Le serve

Eventi, Musica & Spettacolo

Di

Sabato 1° marzo è andato in scena presso il Teatro Sperimentale di Pesaro il capolavoro di Jean Genet ‘Le Serve’ (regia di Veronica Cruciani) nel cartellone di TeatrOltre, festival giunto alla 21a edizione, ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà da AMAT (Platea delle Marche) con 10 Comuni del territorio, tra i quali quello di Pesaro, palcoscenico ampio per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei.

In scena abbiamo apprezzato ed alla fine lungamente applaudito  Eva Robin’s (icona pop del transgender dall’originale percorso teatrale, nel ruolo di Madame), Noemi Apuzzo e Matilde Vigna (Premio Ubu come Migliore attrice Under 35) nei ruoli di Claire e Solange Lemercier :  un perfetto congegno di teatro nel teatro che mette a nudo la menzogna della scena, “uno straordinario esempio di continuo ribaltamento tra essere e apparire, tra immaginario e realtà”, come scrisse Jean-Paul Sartre nell’introduzione all’opera.

Il dramma di Genet (titolo originale ‘Les bonnes’) composto nel 1946 ed andato in scena per la prima volta l’anno successivo presso il Théâtre de l’Athénée a Parigi, è liberamente ispirato ad un fatto di cronaca che scosse l’opinione pubblica francese nel febbraio 1933. posto in essere dalle sorelle Christine e Léa Papin, cameriere presso una famiglia borghese a Le Mans.

Lo psicanalista francese Jacques Lacan si interessò a questo delitto e ne scrisse al tempo dei suoi primi studi sulla paranoia (1931, 1933). Il famoso articolo ‘Motivi del delitto di paranoia. Il delitto delle sorelle Papin’ consente di mettere in evidenza alcuni aspetti della dinamica psicologica delle domestiche protagoniste di Genet.

Questa la trama:

Claire e Solange sono due sorelle, cameriere-modello al servizio di una ricca signora. Ogni volta che lei esce di casa, le due donne si scambiano la parte fra loro, recitano a turno il ruolo della padrona e della serva; chi interpreta la serva non mette in scena se stessa, ma l’altra sorella. Questo rituale quotidiano, consumato nella camera da letto della signora, celebra e alimenta l’ambivalenza affettiva nei confronti di Madame: amata, ammirata e, allo stesso tempo, invidiata e odiata.

Le sorelle indossano i gioielli più preziosi di Madame, i suoi vestiti più belli, ne imitano la voce e gli atteggiamenti che ogni giorno sono costrette a contemplare e sognare con invidia, in silenzio. Sottomesse a sentimenti di adorazione e di odio per la loro padrona, attraverso il gioco delle parti, sfogano tutto il loro rancore fino a simulare il momento in cui la uccidono.

Il loro gioco diventa sempre più pericoloso: un giorno denunciano l’amante di Madame con delle lettere anonime. Venendo a sapere che questi sarà scarcerato per mancanza di prove, temono che il loro tradimento possa essere scoperto. Da qui il piano della finzione e quello della realtà, nella loro mente squilibrata si confondono e l’omicidio si materializza in una tazza di tisana avvelenata. Cercano di farla bere alla signora, ma falliscono nell’intento. A questo punto provano a eliminarsi a vicenda.

Alla fine Claire si dà la morte bevendo la tisana, mentre Solange, dato che la polizia prenderà quel gesto come un omicidio, “ebbra di gloria, tenta di innalzarsi con la pompa degli atteggiamenti e delle parole fino al magnifico destino che l’aspetta“, preparandosi consapevolmente, incatenandosi, nell’attesa dei gendarmi.

Le scene sono firmate da Paola Villani, i costumi da Erika Carretta, la drammaturgia sonora da John Cascone (produzione di CMC/Nidodiragno, Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale e Teatro Stabile di Bolzano).

Paola Cecchini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube