Ci ha lasciato Aldo Agroppi ex calciatore, allenatore e opinionista stimato e amato, che diceva le cose come stanno. Esempio di un calcio che non c’è più e che affrontava il gioco a viso aperto con tenacia e coraggio. Bandiera del Torino, Aldo Agroppi lasciata la sua Piombino arrivò a Torino nel 1961, per poi tornare nel 1967, 200 presenze in otto stagioni con i colori granata vincendo due Coppe Italia era il Torino che tornava a competere e a vincere e Aldo Agroppi diede un grande contributo. Finita l’esperienza con il Toro, passa al Perugia dove dopo due stagioni, in serie A e indossando anche la fascia da capitano, conclude la carriera da calciatore e ini,ia subito quella da allenatore. Inizia con le giovanili del Perugia, poi Pisa con cui nel 1982 ottenne la promozione per il massimo campionato.
Nel 1984 torna a Perugia in serie B, il suo Perugia disputò un ottimo campionato, perdendo solo una partita in tutta la stagione e ciò è ancora un record e mancando per poco la promozione. Ecco che l’anno successivo per Agroppi arrivò la grande opportunità, nel 1985 divenne allenatore della Fiorentina, una squadra che aveva tra le file giocatori come Antognoni, la saracinesca Galli, Passerella, Roberto Baggio, Massaro, Berti. Quella squadra arrivò al quarto posto finale centrando la Coppa Uefa. Ma dopo Firenze per Agroppi arrivarono esperienze deludenti, esonero dal Como, retrocessione in Serie B con l’Ascoli e un ritorno alla Fiorentina, nella stagione 1992-1993 scandito dalla retrocessione in B.
Lasciato il ruolo di allenatore, per Agroppi iniziarono gli anni di opinionista, commentatore sportivo ironico, pungente e amato per un uomo che non sapeva parlare sottovoce così come il titolo della sua autobiografia pubblicata nel 2017. Addio Aldo Agroppi continua a giocare, allenare e a commentare.
Antonio Simondi