Un fronte populista si è aperto nella politica occidentale. Sotto attacco e con disprezzo gli sforzi , per scongiurare il riscaldamento globale. Le politiche contro il cambiamento climatico , rappresentano un bersaglio perfetto per la retorica populista e ,le teorie del complotto. Questo perché le politiche per ridurre forzatamente le emissioni di carbonio si basano su conoscenze specialistiche, aumentano i costi per la gente comune, richiedono una cooperazione multilaterale e si basano sul controfattuale difficile da dimostrare che tali politiche scongiurerebbero disastri che, si verificherebbero.
I negazionisti delle politiche climatiche contestano i costi della transizione dai combustibili fossili, che in termini relativi peseranno di più sulle persone più povere e sui luoghi in cui i combustibili fossili svolgono un ruolo significativo nell’economia locale. Ma, come spesso accade con i populisti, i critici citano anche spesso disinformazione e teorie cospirative selvagge.
Prima di entrare alla Casa Bianca nel 2017 e ora lo ha ribadito , Trump ha twittato che il cambiamento climatico è una bufala “creata dai e per i cinesi al fine di rendere non competitiva la produzione manifatturiera statunitense”. Il partito di estrema destra spagnolo Vox ha etichettato l’agenda climatica delle Nazioni Unite come “marxismo culturale”.
Il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland ha accusato i partiti tradizionali di “dittatura climatica”. La bandiera contro la politica climatica la detiene Nigel Farage, l’agitatore britannico che ha guidato la campagna per lasciare l’Unione Europea. Nel 2022, ha criticato aspramente i piani net-zero del governo conservatore. “Nell’ultimo decennio, la gente ha costretto la classe politica a consentirci un voto sulla Brexit”, ha affermato. “Lo stesso deve accadere di nuovo in relazione a Net Zero”.
Alle elezioni europee, ha vinto un seggio parlamentare per il partito di estrema destra Reform UK dopo aver trascorso gran parte della sua campagna a inveire contro le politiche sul clima. La seconda rivolta anti-élite è già in atto. Alle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2024, anche se il centro ha ampiamente vinto, i partiti di estrema destra che sono scettici sulla battaglia contro il cambiamento climatico hanno guadagnato seggi e influenza, mentre i partiti verdi hanno perso voti e seggi.
Il Green Deal europeo, che mira a rendere l’UE climaticamente neutrale entro il 2050, probabilmente verrà ridimensionato. Negli Stati Uniti , la vittoria di Trump ha ulteriormente indebolito gli sforzi per combattere il cambiamento climatico. Lo smantellamento delle politiche a protezione del clima , probabilmente si intensificheranno man mano che le scadenze per raggiungere gli obiettivi net-zero si avvicinano sempre di più: i piani prevedono che il mondo abbandoni il carbone entro il 2030, il petrolio entro il 2045 e il gas entro il 2050. È improbabile che argomenti razionali riescano a convincere coloro che sono convinti della perfidia della transizione verde o ad alleviare le lamentele che alimentano il fermento populista in Occidente.
Solo gli incentivi economici convinceranno gli scettici dei meriti delle politiche climatiche. Se le tecnologie verdi sono più economiche di quelle marroni, allora le persone le adotteranno. I costi della transizione verde devono essere ridotti nel breve periodo e con più innovazione nel lungo periodo. Gli incentivi economici da soli non saranno sufficienti. I leader tradizionali devono anche mobilitare meglio i loro cittadini attraverso strategie politiche più coinvolgenti, narrazioni più emozionali e approcci politici più partecipativi e dal basso.
I governi possono ottenere il sostegno per le politiche climatiche quando tali misure promettono di fare una differenza tangibile per le persone nel presente, non semplicemente di salvare il pianeta in futuro. Obbligatorio osservare che c’è e continua a esserci , una profonda discrepanza che dura da decenni tra la portata della minaccia che gli scienziati dicono sia posta dal riscaldamento globale incessante causato dall’uomo e la risposta dei politici. E questo non è mai stato così chiaro come nella corsa presidenziale degli Stati Uniti del 2024. Nel maggio dello scorso anno, il Washington Post ha scritto che Donald J. Trump sperava di scambiare le inversioni delle normative sul clima con un miliardo di dollari di donazioni elettorali all’industria petrolifera. La minaccia di una profonda inversione di rotta della politica della Casa Bianca è in atto a iniziare dalla disdetta dell’Accordo di Parigi anche se le temperature globali hanno raggiunto nuovi livelli record, i diluvi mortali hanno regolarmente fatto notizia in tutto il mondo e nuovi studi hanno mostrato sempre più che gli obiettivi del trattato sul clima fissati nel 2015 sono fuori portata.
Oggi gli USA sono la punta di diamante delle politiche anticlima.La National Oceanic and Atmospheric Administration, o NOAA, ha tenuto un conteggio di disastri da miliardi di dollari dal 1980, fornendo alcuni dei dati più completi (Il cambiamento climatico potrebbe provocare gravi perdite economiche, afferma l’amministrazione Biden | Grist).
Nel 2023 ci sono stati 25 disastri , il maggior numero mai registrato, e la mappa del NOAA mostra che non hanno lasciato quasi nessun angolo del paese intatto. La Contea del Maui ha visto l’incendio più mortale nella storia moderna degli Stati Uniti , il Sud è stato colpito da una siccità di mesi mentre il Vermont ha sperimentato settimane di inondazioni.
Queste catastrofi hanno causato complessivamente più di 80 miliardi di dollari di danni. Si sono verificati secondo NOA e da quando dal 1980 tiene le registrazioni: otto eventi e mezzo in media all’anno ma dal 2023 si è verificata una media di 18 eventi di rilevanti che hanno superato la soglia del miliardo di dollari ogni anno. Nel 2023 gli Stati Uniti hanno subito disastri per 25 miliardi di dollari , un massimo storico
