Giornalismo: BBC accusata di parzialita’

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Edimburgo: Stop the War Coalition protesta sotto gli uffici della BBC e chiede una narrazione di guerra imparziale

Nella giornata di sabato 8 febbraio,  alle 13:00 ora locale, le strade di Edimburgo hanno visto i manifestanti di Stop the War Coalition protestare contro la BBC. Associazioni, attivisti, studenti e cittadini di ogni paese si sono riuniti nella piazza antistante il Royal Scottish Academy lungo Princes Street, portando striscioni, bandiere, altoparlanti e cartelli con messaggi di pace e giustizia. La protesta di oggi si inserisce in un contesto globale di mobilitazione con proteste periodiche finalizzate a chiedere l’immediato cessate il fuoco nel mondo.

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Un’atmosfera particolare ha oggi accompagnato la protesta di Stop the War Coalition quando il gruppo si e spostato verso la famosa Royal Mile per raggiungere gli uffici della BBC.

 

Perche’ la BBC

Il freddo, e gli ostacoli che l’organizzazione ha incontrato lo scorso mese a Londra da parte delle autorità, non hanno impedito al corteo di arrivare sotto gli uffici della BBC.  Il motivo, come dice Linda nel video, e’ chiedere che la narrazione sui conflitti cambi, e che non sia pendente verso solo una delle parti. Linda e’ Algerina e partecipa alla protesta per la libertà, per i bambini di tutti i paesi, per tutta la gente che soffre perché sopraffatta da un conflitto. 

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La forte presenza della comunità palestinese e’ stata accompagnata dal contributo di persone appartenenti alla comunità ebraica, dai cittadini scozzesi e gente di tutte le nazionalità. Tutti sono venuti a dare il proprio supporto a questa protesta che ha voluto attirare l’attenzione sulla narrazione dei media rispetto ai fatti. Stop the War Coalition non e’ la sola organizzazione ad accusare la BBC di avere una copertura sbilanciata in favore di Israele. Già in passato, durante conflitti precedenti, l’emittente britannica era stata accusata di veicolare una rappresentazione parziale degli avvenimenti. La BBC ha sempre respinto tali accuse e affermato di seguire linee guida rigorose per fornire una copertura imparziale e accurata dei conflitti internazionali, garantendo un equilibrio nelle notizie e nei programmi.

 

Stop the War 

Stop the War Coalition e’ una organizzazione britannica nata nel 2001 per protestare contro la guerra in Afghanistan e, successivamente, contro l’invasione dell’Iraq. Si e’ distinta nel tempo per aver condotto proteste pacifiche in favore della pace e della giustizia sociale. E’ una organizzazione spesso ostacolata dalle autorità con pretesti inesistenti, come raccontano nei resoconti sul loro sito. Ben Chacko nel suo articolo sul sito web dell’organizzazione “it’s Crucial to keep the Palestine Movement on the Streets“, riferisce dell’arresto del vice presidente dell’organizzazione, Chris Nineham, avvenuto il 18 gennaio a Londra insieme ad altre 70 persone circa.

BBC protest

La protesta avrebbe dovuto raggiungere la BBC ma la polizia ha revocato il permesso sostenendo che il corteo avrebbe potuto creare disordini passando davanti alla sinagoga.

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Brian Eno

Il presidente dell’organizzazione e’ il noto artista britannico Brian Eno,  musicista e produttore, collaboratore dei più grandi musicisti del panorama musicale da Phil Collins a David Bowie. Brian Eno, in un discorso sulla difesa del diritto alla protesta, ricorda come la merce più preziosa oggi sia l’attenzione delle persone, e come i media e le persone di potere tentino di attirare l’attenzione anche manipolando l’informazione.

 

La BBC

D’altra parte la BBC e’ stata accusata anche da componenti la comunità ebraica britannica di essere ostili verso Israele. Il Board of Deputies of British Jews, il Jewish Leadership Council e il Community Security Trust, che tutela le comunità ebraiche e monitora l’antisemitismo in Gran Bretagna, hanno affermato che l’emittente, di fronte alle loro lamentele, aveva reagito rimanendo sulla difensiva. In una loro lettere al Times hanno chiaramente detto che, se la narrazione non e‘ accurata, contribuisce ad alimentare l’odio nei confronti della comunità ebraica.

Le organizzazioni si riferivano a un report redatto dall’ex dirigente della BBC Danny Cohen nel quale si affermava: “Whenever the corporation is faced with the choice of whose account or narrative to believe, it seldom points in Israel’s direction. For Hamas in this war, proof is rarely necessary. For the IDF and Israel, proof is rarely enough.” (Ogni volta che la società si trova di fronte alla scelta di quale resoconto o narrazione credere, raramente punta nella direzione di Israele. Per Hamas in questa guerra, le prove sono raramente necessarie. Per l’IDF e Israele, le prove sono raramente sufficienti). Un portavoce della BBC pur ammettendo la difficoltà che sorgono nel raccontare un conflitto cosi’ complesso, ha pero’ confermato l’impegno dell’emittente a riflettere tutte le prospettive. Al contempo ha assicurato di prendere molto seriamente le critiche che le sono state mosse (The Guardian, 30/09/2024). 

 

L’approccio critico

Le recenti proteste sotto gli uffici della BBC a Edimburgo e nelle altre città del Regno Unito evidenziano una crescente consapevolezza della popolazione. La consapevolezza del fatto che in un momento storico come questo in cui l’informazione corre veloce ed e’ immediatamente disponibile per tutti, la narrazione non debba essere artefatta. D’altro canto, per i lettori e’ fondamentale sviluppare un approccio critico verso le notizie migliorando la capacita’ di verificare la fonte dell’informazione. Al contempo il lettore può e deve esigere una informazione di qualità, contribuendo affinché questo avvenga utilizzando un sistema di feedback. Attraverso le problematiche emerse sulla narrazione che la BBC veicolerebbe riguardo al conflitto Israelo-Palestinese si può riflettere sul significato di una copertura mediatica equa e su quanto l’opinione pubblica possa fare la differenza.

Testo, foto e video di Alessandra Gentili

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