La Papessa, modello di emancipazione femminile

Teatro

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Il mito di Giovanna come simbolo di coraggio, autodeterminazione e di lotta per la parità

La Papessa Giovanna è una figura leggendaria che, tra l’VIII e il IX secolo, avrebbe raggiunto il soglio pontificio travestendosi da uomo. Tuttavia, la sua esistenza non è confermata da fonti storiche attendibili e la maggior parte degli studiosi moderni considera la sua storia un mito, probabilmente nato nel Medioevo come satira o ammonimento morale.

 

Lo spettacolo “La Papessa”, scritto e diretto da Angela Ricci, andato in scena al Teatro Porta Portese di Roma, si ispira a quel mito e offre una riflessione profonda sulla condizione femminile attraverso un abile intreccio di narrazione storica, simbolismo e tensione drammatica.

 

La vicenda della protagonista, che ha attraversato i secoli come un racconto di inganno e punizione, diventa nel contesto della pièce una metafora  della lotta per l’autodeterminazione. Il travestimento della Papessa non è solo un espediente narrativo, ma un segno distintivo della necessità, spesso imposta alle donne, di adattarsi a un sistema che le esclude dal potere.

E’ il simbolo di tutte coloro che, come Ipazia di Alessandria, le sorelle Brontë, George Sand o Marie Curie hanno superato ostacoli culturali e professionali per affermare il loro diritto a essere riconosciute. La folla che si scaglia contro Giovanna non esprime solo l’indignazione della società medievale per la trasgressione dell’ordine precostituito, ma riflette un sistema che, ancora oggi, punisce le donne che sfidano i confini imposti dai cliché convenzionali, dai pregiudizi radicati e dalle aspettative tradizionali.

 

Annalisa Peruzzi, nel ruolo della Papessa, incarna una figura complessa e ambivalente, sospesa tra la necessità di nascondere la propria identità e il desiderio di affermarsi. La messinscena della Ricci traduce con efficacia questa dicotomia, alternando frammenti di intensa emozione a trame evocative, come il racconto dei cantastorie (Alice Coppola e Davide Doro). I loro interventi spezzano la linearità del racconto, creando un gioco di rimandi tra passato e presente, tra storia e leggenda. Attraverso una sapiente alternanza di toni (dall’epico al grottesco, dal lirico all’ironico) i cantastorie trasformano la figura di Giovanna in un’icona mutevole, filtrata dalla memoria popolare e dalle diverse letture che nel tempo si sono sovrapposte. La loro presenza diventa quindi un ponte tra il pubblico e l’interprete principale, invitando così gli spettatori a interrogarsi su come il genere sia stato (e sia ancora) codificato e raccontato.

 

L’uso calibrato di luci e ombre sottolinea il conflitto del personaggio chiave. Le coreografie di Carla Di Donato, caratterizzate da gesti misurati e linee plastiche, amplificano il senso di costrizione vissuto dalla Papessa, contrapponendosi a sequenze più fluide e armoniose nei momenti di maggiore consapevolezza e libertà.

 

L’accompagnamento musicale gioca un ruolo fondamentale nel definire l’atmosfera dello spettacolo. Le composizioni originali di Carmelo Caprera creano un sottofondo che segue l’evoluzione della vicenda, mentre il brano Brillare, composto ed eseguito da Luca Angeletti, emerge nei passaggi più significativi. La sua chitarra si inserisce con discrezione, accentuando le emozioni senza mai sovrastarle e dona profondità ai momenti più intimi.

da sx: Luca Angeletti e la coreografa Carla Di Donato

Il cast contribuisce in modo coeso alla riuscita della messa in scena. Gianluigi Catalano (Sebastian) si distingue per un’interpretazione misurata, che offre un contrappunto efficace alla protagonista. Anastasia Meucci (Margherita), Anna Maria De Santis (Giuditta) e Simona Di Clemente (Romilda) delineano profili emblematici che arricchiscono il quadro complessivo, mostrando diverse sfaccettature della condizione femminile all’interno della società rappresentata.

One Reply to “La Papessa, modello di emancipazione femminile”

  1. ALESSANDRO ha detto:

    Stupendo spettacolo e ottima interpretazione del personaggio Giovanna e di Sebastian. Bellissima serata. Bravissimi tutti gli artisti che hanno interpretato vari ruoli e anche i cantastorie. Una serata da ricordare

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