Duecento milioni di donne hanno subito MGF. Il 6 febbraio, uniamoci per fermare questa violenza.
Immagina una bambina di 8 anni, spaventata e confusa, mentre viene trascinata via dalla sua famiglia. Le viene detto che è un “rito di passaggio”, un modo per renderla una donna. Ma quello che sta per subire è una violenza brutale, una mutilazione che le cambierà la vita per sempre.
Ogni anno, il 6 febbraio, il mondo si unisce per combattere una delle violazioni più crudeli dei diritti umani, le mutilazioni genitali femminili (MGF). Questa pratica, profondamente radicata in credenze culturali e sociali, ha segnato la vita di oltre 200 milioni di donne in tutto il mondo.
Cos’è esattamente l’MGF?
Le mutilazioni genitali femminili consistono nella rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni per motivi non medici.
Secondo numerose ricerche, questa pratica non offre alcun beneficio per la salute e può avere diverse conseguenze negative. Tra queste, il dolore e il disagio immediato, il rischio di infezioni e complicazioni, oltre a possibili difficoltà durante il parto e implicazioni sulla fertilità. Anche dal punto di vista psicologico, gli effetti possono essere significativi e duraturi.
Eppure, questa violenza continua a essere giustificata da motivazioni culturali e religiose, con l’idea di “preservare la purezza” o garantire il matrimonio di una ragazza.
Come dice Asha Ismail https://en.wikipedia.org/wiki/Asha_Ismail, attivista somala e fondatrice di ‘Save a Girl Save a Generation’: ‘Le MGF sono una violenza contro le donne, un furto della loro integrità fisica e psicologica.
Le MGF sono diffuse in più di 30 Paesi, principalmente in Africa, Medio Oriente e Asia, ma anche in Europa e America, a causa dell’immigrazione. Secondo l’OMS, ogni anno 3 milioni di ragazze rischiano di subire MGF.
L’UNICEF stima che in alcuni paesi, le MGF siano state subite da oltre il 90% delle donne.
Dal 2006, la legge italiana punisce severamente chi pratica o favorisce le MGF, anche se commesse all’estero. Le pene possono arrivare fino a 12 anni di carcere.
Tuttavia, non basta la legge. Serve informazione, educazione e una lotta continua per proteggere le donne da questa barbarie.

L’immagine rappresenta la sofferenza e la fragilità di chi subisce le mutilazioni genitali femminili.
Come possiamo fermare le MGF?
- Parlare e denunciare, il silenzio è il peggior nemico.
- Educare le comunità, molte famiglie praticano le MGF per ignoranza, credendo sia necessario.
- Supportare le vittime, donne e bambine che hanno subito MGF hanno bisogno di cure mediche e psicologiche.
Questa giornata non deve essere solo un momento di riflessione, ma un’occasione per agire. Ogni voce conta per porre fine alle MGF. Ogni bambina ha diritto a crescere libera, senza paura e senza dolore.
Il 6 febbraio, indossa un nastro bianco, simbolo della lotta contro le MGF. Visita i siti delle associazioni per saperne di più e fare la tua parte.