La Cultura del dono in civiltà primitive era riconoscere l’altro e dare qualcosa di se stesso, il mondo industrializzato invece, sceglie un regalo per tutti, anche se riciclato!
L’antropologo Bronislaw Malinowski nel 1914 si era recato a Melbourne per un congresso, poco dopo scoppiava la prima guerra mondiale per cui essendo un nemico avrebbe dovuto essere internato dalle autorità australiane ma fu lasciato libero di compiere le sue ricerche, prima in Nuova Guinea e poi più a est, nelle Isole Trobriand, in Melanesia.
Malinowski studiò non solo l’organizzazione sociale, economica e giuridica dei Trobriandesi ma anche le tecniche di costruzione delle canoe, i miti, i riti, la lingua e il comportamento sessuale di questi isolani.Malinowski si mise al centro del villaggio dei trobraiandesi per studiarne, supportato da informatori, cultura e stile di vita.
Nel suo libro “La vita sessuale dei selvaggi” troviamo sorprendenti informazioni che fecero molto scalpore nel mondo civilizzato, soprattutto il tabù della sorella che contrastava la teoria di Freud sul mito edipico. Malinowski ebbe modo di studiare anche un particolare scambio di doni chiamato kula, Egli la definì uno scambio di tipo “rituale” tra abitanti di isole vicine che compivano periodicamente difficili e pericolose traversate per incontrarsi con gruppi con i quali mantenevano una “relazione di scambio”.
Kula nella lingua locale significa “formare nell’immagine di un altro” vale a dire un riconoscimento reciproco e alla pari mediato da due tipi di oggetti:
collane di corallo rosso (soulava) lunghe anche un metro e braccialetti di conchiglie bianche (mwali), pesantissimi e impossibili da indossare.
Lo scambio rituale rinsaldava l’amicizia tra gruppi diversi e apriva a scambi economici e commerciali ma anche alla formazione di probabili nuove coppie.
Un altro antropologo, Marcel Mauss, studiò il fenomeno rituale del dono tra i Maori della Nuova Zelanda, verificando che gli individui si comportano seguendo regole di cui sono quasi sempre all’oscuro.
Le regole che secondo Mauss governano il dono sono tre: dare, ricevere, ricambiare. Queste regole sono, a loro volta, alla base di ciò che egli chiamò principio della reciprocità.
Mauss faceva risalire tale principio a una “qualità” incorporata negli oggetti scambiati che secondo i Maori è “lo spirito della cosa donata” detto hau.
Lo hau pone chi riceve il dono in una posizione di “debito” nei confronti del donatore, obbligandolo a ricambiare per restaurare una specie di “equilibrio delle forze” alterato dal primo dono.
La cosa regalata non è inerte ma è qualcosa del donatore:
…“Un legame di anime perché la cosa stessa ha un’anima, e regalare qualcosa a qualcuno significa regalare qualcosa di se stessi“.
Umberto Palazzo
Editorialista de Il CorriereNazionale.it
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