Alle 0.50 di 81 anni fa il più grave disastro ferroviario, italiano ed europeo : 600 morti o forse più. Andavano al mercato nero di Potenza , per acquistare generi alimentari. Un caso sul quale ancora oggi non è stata fatta completamente luce. Uccisi da ossidi di carbonio e zolfo. Attuazione del modello istituzionale italiana consolidato per le colpe : nessun responsabile . Il silenzio una storia fatta di fame , paura e guerra. Della tragedia si occupò il Times nel ’51, e scrisse che : “ il Governo alleato si sforzò di occultare l’incidente per evitare l’effetto deprimente sul morale degli italiani. Furono sepolti in 4 fosse , senza alcun rito funebre. Fu il figlio di una vittima a far costruire una cappella per tutte le vittime e dove è possibile portare un fiore.
Ottantuno anni fa , nella notte tra il 2 e 3 marzo del 1944 , esattamente dopo la mezzanotte la più grande tragedia ferroviaria italiana ed europea. II treno 8017 dopo aver lasciato la stazione di Balvano e imboccata la “ Galleria delle Armi “, dopo 500 metri si bloccò e quasi tutte le persone che trasportava morirono. Il treno era partito da Napoli e in trazione elettrica fino a Salerno dove iniziava la trazione , a vapore. Due locomotive a vapore alimentate dal carbone furono posizionare entrambe alla testa del treno e, da taluni fondatamente definita incongruo questo posizionamento atteso che , la giusta composizione doveva essere una locomotiva in testa e una in coda. Le persone in prevalenza napoletani e salernitani si recavano a Potenza al “ mercato nero”, per scambiare sigarette , cioccolato con uova, farina , generi alimentari. Molti altri per acquistare viveri per la propria famiglia. Un altro treno precedeva l’8017 che , in attesa del via libero si fermò nella stazione di Balvano erano le 23.50 del 2 marzo 1944. I macchinisti dell’8017 in previsione della ripresa del viaggio e sapendo che il tracciato in galleria , lungo 1682 metri e pendenza del 12,8 per mille , iniziarono a spalare carbone per avere più pressione in caldaia e quindi più forza di trazione.
Alla mezzanotte e cinquanta il treno ripartì da Balvano e sarebbe giunto nella stazione successiva , Bella Muro , distante 8 chilometri dopo circa venti minuti. Il treno non arrivò mai a Bellamuro !
Il numero dei morti è ancora oggi indeterminato anche se ufficialmente le persone decedute furono 501 passeggeri, 8 militari, 7 ferrovieri e 90 sopravvissuti. Altre stime parlano di 600 morti considerato che moltissimi non vennero riconosciuti. I corpi dei poveri e sfortunati passeggeri furono tutti allineati nella stazione di Balvano , sepolti in 4 fosse comuni e senza alcun rito religioso. Le cause ipotizzate del disastro furono molteplici e per taluni mere congetture : l’assenza di vento che, causo la saturazione della galleria da ossido di carbonio e zolfo . La galleria presentava già una concentrazione alta di ossido di carbonio a causa del passaggio, poco prima, di un’altra locomotiva. La foschia della notte e quindi l’umidita che , aveva impregnato la superfice dei binari agendo da sottile strato lubrificante che riduce significativamente l’aderenza della ruota sulla rotaia generando lo slittamento del treno e quindi la sua immobilizzazione . Tant’è che il macchinista tentò inutilmente di scaricare sabbia sul binario nel tentativo di ripristinare l’aderenza , un fenomeno fisico che si manifesta nel contatto ruota/rotaia e che , consente la trasmissione dello sforzo di trazione.
Altra causa il sovraccarico del treno formato da 47 vagoni e massa pari, a 520 tonnellate che diventarono circa 575 tonnellate con i passeggeri. Una incredibile serie di eventi segnò la tragedia. L’unico fuochista sopravvissuto della locomotiva di testa dichiarò che , il macchinista suo compagno, prima di svenire aveva tentato di manovrare per uscire dalla galleria all’indietro.
La seconda locomotiva interpretò l’andare indietro come una perdita di potenza e aumentò la forza di spinta , per andare avanti Entrambi non potevano comunicare per accordarsi nell’andare entrambi nello stesso senso di marcia prima di perdere i sensi, a causa delle esalazioni.
A completamento della tragedia il ferroviere frenatore del carro di coda vedendo che , il treno retrocedeva attivò il freno manuale rendendo impossibile il movimento del treno.
Molti avevano acquistato un regolare biglietto valido sulla tratta nonostante il treno fosse composto da soli carri merci. Un mese prima, in una galleria sulla tratta Baragiano/Tito, immediatamente successiva a quella della tragedia e con pendenze superiori al 22 per mille, un treno con militari USA aveva subito un incidente simile. Il personale era rimasto intossicato dai gas di scarico del carbone di scarsa qualità. Le Fs per evitare eventi simili decisero di limitare nella tratta da Baragiano il limite , a 350 tonnellate riducendo sforzi di trazione ed emissioni.
Venne stabilito a Battipaglia il punto di applicazione di queste normative, per evitare di dover compiere operazioni di separazione sulla linea montana. Quindi il treno con massa di 520 tonnellate mai doveva partire da Battipaglia .
Evidenti le colpe riguardo alla normativa , al limite di carico, alla composizione del treno con due locomotive in sequenza. Dubbi sulla tempestività dei soccorsi e sull’operato dei capistazione di Balvano e Bella-Muro, che non accertarono subito la posizione del treno quando questo apparve in ritardo sulla tabella di marcia.
E’ stato il più grave disastro delle ferrovie italiane e che, ancora oggi sfugge a ogni statistica.
La cifra istituzionale italiana consolidata : nessun colpevole .Il silenzio seppellì una storia fatta di fame , paura e guerra. Della tragedia si occupò il Times nel ’51, e scrisse che : “ il Governo alleato si sforzò di occultare l’incidente per evitare l’effetto deprimente sul morale degli italiani” .
Per molti anni i parenti delle vittime non hanno avuto neppure una tomba sulla quale piangere.
Quarantasei anni fa un orfano che, gestiva un distributore di benzina di Torre del Greco con grandi sacrifici fece costruire una cappella di marmo per tutte le vittime, nel cimitero di Balvano e dove parenti possono portare un fiore e pensare ai loro cari. Anche la mia famiglia fu colpita con la morte di tre fratelli di mia madre di 16 , 19 e 24 anni .