Una nuova formazione per i lavoratori della sanità

Comunicati stampa

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Una nuova formazione per i lavoratori della sanità per una  rinnovata educazione alla salute delle giovani generazioni!

Dichiarazione di   Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale Sindacato Medici Italiani (SMI)

BARI – Si parla molto di una rivisitazione  delle figure professionali degli operatori della salute che operano nel nostro Paese e nelle Regioni, attraverso nuovi contratti di medicina generale e di pediatria, ma la salvaguardia della  salute  deve oggi fare i conti con  una visione più ampia e se vogliamo   ispirata all’ One Health. Un modello sanitario basato sull’integrazione di discipline diverse, (medici, pediatri,  ambientalisti, economisti, sociologi, pedagogisti, assistenti sociali) riconosciuto da molti anni dall’Italia, dalla Commissione Europea e da tutte le organizzazioni internazionali  che sono impegnate per la salute di tutti.

Queste figure professionali sono anche quelle che principalmente si occupano della salute minorile, un tema che sta emergendo inequivocabilmente all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e che investe le nostre città. Va detto che per affrontare  in modo efficace   la salute minorale bisognerebbe cambiare  il sistema legislativo in cui si opera attualmente, riformulando e aggiornando il sistema delle professioni. A partire dal medico di medicina generale e dal pediatra di libera scelta, prendendo atto che vi saranno  grandi cambiamenti nell’organizzazione del lavoro a tempo pieno nell’ambito dei servizi ambulatoriali. Sia il medico che il pediatra, infatti,   dovranno assicurare delle ore di lavoro aggiuntive nel Distretto Sanitario e nelle Case e negli Ospedali di Comunità (qualora si realizzeranno) con la riforma della sanità, prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Vi sono tutti i motivi  per delineare un progetto nuovo  di educazione alla salute  che parta dai territori, coinvolgendo le scuole e le istituzioni di prossimità. Bisognerebbe dotare ai professionisti medici e agli operatori della sanità una  nuova formazione finalizzata alla promozione  di una dimensione positiva della salute, non solo per fronteggiare le malattie che dominano il quadro epidemiologico nei paesi sviluppati, ma anche per recuperare la centralità partecipativa della persona nella gestione della propria salute.

Per affrontare e curare, per esempio, i danni  alla salute e alla sfera psicologica che il  cyberbullismo  (una forma di bullismo)  reca alla salute dei giovani. Il cyberbullismo, vorremmo ricordare,   risulta essere  un comportamento di prevaricazione intenzionale, ripetuto e volto a mantenere una differenza di potere. La particolarità è che tale comportamento è portato avanti negli spazi online (quindi social network, videogiochi online, gruppi di messaggistica).

Da questi  cambiamenti della nostra realtà vi è la necessità di una rinnovata  educazione sanitaria che affronti le maggiori tematiche della salute in età infantile ed adolescenziale, a tutti i livelli della carriera scolastica con il  compito di preparare le nuove generazioni al raggiungimento di quell’indispensabile livello di consapevolezza critica necessaria per affrontare  rischi per la salute che si annidano al giorno d’oggi.

Occorrerebbe puntare su progetti integrati, con al centro la salute dei giovani, tra la scuola, aziende sanitarie, società scientifiche e sindacati.

Le stesse forze sindacali e politiche si dovrebbero assumere una nuova responsabilità, favorendo un agire interdisciplinare e superando la logica  della divisione a compartimenti tra le professioni specialistiche. Per  il soddisfacimento di salute dei  giovani, vi sarebbe bisogno di una più stretta  integrazione tra il medico, lo psicologo, il pediatra, il pedagogista,  l’educatore, l’assistente sociale. Avremmo bisogno, inoltre, d’individuare, anche dal punto di vista sindacale, delle politiche comuni di tutela di queste figure professionali, celebrando anche la Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato che si è tenuta  il 20 febbraio.

Puntiamo, in definitiva,  a costruire un nuovo progetto di salute a favore dei ragazzi,  per dare sostegno alle famiglie,  prendendo  esempio dalle migliori esperienze in Europa.

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