Il cervello è la centrale di comando della Longevità, i neuroni sono centraline che perdiamo per strada ma possiamo attivare risorse cerebrali nascoste.
La Ricerca Scientifica è sempre più impegnata nel cercare di scoprire il misterioso funzionamento del cervello, fondamentale per una sana longevità. Ovviamente gli studi in vivo non sono ammissibili ma con sperimentazioni sempre più avanzate si cerca di capire cosa accade nella scatola cranica. Quello che si sa è che dopo i 40-50 anni il cervello diminuisce di peso del 2% ogni dieci anni e che questa diminuizione aumenta dopo i 70 anni.
La riduzione di volume riguarda la corteccia cerebrale (materia grigia) dove si trova la cellula principale che è il neurone in analogia a una cellula del cuore, matura e non si divide più.
Oggi il focus sui neuroni è particolarmente dibattuto e diversi autori sostengono che perdiamo da dieci a centomila neuroni al giorno.
Poichè abbiamo una riserva di 85-100 miliardi di neuroni, anche se ne perdessimo il 10% in una ipotetica vita di 100 anni, ci priveremmo “solo” di 170 milioni di neuroni l’anno, ovvero 463.753 al giorno che sarebbero circa 5 neuroni al secondo!
I neuroni si collegano tra di loro attraverso prolungamenti chiamate dendriti che sfociano in uno spazio di congiunzione chiamato sinapsi, ogni neurone ne forma decine di migliaia, fino ad arrivare a un numero totale a 10 elevato alla tredicesima…tra 10 bilioni e un biliardo di sinapsi.
Per altri studiosi, i neuroni, più che eliminati con l’età, sembrerebbero andare incontro a un certo “avvizzimento” che porta a una perdita di funzionalità soprattutto dei dendriti. I neuroni sani hanno hanno negli anziani, debolezze metaboliche che ne determinano un rallentamento d’azione.
Altre Ricerche hanno fatto intravedere la possibilità di poter compensare la perdita dei neuroni con cellule staminali. Le esperienze negli animali avevano creato un certo iniziale entusiasmo ma poi tolte piccole zone cerebrali con neuroni immaturi si è verificato che , le cellule staminali che possono diventare neuroni, si trovano solamente in un embrione.
Recentemente cellule staminali di origine fetale (prelevate da aborti spontanei) sono state trapiantate in pazienti con sclerosi multipla progressiva, dal prof.Gianvito Martino dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che ha dimostrato la riduzione dell’atrofia cerebrale con questa tecnica sperimentale.
Non si hanno conferme invece della ipotetica “fioritura di neuroni” poi declassata a “fioritura delle sinapsi“. Le sinapsi sono fondamentali per apprendimento e memoria.
Solo neuroni ben collegati tra loro attraverso dendriti (prolungamento della cellula nervosa) e numerose sinapsi (spazio interdendritico) riuscirebbero a compensare il calo di rendimento di un cervello che invecchia.
Il nostro cervello è formato da due emisferi, destro e sinistro, che compiono funzioni differenti ma interagenti, nel destrimano domina l’emisfero sinistro che è specializzato nella rappresentazione logica, semantica e fonetica. Viene anche detto emisfero verbale per la sua capacità d’interagire con il linguaggio ma anche con lo scrivere e il leggere, la parte sinistra vede i dettagli, il bosco intero ma non gli alberi.
La parte destra invece , è altamente sviluppata per cogliere strutture complesse è quella che ci fa riconoscere una persona da un dettaglio oppure da un profumo. Le due parti possono funzionare in maniera separata, pazienti operati di “commissurotomia” cioè con il taglio della parte che li unisce, ne hanno dato prova.
La parte del cervello più adatta risponde prima, ad esempio nell’ascolto della musica la parte destra, nella descrizione di un concetto la sinistra.
Il concetto di “localizzazionismo” cioè di aree ben definite nel cervello prese piede nell’ottocento grazie a Paul Broca, un antropologo e medico francese che avendo un paziente colpito da ictus capace di dire solo la sillaba “tan”, fece alla sua morte l’autopsia che rivelò un danneggiamento del lobo frontale sinistro chiamato da allora Area di Broca.
Che il cervello sia dotato di neuroplasticità è stato dimostrato da esperimenti di diversi scienziati, Paul Bach-y-Rita è stato il primo a trattare disabilità causate da problemi neurologici con stimolazioni di area cerebrali distanti, una sedia con piastre vibranti appoggiate alla schiena del paziente ha permesso ai ciechi di avere sensazioni visive, poi con uno stimolatore elettrico posto sulla lingua, ha permesso a pazienti con cerebrolesi di riguadagnare la loro capacità di rimanere in equilibrio.
Fenomenali esempi di recupero di funzioni cerebrali perse sono state ottenute ricablando il cervello con la luce laser. Ci sono state prime applicazioni con la laser terapia trancranica, ove grazie all’azione della luce laser a bassa intensità sui mitocondri si può sbloccare l’infiammazione in molte malattie, secondo il prof. Kahn il fluido cerebrospinale e i vasi sanguigni veicolano benefici fotoni nel cervello.
I neuroni hanno anche altri aiutanti che sono le cellule della glia (neurocolla), all’autopsia di Einstein fu verificato che il suo cervello era provvisto di una glia poderosa a conferma che non sono solo i neuroni a rendere efficiente un cervello ma un’armonica connessione tra neuroni, astrociti, sinapsi e cellule di gliali che va aiutata da stile di vita adeguato e si spera esente dagli avversi eventi vascolari.
Umberto Palazzo
biologo ed Esperto in Educazione Sanitaria
Editorialista de IlCorrierenazionale.net