Docenti precari, ferita aperta dal 1970, l’Ue ci sprona a chiuderla!

Scuola, Formazione & Università

Di

Dario Patruno

E’ di questi giorni la notizia che è stata calendarizzata per il 20 febbraio la discussione della Petizione al Parlamento dell’Unione Europea per i precari storici, i famosi trriennalisti che nel frattempo sono diventati quinquennalisti e la stragrande maggioranza ha superato anche il quinquennio, aumentando le file di un esercito sulle cui spalle grava il peso di garantire la funzionalità delle scuole italiane. Sono infatti chiamati “precari storici” perché dovrebbero occuparsi i libri di storia per i fatti accaduti ai loro danni, grazie a politiche che hanno a parole affermato di volerli sistemare, attraverso l’immissione in ruolo, ma che pensano di risolvere il problema bandendo ogni anno concorsi, la cui durata di svolgimento copre spesso due anni scolastici, vedi l’ultimo del 2023, le cui prove orali stanno finendo in questi giorni. Questi sono fatti, non parole.   

In fondo cosa chiedono? Il doppio canale, così da facilitare l’immissione in ruolo e quindi l’assunzione a tempo indeterminato.

Ne parlavo sin dal   gennaio 2024   https://www.corrierenazionale.net/2024/01/06/precari-la-storia-infinita-quando-una-soluzione/ e nel gennaio 2025 https://www.corrierenazionale.net/2025/01/24/i-docenti-precari-impotenti-di-fronte-ai-potenti/

Il  Comitato Precari Uniti per la Scuola fa osservare che “la risposta dell’Italia, con il D.L. 16 settembre 2024, n. 131, c.d. Decreto Salva Infrazioni, che raddoppia l’indennizzo in caso di abuso di contratti a termine per i precari della scuola, e che aveva  lo scopo di evitare il deferimento dinanzi alla Corte di Giustizia, non ha impedito alla Commissione Europea di rimettere il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione, dato che la normativa introdotta dall’Italia non prevedeva alcuna possibile azione futura per sanzionare e compensare l’abuso dei contratti a tempo determinato e la discriminazione dei lavoratori a tempo determinato. “È necessario prevenire gli abusi, non basta sanzionarli una volta che si sono verificati”, affermano i precari.

Ulteriore assurdità: si svolgeranno nel mese di febbraio altre prove concorsuali senza rispetto per chi ha superato le prove del concorso pnrr 1 2023 e la protervia di non voler pubblicare le graduatorie per non permettere lo scorrimento delle stesse, configura sicuramente una illegittimità amministrativa e costituzionale in violazione del buon andamento della Pubblica Amministrazione (art.97 della Costituzione) principio che orienta la sua attività, volta alla realizzazione dell’interesse pubblico, perché si conformi ai criteri dell’efficacia ed efficienza.

Nonostante una sentenza del TAR lazio sfavorevole ai ricorrenti, è auspicabile e fondato impugnare la Sentenza al Consiglio di Stato.

Le associazioni degli insegnanti precari ripongono la massima fiducia nell’ascolto da parte della Commissione per le Petizioni e chiedono, pertanto, l’intervento della Commissione stessa per la corretta applicazione alla fattispecie della normativa comunitaria in materia di professioni regolamentate (in particolare, la direttiva 2013/55/UE) e l’attuazione della clausola 5 dell’accordo-quadro (direttiva 1999/70/CE) contro l’abuso di reiterazione dei contratti a tempo determinato nei confronti dei docenti in questione.

I giudici della Corte di Giustizia europea reputano pertinente la denuncia, presentata prima di tutti dall’Anief nel 2010, sulla mancata adozione della direttiva UE 1999/70/CE che prevede l’assunzione a titolo definitivo per tutti quei dipendenti della scuola che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio anche non continuativo. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): “è dal 1970 che l’Italia abusa del precariato: oggi è venuto il momento di dire basta.”

Il Comitato Precari Uniti per la Scuola, a tal proposito, è promotore di una petizione contro il precariato nella scuola, al Parlamento Europeo, che sarà discussa il prossimo 20 febbraio in seno alla Commissione per le Petizioni del Parlamento. Ha ricevuto il supporto di altre associazioni di insegnanti: Docenti Uniti Italia, DPSE – Docenti Precari Specializzati in Europa, Scuola Lavoro e Libertà, Uniti per Indire; docenti Uniti Italia.

Per sostenere la petizione, è necessario firmare al seguente link, dopo aver effettuato la registrazione al website della Commissione:

https://www.europarl.europa.eu/petitions/it/petition/content/1264%252F2024/html/Violazione%2Bdel%2Bdiritto%2Beurounitario%2Bnella%2Bdisciplina%2Bnormativa%2Bdel%2Bsistema%2Bdi%2Bformazione%2Biniziale%2Be%2Bdi%2Breclutamento

Cosa dire? Nulla. A noi l’ardua sentenza sul lavoro di questo Governo.

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