La questione “gender”: una sfida per l’antropologia cristiana

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

Di

di Michela Cinquilli

L’espressione ideologia gender si fa risalire ad alcuni documenti delle istituzioni vaticane. La si ritrova, in particolare, nel Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche, redatto a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia, pubblicato in Italia nel 2003 e tradotto in numerose lingue tra il 2004 e il 2007. Si tratta di un dizionario enciclopedico contenente lemmi su questioni di genere, sessualità e bioetica. L’espressione è impiegata per additare espressioni linguistiche legate alle relazioni familiari e personali, ma che si sostiene essere incerti e fuorvianti, poiché si discostano dalla «realtà» e dalla «verità», con il fine ultimo di rivendicare la legittimità della (sola) famiglia eterosessuale fondata sul matrimonio. 

Nel 2006-2008, e poi nel 2012, l’espressione “gender” come «nuova filosofia sulla sessualità» è stata fatta propria dallo stesso Papa, transitando dai documenti vaticani al dibattito pubblico ritenuta profondamente errata, in cui il sesso è diventato un ruolo sociale deciso autonomamente e l’uomo, ormai ridotto a solo spirito e volontà, rigetta l’essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina.

L’antropologia cristiana mette al centro, come unico assoluto morale, l’essere umano concreto, sommo bene che non può mai essere sacrificato e riconosce l’importanza di relazioni gratuite, reciproche e amorevoli perché ogni singola persona fiorisca nella sua umanità, unica e irripetibile. La società è chiamata a rendere visibile questo stile con gesti concreti di accoglienza e di inclusione, superando giudizi superficiali e sommari. A partire da qui, cioè dall’agire comunitario, sarà poi possibile impegnarsi in una riflessione che abbia per oggetto le relazioni, le differenze, i ruoli, le emozioni, la sessualità, le forme di convivenza e gli assetti istituzionali, pubblici ed ecclesiali. E in questi campi il gender ha molto da farci scoprire… 

In particolare, assumono un ruolo determinante quanti operano nel campo dell’educazione delle nuove generazioni, in un tempo di “emergenza educativa” proprio sui temi dell’affettività e della sessualità, dove c’è molta confusione. La Congregazione per l’educazione cattolica nel 2019 ha pubblicato il documento Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazioneIl documento della CEC è un vademecum indispensabile per tutti gli educatori da cui partire perché riconosce elementi positivi del gender e ovviamente mette in luce anche gli aspetti problematici, che ci sono! Inoltre, invita ad assumere atteggiamenti proattivi nei confronti della categoria, attraverso l’ascolto attento, il ragionamento critico e la proposta educativa adeguata e precisa. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina.

Al di là di incomunicabilità e fraintendimenti, azioni di attacco e barricate difensive, proprio nella sua incandescenza il dibattito segnala un nodo di senso ineludibile: quale rapporto intrattenere e coltivare con la nostra dimensione biologica, in un tempo in cui i confini di ciò che è ‘naturale’ si sono ridefiniti e sono continuamente forzati in ogni direzione? 

A fronte di una ‘idolatria dell’io’ che, come riconosceva Hannah Arendt, a partire dalla modernità ha preferito scambiare ciò che ha ricevuto come un dono con qualcosa che ha fabbricato con le proprie mani, un discorso sul ‘gender’ oggi dovrebbe uscire dall’opposizione natura cultura (siamo naturali e culturali in quanto umani) e spostarsi sul piano simbolico. Questa teoria tenta di trasformare in modo definitivo la cultura e le regole di convivenza civile, cambiando completamente l’idea di natura e di identità naturale, il concetto di famiglia e di procreazione, tutti nodi fondamentali per un’antropologia cristiana.

foto Pro Vita e Famiglia

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