Donne della meraviglia. Imparare ad amare se stesse a piccoli passi

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Un anno dopo la pubblicazione.

Oggi, 14 febbraio, giornata in cui il mondo festeggia l’amore reciproco, è trascorso un anno dalla pubblicazione del mio libro “Donne della meraviglia. Imparare ad amare se stesse a piccoli passi.” che invece si concentra a promuovere l’amore individuale. Un progetto più che un libro con uno scopo nobile: descrivere il percorso che mi ha portato all’amore verso me stessa e all’accettazione dei miei limiti. Non è un manifesto femminista anzi. Ho scritto il libro mossa dal desiderio di guardarmi intorno e vedere persone che si vogliono bene e, di conseguenza, amano e rispettano gli altri e il mondo in cui vivono. Ho sentito quasi il dovere morale di rendere pubblico il mio pensiero. Dopo un anno, posso dire che questo progetto sta prendendo piede.

Ho tenuto numerosi incontri collegati al libro in cui donne dalle vite più disparate hanno raccontato la loro esperienza e sono state ascoltate da altrettante donne e uomini che hanno imparato qualcosa o hanno semplicemente trovato coraggio e speranza da quella condivisione. Incontri che continuerò a tenere affinché questo messaggio di meraviglia possa continuare a diffondersi, col sogno di evitare,  in un domani magari prossimo, i numerosi femminicidi o le innumerevoli violenze silentemente patite a causa della sempre più diffusa “malattia” della dipendenza affettiva. Oltre che un progetto è anche un percorso: il libro è infatti articolato in 14 passi, leggeri, brevi ma densi da provare ad applicare uno al giorno. È un percorso che può essere fatto anche più volte per provare a sempre di più crescere. Di seguito riporto un passo del libro che esprime bene quanto detto finora ed è il mio regalo personale per questa giornata.

 

<<Qualcosa sull’amore.

Siamo perennemente ossessionate dal trovare l’altra metà della mela quando in realtà non sappiamo che è alla metà che possediamo che dobbiamo dare più cura. L’ amore per se stesse parte dalla conoscenza di sé, della propria bambina interiore, dei suoi bisogni e delle sue paure. È lei che va cercata, nutrita, amata e PERDONATA. L’ errore più comune che commettiamo è quello di cercare ”fuori” ciò che dovremmo costruire o, più semplicemente, trovare dentro di noi. Finiamo, quindi, col legarci a uomini che sappiamo coscientemente non essere giusti compagni, solo perché accettiamo la sfida di essere amate da chi è restio all’amore, da chi regala briciole, da chi dà mille e poi si tira indietro e poi ritorna, dal manipolatore che ha manie di possesso e di egocentrismo, da colui che, sì, chiede ”come stai?” ma solo per potersi sentire in potere, dopo non aver nemmeno ascoltato la risposta, di riversare su di te i suoi di problemi. 

Tutto questo perché la nostra bambina interiore scalpita dalla voglia di essere perdonata, amata, rassicurata, VISTA. Abbiamo un po’ tutte la paura di rimanere da sole e, piuttosto che colmare il vuoto con il metterci in gioco scoprendo nuove opportunità di essere ciò che DAVVERO si è, conoscendo si meglio, guardandoci dentro, proiettiamo su di noi le nostre stesse paure e scagliamo nei confronti della nostra bambina interiore accuse e frasi ingiuriose per metterla a tacere. Qual è l’effetto, però, dell’alzare la voce verso un bambino capriccioso? Quale se non quello di alimentare la sua paura e generare una crisi anche peggiore? Dunque, la prima cosa che suggerisco, in primis a me stessa, è chiudere gli occhi, respirare profondamente e visualizzare quella bambina piccina che grida aiuto. Proverete sicuramente una gran tenerezza e abbracciandola potrete dirle:

“Sono ciò che diventerai, aiutami ad amare e ad abbracciare ciò che sono stata, camminiamo insieme verso ciò che saremo! “>>

 

Giuliana Donnarumma

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