AVS sostiene i custodi del bosco

Puglia

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La battaglia per la difesa del Bosco d’Arneo continua e si sposta anche a Lecce con una tre giorni di attività che sta coinvolgendo sia gli attivisti locali che internazionali come il gruppo Ultra-Red (GB) e Robin Wood (DE), e rappresentanti delle comunità indigene dell’Amazzonia.

Ieri alla conferenza stampa per AVS era presente Marina Leuzzi, della segreteria regionale e provinciale di Si a sostegno dell’iniziativa dei Custodi del Bosco e oggi si proseguirà con il sit-in con la piantumazione di un Leccio in collaborazione con il WWF.

Alle 19 una sessione di ascolto e confronto sul “Salento che vogliamo” presso San Francesco della Scarpa con tutti gli ospiti e la FreeHomeUniversity.

https://www.facebook.com/freehomeuni/

AVS ci sarà ad ascoltare e a portare il proprio contributo. Sarà un momento molto importante di costruzione di una visione comune e di confronto tra diverse realtà politiche e sociali, singole e singoli attivisti proprio su che visione del nostro territorio abbiamo e quali azioni mettere in campo per proteggerlo. Pensare che il territorio debba difendersi dalla politica e da governance economiche invece di essere protetta e tutelata è un’ingiustizia ed è intollerabile soprattutto in un territorio già profondamente ferito come il Salento dal fenomeno della Xilella che ha devastato il paesaggio, desertificato intere aree della provincia, ferito profondamente la terra e i suoi abitanti. Difendere il Bosco d’Arneo non è solo una lotta simbolica ma sostanziale per difendere forse l’ultimo pezzo di bosco e macchia mediterranea con una vasta estensione nella zona che inoltre crea un corridoio verde tra il mare e l’entroterra per moltissime specie animali, oltre che fondamentale elemento di mitigazione naturale dell’aumento di temperatura della zona e il relativo cambiamento climatico.

Gli ecosistemi che si costruiscono in centinaia di anni non si possono spostare senza danni, soprattutto se isolati in uno scenario di cementificazione e desertificazione e surriscaldamento dovuto all’abbattimento di migliaia di alberi di ulivo.

Nessuna compensazione né economica né produttiva né ambientale può sostituire ecosistemi di cui abbiamo bisogno ora non tra 20anni, per cui il progetto dell’allargamento dell’anello della Porsche di ampliamento dell’impianto automobilistico del Nardò Technical Center così com’è non può essere attuato e le comunità devono essere ascoltate.

La stessa Commissione Europea, su denuncia di Rosa D’Amato ci aveva dato ragione, costringendo la regione alla sospensione del progetto: non è di pubblica utilità il sacrificio delle aree naturali in ragione di un interesse aziendale che si può perseguire senza per questo sacrificare bosco e specie animali che lo abitano.

Tantomeno le logiche perequative (abbattere dentro e seminare all’esterno della circonferenza del sito) possono minimamente lenire gli effetti devastanti sulla natura che il progetto di espansione operativa interna presuppone.

Ogni attività umana ha certamente un impatto ambientale, dobbiamo decidere quale costo siamo disposti a pagare e quale costo la terra può ancora sostenere. Agire senza dominare, trasformare e costruire cambiamento senza distruggere e sfruttare devono essere le sfide di chi si candida a governare il pianeta. E anche la Puglia.

 

Alleanza Verdi e Sinistra Puglia e Salento

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