Questa affermazione di Benedetto XVI, di qualche anno fa’, sintetizza l’attitudine dei cristiani di fronte allo scorrere del tempo, alla successione degli eventi, belli o brutti che siano.
Di ogni anno ci siamo sentiti dire, e abbiamo detto, speriamo finisca presto e di ogni anno in arrivo abbiamo detto speriamo sia migliore, attribuendo allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre un significato magico, di portafortuna.
E qui mi ritorna alla mente quello che mamma ripeteva continuamente “è sempre lo stesso giorno” quasi negando le novità, i progressi, le cose belle, e nello stesso tempo affermando con certezza che indipendentemente dagli eventi la nostra umanità portava in sé la fragilità, la inquietudine del vivere.
La frase di Benedetto XVI ci riporta ad una grande Verità, alla Verità, che tutto è compiuto, che il regno di Dio è già qui, che la morte è stata sconfitta, che Cristo entrato nella morte, disceso agli inferi è risorto.
Oggi siamo chiamati al ringraziamento perché la storia in Lui ha trovato il compimento, perché in Lui è il significato del nostro nascere, gioire, soffrire, lottare, vincere o perdere, morire.
In Cristo la storia, con tutte le nostre storie personali, è riconciliata con la vita, in ogni suo frammento bello o brutto che sia, brilla la Sua Sapienza, la Bellezza che genera uno stupore.
Senza questa verità del mistero della Croce, non potremmo comprendere le recenti e dolorose vicende che
affliggono il nostro tempo, cosi come dalle origini , come da sempre.
Noi rendiamo grazie oggi per questo passaggio di consegne tra il 2024 e il 2025, perché siamo forti della Sua compagnia, siamo grati per la Sua misericordia, siamo certi della Sua resurrezione.
Buon Anno