I primi sei giorni di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti: Una prospettiva riflessiva
Il 20 gennaio 2017, Donald J. Trump ha giurato come 45° Presidente degli Stati Uniti, inaugurando un’era di grande polarizzazione e cambiamenti rapidi. I primi sei giorni della sua presidenza hanno gettato le basi per un mandato controverso, segnato da decisioni che hanno profondamente diviso l’opinione pubblica e il panorama politico globale. Analizziamo i principali eventi di questa prima settimana, con uno sguardo ai consensi, ai dissensi e alle implicazioni.
Il discorso inaugurale di Trump, tenutosi sul gradino del Campidoglio, è stato un momento emblematico. Con lo slogan “America First,” ha promesso di riportare la prosperità economica e la sicurezza al popolo americano, sottolineando la necessità di proteggere i confini nazionali e rinegoziare gli accordi commerciali.
Questo messaggio ha trovato un forte consenso tra gli elettori della classe operaia e rurale, molti dei quali si erano sentiti trascurati dai governi precedenti. Tuttavia, ha suscitato anche critiche per il suo tono divisivo e il focus sull’isolazionismo.
Il primo atto concreto di Trump è stato firmare un ordine esecutivo per ritirare gli Stati Uniti dal Trans-Pacific Partnership (TPP), un accordo commerciale che avrebbe coinvolto 12 nazioni. Questa decisione è stata accolta con entusiasmo dai protezionisti e dai lavoratori americani che temevano la delocalizzazione delle industrie.
Tuttavia, è stata anche vista come una rinuncia al ruolo guida degli Stati Uniti nel commercio globale, alimentando dubbi sulla capacità del Paese di competere economicamente senza accordi multilaterali.

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25 gennaio: Muro al confine con il Messico e immigrazione
Due giorni dopo, l’ordine esecutivo di ritirare gli Stati Uniti dal Trans-Pacific Partnership, Trump ha firmato ordini esecutivi per avviare la costruzione di un muro lungo il confine con il Messico e aumentare le deportazioni di immigrati senza documenti.
Queste mosse hanno generato applausi tra i suoi sostenitori, che vedevano in queste misure una risposta concreta alla questione dell’immigrazione irregolare. Tuttavia, hanno anche scatenato proteste diffuse. Attivisti per i diritti umani e rappresentanti delle comunità ispaniche hanno denunciato queste decisioni come discriminatorie e contrarie ai valori fondamentali dell’America.
Il culmine della controversia nei primi giorni di presidenza è stato l’ordine esecutivo che vietava temporaneamente l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette paesi a maggioranza musulmana: Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.
Questo provvedimento, definito rapidamente “Muslim Ban,” ha scatenato proteste globali e un intenso dibattito giuridico. Mentre i sostenitori lo vedevano come una misura necessaria per garantire la sicurezza nazionale, i critici lo hanno accusato di essere discriminatorio e contrario ai principi costituzionali di uguaglianza e libertà religiosa.
Durante questi sei giorni, Trump ha dimostrato la sua determinazione a mantenere le promesse elettorali, un elemento che gli ha garantito il sostegno incondizionato di una base elettorale fedele. Tuttavia, le sue azioni hanno amplificato la polarizzazione. Da un lato, molti americani hanno accolto con favore l’approccio diretto e l’impegno a “fare ciò che aveva detto” in campagna elettorale. Dall’altro lato, i dissensi sono esplosi, con proteste di massa come la Women’s March, che ha radunato milioni di persone negli Stati Uniti e nel mondo.

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Una riflessione sullo status quo
La prima settimana di Trump alla Casa Bianca ha messo in evidenza due forze contrastanti: il desiderio di cambiamento espresso da una parte significativa dell’elettorato e la resistenza di chi vedeva queste decisioni come una minaccia ai valori democratici. Questi eventi riflettono una più ampia divisione sociale, economica e culturale negli Stati Uniti, dove le prioritarie esigenze di sicurezza e prosperità si scontrano con i principi di inclusività e diritti umani.
Mentre molti dei provvedimenti iniziali sono stati contestati e alcuni annullati o modificati in seguito, i primi sei giorni della presidenza Trump hanno segnato un momento cruciale nella storia americana. Hanno sollevato domande profonde su quale direzione gli Stati Uniti dovessero intraprendere e su come bilanciare gli interessi nazionali con il rispetto per i principi universali. La vera sfida, allora come oggi, è trovare un terreno comune in un Paese profondamente diviso.
In conclusione, questi primi giorni rappresentano una finestra sui temi chiave che avrebbero caratterizzato l’intera presidenza Trump: immigrazione, commercio e sicurezza. Sono anche un promemoria della forza e delle fragilità della democrazia, che si nutre di dibattito, dissenso e partecipazione attiva dei cittadini.
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