Il valore formativo di ogni sport, é un qualcosa che ha valore inestimabile. Ma nell’equitazione esiste un valore aggiuntivo, c’è quel qualcosa che non troviamo negli altri sport; il rispetto per un compagno di squadra diverso, un altro essere senziente, il cavallo, e con lui ,quel rapporto, si può e si deve creare con nell’ottica di una buona riuscita in sicurezza.
Negli ultimi decenni, lo sport è rientrato, in maniera sempre più crescente, fra quei valori formativi per l’educazione e la giusta crescita dell’infanzia, tant’è che si è visto rriconoscerli un proprio valore scientifico, giuridico e sociale proprio di recente.
Grazie a un’ innovativa riflessione pedagogica, le attività motorie sono rientrate a pieno titolo nelle scienze dell’educazione, offrendo una nuova prospettiva, anche culturale, poiché , dopo la famiglia e la scuola, lo sport rappresenta, a tutti gli effetti, la terza “istituzione” educativa nel nostro paese.
Oggigiorno, i bambini si affacciano agli sport in età pre-scolare e questo impone una grande attenzione alle loro necessità di sviluppo psico-motorio, in funzione all’etá evolutiva. Non si può pertanto approcciarsi verso bambini così piccoli, senza tenere conto delle loro necessità con lo scopo di un ottimo sviluppo psico-motorio in base alla loro fascia di età. A tal proposito abbiamo chiesto a un istruttore di sport equestri, con più di 40 anni di esperienza, quale secondo lei, sarebbe il metodo migliore per l’avviamento allo sport per ogni fascia di età. Lucilla Montanari, istruttore di 3° livello della Federazione italiana sport equestri, chiarisce quali dovrebbero essere i requisiti giusti e la metodologia da seguire
“ È di fondamentale importanza, innanzitutto, individuare la fascia di età dei bambini. Quindi, se ci si approccia , per iniziare, a bambini in età prescolare ( 3-6 anni ) bisognerà stimolare e sviluppare, attraverso circuiti di gioco ben definiti, gli schemi motori di base che sono univoci per qualsiasi sport come camminare, correre, rotolare, saltare e via dicendo. La differenza negli gli sport equestri sta proprio nel fatto che, nell’apprendimento della tecnica, non si possono usare gli schemi di base poc’anzi menzionati perché il tutto si svolge sopra a un altro essere vivente in movimento, il cavallo o pony nel caso di bambini cosi piccoli. Non si ha qui un solido appoggio sul terreno – come siamo abituati naturalmente – e le articolazioni sono inizialmente passive sul cavallo, a differenza del camminare, correre e rotolare. Sarà quindi molto stimolata la ricerca di nuovi adattamenti in questa “ nuova meravigliosa dimensione”. Questa è la parte più difficile e più lunga da insegnare ma che – se ben fatta – getterá le basi per un buon futuro sportivo fatto di competenza e di capacità psico-motorie del futuro atleta adulto.
Di fondamentale importanza è l’approccio nella relazione con il cavallo. Il bambino dovrà imparare le regole del mondo del cavallo che sono ben diverse da un qualsiasi altro compagno di gioco. Il cavallo infatti, che in natura è una preda a differenza dell’uomo, si interfaccia con il resto del mondo in una maniera completamente diversa , diversa per esempio dal cane o dal gatto. L’aspetto principale per un cavallo-preda, è quello di salvarsi la vita attraverso la fuga, ha reazioni repentine improvvise e comunque comunica senza la voce – sempre a differenza dei cani e dei gatti – ma attraverso degli atteggiamenti ben precisi, utilizzando una serie di mimiche facciali e corporee che i bambini dovranno assolutamente imparare a riconoscere, sia per una questione di sicurezza che per la formazione di un futuro binomio cavallo – atleta ….. per tutto questo ci vuole tempo e pazienza. Purtroppo oggi, lo sport equestre come tutto il resto delle nostre vite, è diventato estremamente frettoloso e i bambini sono avviati, gia dopo pochissimo tempo di prqtica sportiva equestre, sui circuiti agonistici, tagliando spesso tutte le tappe a danno sia dell’aspetto psico-notorio che della sicurezza. Anche , e soprattutto, nel ludico – quindi nelle fasi iniziali di apprendimento di questo sport – si necessita la presenza di personale altamente qualificato e preparato. Oggi, rispetto al passato dove il percorso per diventare istruttore era molto lungo e articolato, mi rimane difficile pensare che un sedicenne possa avere l’esperienza e le tantissime nozioni fondamentali per seguire adeguatamente una fase di preparazione così importante e delicata anche emotivamente e che segnerà la base per il futuro di atleta”
Al di là dell’aspetto prettamente sportivo, appare evidente che ogni sport debba essere non solo agonismo ma soprattutto un luogo di formazione mentale e fisica, un momento educativo e di inclusione e, nel caso specifico dell’equitazione, la creazione di un rapporto sano e rispettoso nei confronti di un altro essere senziente che ci regalerà bellissime emozioni che solo montando un cavallo nel rispetto della sua parte psico-motoria, si possono provare. Perché, negli sport equestri, gli atleti sono due, il cavaliere e il cavallo.
