazione della convenzione e considerare eventuali aggiornamenti ,a seguito di sviluppi scientifici e tecnologici.
Attenzione! La Convenzione, non vieta lo sviluppo di agenti biologici patologici ma solo proibisce la loro finalità a scopi militari. Esiste e non risolto il problema dei controlli L’uso militare di armi chimiche e biologiche è un grande e irrisolto problema.
Le armi biologiche sono definite l’atomica dei poveri.
Le misure necessarie per vietare e prevenire le armi biologiche cambieranno nel tempo, in particolare con la continua evoluzione delle biotecnologie e delle pratiche di ricerca e sviluppo.
Potrebbe essere necessario modificare le leggi per includere disposizioni che coprano l’accesso a quelli che sono noti come “laboratori cloud”, ad esempio. (I laboratori cloud sono laboratori remoti e automatizzati a cui si accede tramite piattaforme basate su cloud, che consentono ai ricercatori di eseguire e monitorare gli esperimenti da remoto utilizzando sistemi robotici. Offrono flessibilità, efficienza dei costi e scalabilità senza la necessità di presenza fisica in un laboratorio tradizionale.).
Questi laboratori potrebbero essere utilizzati per produrre agenti patogeni pericolosi.
Inoltre, la convergenza delle biotecnologie con altre tecnologie emergenti come quelle informatiche (ad esempio, spionaggio biotecnologico, sabotaggio o dirottamento di laboratori cloud, accesso non autorizzato a banche dati genetiche e strumenti di biologia sintetica, sabotaggio dell’infrastruttura vaccinale durante una pandemia, manipolazione di dati biologici, attacchi informatici ai sistemi sanitari per diffondere agenti patogeni e manomissione di dati genetici per alterare la percezione pubblica) richiede anche nuove misure per affrontare le preoccupazioni in materia di cyber-biosicurezza e prevenire l’accesso digitale illegale alle banche dati, alle infrastrutture di ricerca e alle strutture sanitarie pubbliche.