Quando il profitto supera la salute pubblica
Ogni anno in Italia, circa 93.000 persone muoiono a causa del fumo, eppure le accise sulle sigarette portano allo Stato un incasso di 15 miliardi di euro. Allo stesso tempo, il settore del gioco d’azzardo è responsabile di rovinare la vita di migliaia di famiglie, ma continua a essere incentivato poiché garantisce oltre 13 miliardi di entrate fiscali. Questi due settori rappresentano un paradosso evidente: da un lato, si parla di tutela della salute pubblica, dall’altro, si continuano a permettere pratiche che arrecano danni alla popolazione, in nome del bilancio statale.
Fumo: un killer legalizzato
Il tabacco è una delle principali cause di morte evitabile in Italia. Malattie cardiovascolari, tumori e patologie respiratorie colpiscono milioni di persone a causa del fumo, con un impatto devastante sulla qualità della vita e sui costi del Servizio Sanitario Nazionale. Eppure, nonostante la consapevolezza dei danni, la vendita di sigarette rimane una fonte irrinunciabile di introiti per lo Stato.
Negli ultimi anni, sono stati introdotti divieti e restrizioni sempre più stringenti: no al fumo nei locali pubblici, nei parchi e nei pressi delle scuole, campagne di sensibilizzazione e immagini choc sui pacchetti. Tuttavia, nessuna di queste misure ha messo realmente in discussione la commercializzazione del tabacco. La realtà è che vietare completamente il fumo significherebbe rinunciare a miliardi di euro di entrate, una scelta difficile per qualsiasi governo.
Gioco d’azzardo: il vizio che fa cassa
Il settore del gioco d’azzardo in Italia è una delle industrie più redditizie. Con un fatturato che supera i 110 miliardi di euro l’anno, le casse dello Stato ricevono una fetta significativa grazie a tasse e concessioni. Tuttavia, il gioco d’azzardo è anche una piaga sociale che colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione.
La ludopatia è una patologia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e colpisce oltre un milione di italiani. Per queste persone, il gioco non è più un passatempo ma una vera e propria dipendenza che porta a indebitamenti, problemi familiari e, nei casi più estremi, a suicidi. Nonostante questo, lo Stato continua a permettere l’espansione del settore con slot machine, gratta e vinci e scommesse online sempre più accessibili.
Le iniziative di contrasto alla ludopatia, come il divieto di pubblicità e il registro di autoesclusione, si rivelano spesso inefficaci. Le piattaforme di gioco continuano a proliferare e, con esse, aumentano i problemi legati alla dipendenza. Il motivo è sempre lo stesso: bloccare il gioco significherebbe perdere miliardi di euro in entrate fiscali.
Un equilibrio tra salute e bilancio?
Il dilemma tra salute pubblica e incassi statali è una costante nella gestione di queste problematiche. Se da un lato il fumo e il gioco d’azzardo causano danni enormi alla società, dall’altro garantiscono flussi di denaro indispensabili per il bilancio pubblico. La vera sfida è trovare un equilibrio tra la necessità di preservare le finanze statali e quella di proteggere i cittadini dai pericoli di questi vizi legalizzati.
Finché il denaro continuerà a prevalere sulla salute, il paradosso delle “assurdità italiane” resterà irrisolto.