Una cugina chiamata Oriana.  Troppi fraintesi su una donna complessa

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Sì, era certamente una donna complessa, Oriana.

Non facile né da frequentare né da decifrare: si potevano prendere fischi per fiaschi, e fraintendere certi significati pur essendo convinti d’aver capito giusto. Per questo ci sono aspetti che andrebbero chiariti, per restituire la giusta dimensione a un personaggio di cui si parla molto (non sempre a proposito).

I miei ricordi partono da quando avevo tre anni, e già iniziavano a dirmi che io e lei eravamo cugine di primo grado, che lei era bravissima a scrivere fin dal liceo eccetera; ma non di questo voglio parlare adesso.

Ci sono invece altri aspetti, molto più recenti e davvero buffi, che vale la pena considerare. Per esempio, le infinite discussioni dopo la sua morte a Firenze per intitolare un giardino a suo nome, o una piazzetta o qualcosa del genere; sembra stato perlomeno inopportuno l’atteggiamento dell’amministrazione (non della gente, si badi…). Ma non c’è da stupirsi, se si considera che nel cimitero di S.Felice a Ema nei pressi della città non c’è nulla che ricordi il maggior poeta italiano del ‘900, Eugenio Montale, lì sepolto: né una targa, né una scultura all’ingresso, magari una di quelle che uscivano dalle mani di docenti e studenti dello storico Istituto d’Arte di Porta Romana, vicino al Viale dei Colli. Niente di niente.

Incredibile? Beh, eppure è così.

Non era nato a Firenze, Montale: ma un omaggio gli era comunque dovuto, visto che il suo rapporto con la città di Firenze era stato lungo e significativo e sono visibili foto di lui in compagnia di Ardengo Soffici e quant’altri di quel periodo. O era anche lui un personaggio scomodo…?

Eccoci al punto: qui chiunque non si lasci portare dalla corrente è considerato scomodo, sgradito, da evitare. Ed è per questo che alla fine le è stata dedicata una fermata della tramvia (sic) col nome di Strozzi-Fallaci: la tramvia si trova in effetti sul Viale Filippo Strozzi (ma i maligni ironizzano sulla scelta del nome).

Certo, lei non mediava per nulla nelle sue affermazioni: l’abitudine di dire le cose in faccia ha risvolti negativi, e negli ultimi libri che sono usciti quando era ancora in vita aveva “pestato i calli a qualcuno”, come si dice   da queste parti. Però chi l’ha definita “di destra” si è sbagliato parecchio.

A lei della politica importava poco, la sua attenzione si era concentrata altrove e non aveva stima per i politicanti in generale.

La nostra è una famiglia di tradizioni socialiste, ho avuto quattro zii partigiani fra cui lo zio Edoardo, padre di Oriana appunto; e almeno due di loro furono malmenati a Villa Triste dove i tedeschi interrogavano i prigionieri. In casa sentivo parlare bene di Nenni, per esempio.

Neanche gli sceneggiati restituiscono granché di lei, anche se è ovvio che lo sguardo di chi l’ha conosciuta molto bene è necessariamente più completo di chi tenta di avvicinarsi a un personaggio così spigoloso, controverso e difficile da interpretare.

Non trovo giusto, comunque, l’atteggiamento di chi vuole etichettare mia cugina con una targa politica che non ha portato e non le è appartenuta; ribadisco che lei non è neanche mai stata particolarmente interessata alle vicende politiche.

Non sarebbe l’ora di fare chiarezza su tutto questo?

Sandra Fallaci©

 

 

3 Replies to “Una cugina chiamata Oriana.  Troppi fraintesi su una donna complessa”

  1. Bruno ha detto:

    La voce di Oriana Fallaci manca molto oggi nel panorama politico. Anche se non si è mai interessata direttamente di politica, di sicuro avrebbe avuto qualcosa di interessante da dire in materia di politica estera e militare dell’Italia e dell’Europa.

  2. Alex ha detto:

    Quasi totalmente d’accordo. Le etichette sono odiose a prescindere, tanto più nel tempo presente dove il lessico novecentesco ha urgente bisogno come minimo di un aggiornamento. Il “quasi” è dovuto al fatto che l’Oriana in certi settori obiettivamente c’è andata giù come il classico elefante in cristalleria, per cui il concetto di “politicamente scorretto” è un blando eufemismo.

  3. Raimonda ha detto:

    Mi piacerebbe conoscere Oriana Fallaci in modo più approfondito. Ho ricordi di lei come cronista di guerra, una delle poche donne ad avere avuto il coraggio di farlo, come compagna di Alexandros Panagulis dopo che lui uscì dal carcere fino alla sua morte discussa e prematura, fino al manifestarsi del suo pensiero critico sull’Islam all’indomani del l’11 Settembre. Ho un ricordo purtroppo spiacevole legato al suo lungo articolo rivolto ai fiorentini uscito sul Corriere in occasione del Social Forum che mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca!!! Ribadisco pertanto l’affermazione con cui ho iniziato questa recensione: perché non organizzare un incontro a vent’anni dalla sua scomparsa in cui poter mettere in luce pregi e contraddizioni di questa grande giornalista?

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