Chi è per noi il Papa oggi?

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È ormai dal 14 febbraio che i riflettori sono puntati sulla finestra del Vaticano 3, appartamento papale sito al decimo piano dell’ospedale Gemelli di Roma.

Tutti aspettano i bollettini dell’equipe medica di papa Francesco e sperano di rivederlo presto in ottima salute e di sentirlo nuovamente pronunciare il suo iconico saluto:

<<Non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.>>

Numerosi in questi giorni sono gli articoli circa la sua patologia e la sua salute, questo articolo, però, vuol avere ben altro taglio e scopo: provare a comprendere cosa rappresenti la sua figura nella società di oggi.

In un mondo sconvolto da conflitti e comandato dall’interesse, come viene visto il vescovo di Roma? Sembrerebbe, infatti, quasi un ruolo appartenete ad un’epoca antica, una figura di “un altro mondo in questo mondo”.

Chiediamo a tal scopo aiuto alla lingua italiana che già contiene in sé risposte e significati, analizzando i molteplici appellativi del Santo Padre.

Egli è definito Pontefice, dalle due parole latine pons pontis «ponte» e facĕre «fare» egli è per definizione colui che costruisce un ponte o colui che fa da ponte.

Già nell’antica Roma pontefice era ciascuno dei membri del collegio giuridico-sacerdotale che aveva il compito di conservare le tradizioni religiose e giuridiche della città, di controllare il culto pubblico e privato.

Nella Chiesa cattolica, titolo usato, a partire dal V secolo, per indicare i vescovi. Oggi è una figura più che mai necessaria, un esempio che unisca invece di dividere, crei comunione e metta in dialogo realtà diverse.

Necessitiamo di un qualcuno, specie di un capo di stato, che non pensi unicamente agli interessi particolari piuttosto a quelli universali; abbiamo bisogno di una persona che, alla maniera di Cristo, sia fonte di “scandalo e stoltezza”, sia provocatore e diffonda ancora un messaggio di verità ad ogni costo.

Ecco, quindi, che per noi uomini di oggi il Pontefice crea una continuità, un collegamento tra tempi e mondi sempre più divisi, nonostante la globalizzazione e la digitalizzazione abbiano apparentemente diminuito le distanze.

Un titolo più comune e meno solenne con cui si indica il successore dell’apostolo Pietro è anche Papa, dal latino papa, a sua volta derivato dal greco pàpas (o pàppas) col significato di «padre».

Quale padre, Papa Francesco non si è mai sottratto alla responsabilità di indirizzare i figli, essere guida, punto fermo, conforto cosa che oggigiorno è di vitale importanza laddove sussistono pochi padri esemplari a cui guardare.

Il suo essere padre ci costringe a guardare a noi stessi come figli impedendoci, di tutta risposta, di cadere vittime del delirio di onnipotenza. Come fa un padre indica una direzione, corregge, dà consigli ma non si sostituisce, ripete quanto più può ciò che è giusto in modo clemente ma deciso.

Egli è, per definizione, anche un vescovo tra i vescovi.

Croce pettorale del buon pastore

Vescovo dal latino epĭscŏpus, a sua volta dal greco ἐπίσκοπος sta per «ispettore, sovrintendente». Come tale ha ammesso in prima persona, come molti altri prima di lui, le colpe della Chiesa, chiedendo scusa per esse e correndo ai ripari laddove possibile; ha cercato di indirizzare il più possibile ad un regime di vita sobrio, aderendovi lui stesso indossando sin dal primo giorno la croce pettorale più semplice che potesse esserci benché potente per significato: la croce del buon pastore.

Oggi, in conclusione, si guarda al Papa come un esempio di “Primus inter pares” che sa essere ponte in un mondo diviso, guida in una società in cui non ci si affida più a nessuno e direzione in una realtà in cui si corre non avendo ben chiara la meta.

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