La cultura woke ha dominato il dibattito pubblico, influenzando politica, istruzione e persino il mondo degli affari e del cinema negli ultimi anni. Il politicamente corretto ha indicato scelte ed esteso diritti e prospettive. Di recente, si è assistito a un significativo cambiamento di rotta, con molti che parlano addirittura di un “ritorno al buonsenso”. Ma cosa è andato storto e quali sono le cause di questa restaurazione?
La cultura woke è nata con l’obiettivo di promuovere la giustizia sociale e la protezione delle minoranze. Questa prospettiva ha spesso generato conflitti tra conservatori e progressisti. Inoltre, molte delle iniziative woke sono state percepite come eccessivamente radicali, ciò ha concorso a portare il dibattito politico e sociale su altri posizionamenti.
La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 2024 ha rappresentato un punto di svolta, già in campagna elettorale. Molti vedono la sua rielezione come una risposta alla cultura woke, dato che la maggior parte degli americani ritiene avesse preso il sopravvento. Trump ha promesso di ripristinare un approccio più pragmatico e meno ideologico alla questione, attirando molti elettori che si sentono alienati dalla cultura woke.
Oltre alla vittoria di Trump, ci sono altre cause alla base di questa “restaurazione”. Uno dei fattori principali è l’insoddisfazione crescente verso le politiche di stemperamento delle differenze di genere e censura, e l’uso dei bloccanti della pubertà nei bambini che manifestavano disforia di genere. Punto di forza della sua rielezione è stato anche questo tema ricorrente. Molte delle aziende che in questi anni hanno adottato posizioni woke sono state spesso criticate per aver sacrificato, secondo alcuni, la qualità e l’appeal dei loro prodotti a favore di un’agenda politica.
Sono in molti a parlare di un ritorno al passato, un approccio più equilibrato e realistico che pare essere comunque vicino alla protezione delle minoranze, per quanto riguarda le leggi vigenti. Questo cambiamento di rotta è visto in America come un’azione necessaria, volta a promuovere la coesione sociale e ad evitare le divisioni e la polarizzazione dell’opinione pubblica sulle questioni di genere. Tuttavia, in molti ritengono la deriva pericolosa per i diritti acquisiti dalle minoranze. Le eccezioni mosse sono molteplici, in USA come in Europa, per il cambio dell’orientamento, già in atto di fatto sotto il governo Biden, ma meno evidente.
Il clima americano anticipa, si sa, una tendenza che via via potrebbe divenire globale, con tutti i rischi che uno scontro di tale portata potrebbe far emergere. Il dibattito politico non può ignorare la questione, che pure è stata centrale, specie in Italia, sollevando il dubbio della strumentalizzazione di certi temi da parte di una frangia della sinistra a discapito della lotta di classe.