Il papa sta male e già è cominciato lo sciacallaggio

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Sta male, per fortuna non è ancora morto, e speriamo non sia ancora giunta l’ora di questo papa più vicino al vangelo di quanto lo fossero i suoi due predecessori, e già è cominciato lo sciacallaggio. Persone in cerca di notorietà, pronte magari a scrivere libri, spargono la voce infondatissima che il papa sarebbe già morto. E perché la Chiesa non dovrebbe comunicare subito la morte del Pontefice? Mistero.
A questi giornalisti si aggiunge l’arcivescovo cacciato dalla Chiesa, Viganò, con le sue farneticazioni: “Il Papa venga processato per i suoi delitti”. Ma guarda un po’. Vuoi vedere che per opera e virtù dello Spirito Santo nel conclave fu eletto papa un feroce bandito? Ma la castroneria più grossa è che questo papa, vicino agli ultimi, ai poveri, ai migranti, alle vittime delle guerre, sia un usurpatore. Il che equivarrebbe a dire che papa Ratzinger non fosse un vero cristiano, non fosse un buon papa. Infatti, Benedetto XVI non fu eliminato fisicamente, non fu segregato in una cella, non gli fu impedito di parlare, di scrivere, di farsi ascoltare. Perché non avrebbe denunciato apertamente l’usurpazione? Sarebbe stato un ipocrita se, ritenendo d’essere stato estromesso da papa Francesco, avesse continuato a fingere d’essere con lui in ottimi rapporti. Non sarebbe stato un buon cristiano se non si fosse ricordato della raccomandazione di Gesù: “Ma il vostro parlare sia: “Sì, sì; no, no”; poiché il di più viene dal maligno” (Mt 5,37).
Ma perché quest’antipatia di molti per papa Francesco e tanta nostalgia di molti per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI? Semplice: questo papa, come ho già detto, è più vicino al vangelo di quanto lo fossero i suoi due predecessori. Coloro che amano il vangelo, hanno in simpatia questo papa.
Gli appassionati del Catechismo, che spesso si allontana dal vangelo, non sopportano papa Francesco. Uno di questi è Viganò. Vale la pena ricordare, soprattutto alle donne, che questo è stato il primo papa nella storia a pronunciarsi contro la grave piaga dei femminicidi.
Renato Pierri

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