Tracce invisibili di Longevità

Longevità, prevenzione & stili di vita

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La corretta “Direzione di Longevità” intrapresa è oggi valutabile con esami di laboratorio accurati e sempre più alla portata di tutti.

Nel Paleolitico l’aspettativa di vita non superava i 25 anni, nel V secolo a.C. difficilmente si potevano superare i 40 anni, nell’Ottocento qualcosa in più mentre agli inizi del 1900 l’aspettativa di vita media era di circa 31 anni, oggi i dati demografici confermano il costante incremento della vita media della popolazione italiana che ha caratterizzato tutto il secolo trascorso. Nel 1939 l’aspettativa di vita alla nascita era pari a 59 anni e mezzo, per poi scendere nel 1943 a causa della Seconda guerra mondiale a 49, e risalire a 59 anni nel 1946. Quindi, dalla fine della Seconda guerra mondiale in Italia la vita media si è allungata di oltre 23 anni. Questo aumento è dovuto in gran parte al miglioramento delle cure mediche, all’alimentazione e delle condizioni sanitarie. Ma è possibile continuare a prolungare la vita? Gli ultra 65enni sono oggi il 24% della popolazione (14,16 milioni) e sono destinati a diventare oltre il 35% nel 2045/2050, gli ultraottantenni, oggi quasi 4,5 milioni, gli ultranovantenni (circa 800mila) e ultra centenari oggi oltre 20mila, destinati a raddoppiare.

Nel 2019, uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha suggerito che l’età massima alla quale potremmo vivere è di circa 120 anni. Non tutti gli individui della stessa età invecchiano allo stesso modo. Per questo motivo è importante identificare dei marcatori molecolari che possono stimare il grado di invecchiamento di un organismo. Questa informazione potrebbe essere utile per prevenire lo sviluppo prematuro di problemi associati all’età, prendendo in considerazione la possibilità di effettuare cambiamenti nel suo stile di vita. 

Come valutare la “Direzione di Longevità” intrapresa? Risponde il Direttore del Longevity Center Sant’Andrea di Bari, dott. Luigi Aprile:

Dott. Luigi Aprile Direttore Longevity Center Bari

Più invecchiamo e più il DNA si danneggia, i neuroni non si dividono e invecchiano per un DNA che ripara sempre meno. La vulnerabilità cellulare rende i neuroni terreno fertile per le malattie neuro degenerative e il declino cognitivo.

Si accumulano sostanze dannose come i radicali liberi che diventano tossiche per il DNA, i radicali liberi derivano dal metabolismo ossidativo della cellula che in condizioni normali viene stabilizzato da meccanismi  di difesa, quando le concentrazioni di radicali liberi aumentano e diventano tossiche si parla allora di “Stress Ossidativo”.

La metilazione del DNA invece, interferisce con l’attivazione o disattivazione di  determinati geni in situazioni tossiche quali  l’eccesso di consumo di alcolici, la carenza di vitamine e l’infiammazione conseguente che va modificata. 

Nei Centri ultra specialistici come il Longevity Center Sant’Andrea di Bari sono valutabili  parametri di laboratorio importanti per la  longevità quali: lo Stress Ossidativo, la Telomerasi e la lunghezza dei Telomeri.

I telomeri sono dei cappucci sopra il terminale dei cromosomi, organuli delle cellule implicati nella divisione e deputati a dare stabilità al DNA evitando che si riavvolgano su stessi e siano artefici di una divisione cellulare irregolare. Un danno a carico dei telomeri, come in situazioni di stress, rende la divisione cellulare più difficile e di conseguenza la capacità dell’organismo di generare nuove cellule. Un po’ alla volta l’organismo stressato si avvia verso un’errata direzione di longevità, da correggere con un immediato cambio dello stile di vita.

Umberto Palazzo

Editorialista de Il CorriereNazionale.net

 

 

 

 

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