Scopri il De Re Coquinaria, il celebre ricettario dell’antica Roma, e come i suoi sapori hanno lasciato un segno nella cucina moderna.
I segreti del gusto romano
L’antica Roma ci ha lasciato non solo un’eredità culturale e architettonica straordinaria, ma anche un ricco patrimonio gastronomico. Grazie al De Re Coquinaria, il famoso ricettario attribuito a Marco Gavio Apicio https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Gavio_Apicio, possiamo intraprendere un viaggio tra i sapori, le tecniche e gli ingredienti che caratterizzavano i banchetti romani. Apicio, considerato il primo grande gastronomo della storia, non si è limitato a elencare ricette, ma ha sviluppato una vera e propria filosofia culinaria, incentrata sull’armonia dei sapori, sull’uso delle spezie e su un’inventiva gastronomica che continua a stupire anche oggi.

Questo disegno raffigura un’immagine ideale di Apicio, famoso per il suo contributo alla gastronomia nell’antica Roma. È rappresentato di profilo con una corona vegetale e un drappo decorativo al collo.
Il De Re Coquinaria, un tesoro culinario senza tempo
Il De Re Coquinaria https://it.wikipedia.org/wiki/De_re_coquinaria non è semplicemente un antico ricettario, ma un vero e proprio spaccato della vita quotidiana e del lusso dell’antica Roma. Strutturato in dieci libri, questo testo offre una vasta gamma di ricette, che vanno da preparazioni semplici per i pasti di ogni giorno a piatti elaborati pensati per i banchetti più raffinati. Tra gli ingredienti principali spiccano il miele, le spezie e il famoso garum, una salsa di pesce fermentata che costituiva un elemento fondamentale della cucina romana.

Frontespizio dell’opera “De Opsoniis et Condimentis” di Apicio, edizione del 1709.
Sapori che resistono al tempo
La cucina romana si caratterizzava per l’abile impiego delle spezie. Cannella, pepe, cumino e zenzero non solo arricchivano i piatti, ma creavano un equilibrio tra dolce e salato, un contrasto che possiamo ancora apprezzare oggi nelle carni glassate e nei dessert speziati.
Un’antica lezione di sostenibilità
Contrariamente all’immagine di sfarzo spesso associata ai banchetti romani, il De Re Coquinaria mette in luce anche una notevole attenzione al recupero degli avanzi. Molte ricette prevedevano l’uso di resti di carne, pane secco o verdure non più fresche per realizzare piatti gustosi e nutrienti. Questa filosofia, oggi riscoperta come un modo per ridurre gli sprechi alimentari, era parte integrante della cucina romana, dimostrando che lusso e sostenibilità potevano coesistere.
Il garum, l’oro liquido dell’antica Roma
Il garum, una salsa ricavata dalla fermentazione del pesce, era l’ingrediente più prezioso della gastronomia romana. Utilizzato per insaporire ogni tipo di piatto, dal pane alle zuppe, il garum era considerato un vero e proprio simbolo di status. Anche se la ricetta originale è andata perduta, la sua essenza vive ancora oggi nella colatura di alici, un condimento fondamentale nella tradizione mediterranea.
Un’eredità che continua a ispirare
Il De Re Coquinaria non è solo un testo storico, ma anche una fonte di ispirazione per la cucina moderna. Le ricette di Apicio ci insegnano che l’equilibrio dei sapori, la creatività e la cura per evitare gli sprechi sono valori eterni, validi tanto oggi quanto duemila anni fa. Riscoprire i segreti del gusto romano significa onorare una tradizione che ci unisce al passato, offrendo al contempo spunti per rendere la cucina del futuro più innovativa, sostenibile e gratificante. Come dicevano i Romani, Mens sana in corpore sano!