Trump, deportazione e condanne

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Trump propone il trasferimento della popolazione di Gaza: condanna internazionale

WASHINGTON – Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’intenzione di assumere il controllo della Striscia di Gaza e di trasferire permanentemente i suoi abitanti in altri Paesi, come Giordania ed Egitto.
Durante una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha descritto Gaza come “un luogo pericoloso e devastato”, suggerendo che i palestinesi sarebbero meglio altrove. Ha inoltre espresso fiducia nel fatto che nazioni come Giordania ed Egitto accetteranno di accogliere i residenti di Gaza, nonostante precedenti rifiuti.

Reazioni e critiche internazionali
Questa proposta ha suscitato una forte condanna a livello internazionale. Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha respinto fermamente il piano, affermando che non permetterà che i diritti del popolo palestinese vengano calpestati.

Hamas ha definito l’idea “aggressiva” e ha avvertito che non contribuirà alla stabilità della regione, ma anzi potrebbe alimentare ulteriori tensioni.
Anche l’Arabia Saudita ha dichiarato di non accettare tentativi di sfollamento forzato dei palestinesi, sottolineando che non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente.

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha definito inaccettabile la proposta di Trump, affermando che la questione della deportazione è una situazione che né la Turchia né la regione possono accettare.
Anche la Francia ha espresso la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, considerandolo una grave violazione del diritto internazionale e un ostacolo alla soluzione dei due Stati.

Il progetto di Trump per Gaza
Nonostante le critiche, Trump ha ribadito la sua visione di trasformare Gaza in una “Riviera del Medio Oriente”, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero assumere una “posizione di proprietà a lungo termine” sulla Striscia e ricostruirla per attrarre persone di diverse nazionalità.
Ha anche sottolineato che la tregua attuale è fragile e che non è chiaro come il piano possa essere realizzato concretamente.

Netanyahu favorevole, ma la comunità internazionale resta scettica
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha accolto con favore l’annuncio di Trump, lodandolo come il miglior amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca. Ha elogiato le precedenti azioni di Trump a favore di Israele, come lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme e gli Accordi di Abramo.

Tuttavia, la proposta di Trump ha sollevato preoccupazioni significative riguardo al futuro della popolazione palestinese di Gaza e alla stabilità della regione. Molti leader e analisti la vedono come una forma di pulizia etnica mascherata da iniziativa umanitaria. La comunità internazionale continua a monitorare attentamente la situazione, mentre le tensioni rimangono elevate.

Katya Di Lella

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