Buona la prima, con “Il corsaro” che inaugura la stagione lirica 2025 del Petruzzelli di Bari: solitamente considerata un’opera minore di Verdi e negli anni pochissimo rappresentata, in realtà è piaciuta molto agli appassionati del bel canto che affollano il teatro barese.
Portato in scena per la prima volta nel 1848, questo melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave e tratto dall’omonima novella in versi di George Byron, debuttò senza fortuna al Teatro Grande di Trieste.
Ma dal 2004 c’è una nuova edizione con la regia e l’allestimento firmato da Lamberto Puggelli con scene di Marco Capuana e Costumi di Vera Marzot coprodotto dal Teatro Regio di Parma e il Teatro Carlo Felice di Genova e con l’Orchestra del Petruzzelli diretta da Stefano Montanari
Il melodramma tragico contiene temi classici del genere romantico ma con un riferimento che appare oggi di stringente attualità: “ Ah si, ben dite… guerra, perenne, atroce, inesorabil guerra contro gli uomini tutti….”
Ma l’elemento che colpisce lo spettatore è l’impressione di trovarsi su di una nave con un forte richiamo al fascino del mare che Verdi coglie molto bene nonostante le sue origini “padane”.
Poi ci sono i colori che “illuminano” il grande palcoscenico del Petruzzelli: due colori, il rosso o il nero, a suggerire i due campi contrapposti della nave dei corsari e di quella dei mussulmani.
Grandi vele, gomene, cime, funi e tantissimi personaggi del coro sul palco, che incantano lo spettatore anche grazie alla “rodata” macchina scenica teatrale; l’intero arco dello spettacolo procede con una accelerazione impressa dallo stesso Verdi alla sua opera: tutto precipita verso la fine con una rapidità e una forza ineguagliabile fino all’ultima scena in cui c’è solo un palcoscenico “nudo” con una scala grazie alla quale il protagonista potrà sparire verso l’alto.
Applausi numerosi anche a scena aperta. Un’opera da vedere e da godere con le repliche fino a giovedì prossimo.
Nunzia Bernardini