Bari, ennesimo pareggio stavolta dancing in the rain: vecchi vizi e nuove urgenze

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© foto di SSC Bari

La sfida tra Bari e Brescia si preannunciava come una battaglia di sacrificio e determinazione, con entrambe le squadre costrette a fare a meno dei loro attaccanti titolari. Tra squalifiche e infortuni, i biancorossi di Moreno Longo affrontavano l’incontro in piena emergenza, privi di Novakovich, Lasagna e anche di Vicari in difesa anche se, a volerla dire tutta, non è che si sia sentito più di tanto il peso dei due attaccanti, ma tant’è. Con Favilli appena rientrato dopo un mese di stop, il Bari era chiamato a mettere in campo cuore e intensità per sopperire alle assenze. Lo stesso spirito era richiesto al Brescia, anch’esso privo di riferimenti offensivi di ruolo. Una gara giocata più sul piano dell’orgoglio che della tattica, con entrambe le squadre alla ricerca di punti fondamentali.

Radunovic in porta, Pucino, Simic e Mantovani in difesa, Oliveri, Lella, Benali, Maita e Dorval, Bellomo e Falletti in avanti a provare a far qualcosa. Maiello in tribuna per una improvvisa influenza.

Il primo tempo di Bari Brescia si è giocato su un terreno reso pesante dalla pioggia, ma i biancorossi sono partiti subito forte. Dopo pochi minuti, Bellomo, che deve avere un conto in sospeso col Brescia, illumina il gioco con una splendida apertura per Oliveri, il cui cross trova Lella pronto a insaccare di testa per l’1-0.

Il Bari continua a spingere e sfiora il raddoppio con Falletti, che raccoglie un altro assist di Oliveri ma non riesce a concludere al meglio a causa del campo scivoloso. I pugliesi sembrano mentalmente pronti a gestire l’emergenza e si rendono ancora pericolosi in contropiede con Falletti, che serve Lella per una possibile doppietta, ma l’azione non si concretizza.

Intanto, la scelta di Longo di adattare Bellomo da centravanti sembra dare i suoi frutti. Tuttavia, al 30’, una grave indecisione di Radunovic nel rinvio regala al Brescia il pareggio con Bianchi, bravo ad anticipare il portiere barese.

Il Bari riprende subito l’iniziativa e insiste sulla fascia destra, dove Oliveri e Pucino creano pericoli. Falletti ci riprova, ma il suo tiro è debole. Dall’altra parte, il Brescia sfiora il vantaggio con Nuamah, ma Radunovic si riscatta con un grande intervento sulla linea.

Nel finale di tempo, quando il Brescia sembra prendere coraggio, è ancora Bellomo a far esplodere i pochi intimi del San Nicola: su un cross di Pucino, svetta di testa e riporta avanti il Bari. Ancora una volta, contro il Brescia, il numero dieci biancorosso si esalta. Longo aveva visto giusto a puntare su di lui.

Nel secondo tempo il Bari riparte con intensità e pericolosità, soprattutto sulla sinistra con un indemoniato Dorval, che mette in mezzo diversi palloni insidiosi: prima per Oliveri, che manca l’appuntamento con il gol per un soffio, poi per Mantovani e Lella, che non riescono a finalizzare.

I biancorossi insistono e recuperano palla nella propria metà campo, con Bellomo che si invola da solo verso la porta avversaria. Il fantasista barese, forse con un pizzico di egoismo, sceglie la conclusione dalla distanza, ma la palla sfiora il palo. Il Bari gioca con un buon atteggiamento e grande spirito di adattamento, ma spreca troppe occasioni.

Il Brescia, rimasto in partita, sfiora il pari con Adorni, il cui tiro esce di pochissimo. È il preludio al pareggio, che arriva puntuale con Bisoli (figlio), bravo a sfruttare un contropiede con il Bari scoperto sulla fascia destra.

Mister Longo risponde con un triplo cambio: fuori Bellomo, Benali e Oliveri, dentro Favilli, Sibilli e Favasuli, seguiti dall’ingresso di Manzari per Falletti. Il Bari va vicino al nuovo vantaggio con una grande giocata di Favilli, che si libera di un difensore e lascia partire un tiro potentissimo e angolato, ma Lezzerini salva il Brescia con una deviazione in angolo.

Nel finale, i biancorossi perdono un po’ di lucidità, mentre il Brescia, con l’allenatore Bisoli che copre la squadra con cambi difensivi, cerca di portare a casa il pareggio. Il Bari prova un ultimo guizzo in contropiede, ma Manzari non è abbastanza incisivo sotto porta.

La partita si chiude sul 2-2, con un’ultima apprensione per Pucino, che cade male in area e viene portato fuori in barella. Per fortuna, si tratta solo di un colpo senza gravi conseguenze. Un altro pareggio per il Bari, che ha giocato bene ma ha pagato la poca concretezza.

“La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa” scriveva Karl Marx. Il Bari sembra aver preso alla lettera questa massima, riproponendo le stesse lacune e gli stessi errori che hanno caratterizzato il girone d’andata. La partita contro il Brescia si aggiunge alla lunga lista di gare dominate a tratti ma non chiuse, lasciando spazio agli avversari per rientrare in corsa. Il problema non è solo la mancanza di cinismo, ma anche la gestione delle energie e la tenuta mentale nei momenti chiave, senza dimenticare la mancanza assoluta di incisività della panchina. Poi oggi era una partita a se’: senza attaccanti il Bari ha attaccato in massa e, puntualmente, si è fatto infilare in contropiede.

La squadra di Longo ha dimostrato ancora una volta di avere un’identità chiara, un gioco apprezzabile e una buona organizzazione tattica, ma la mancanza di un riferimento offensivo pesa come un macigno. Non si tratta solo di segnare, ma anche di dare continuità alla pressione e alla manovra offensiva. Senza un attaccante di peso, il Bari spreca troppe occasioni, e il mancato killer instinct diventa un problema strutturale.

E qui entra in gioco il mercato. Il Bari ha bisogno di rinforzi, ma il dilemma non è tanto sulla qualità, quanto sulla necessità di intervenire in fretta. Il girone di ritorno richiede risposte immediate, perché non si può sperare che Bellomo e Falletti reggano il peso dell’attacco per tutta la stagione. Le soluzioni interne non sembrano all’altezza, come dimostrato dagli ingressi dalla panchina, che raramente hanno cambiato l’inerzia delle partite.

Il rischio più grande è quello di compromettere un obiettivo ancora raggiungibile: i playoff. Con una Serie B sempre più competitiva, restare nel limbo della metà classifica sarebbe un fallimento, soprattutto considerando il lavoro positivo di Longo nel dare una chiara impronta alla squadra. Servono rinforzi che possano incidere subito, giocatori già pronti, non scommesse o profili da recuperare fisicamente.

Infine, c’è il tema della mentalità. Troppo spesso il Bari si è fatto raggiungere o superare dopo essere passato in vantaggio. Non basta avere un buon impianto di gioco se poi mancano solidità e cattiveria agonistica nei momenti decisivi. La squadra deve imparare a gestire meglio le partite e a chiudere le gare quando ne ha la possibilità, senza lasciare spazio a rimpianti e recriminazioni ma l’impressione è che questa sia una lacuna incolmabile a prescindere dal mercato perché si tratta di una squadra piena di limiti che si possono pure correggere ma non tutti.

Il tempo per cambiare la rotta c’è ancora, ma le scelte della società saranno determinanti. Senza interventi mirati e tempestivi, il rischio è di vedere ripetersi gli stessi errori, stavolta senza possibilità di appello.

Massimo Longo

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