Venti di pace e scetticismo europeo

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Il diktat di Donald Trump sull’Ucraina, preoccupa i leader eurpei. Al tavolo congiunto di Bruxelles, Francia e Gran Bretagna propongono l’ombrello atomico francese.

Un ombrello atomico made in France, che sarebbe l’equivalente della dissuasione nucleare di fronte a quella minaccia russa etichettata da Macron un pericolo per la sicurezza dei paesi dell‘Unione Europea. Sull’asse Parigi Londra, le trattative degli stati europei sulla questione ucraina, dovrebbero inglobare Italia e Turchia. La locomotiva antirussa franco-britannica, mette subito le premesse sul piano Rearm Europe presentato in cinque punti dalla presidente UE, Ursula Von der Leyen: 150 miliardi di prestiti, l’invio di peacekeeper a Kiev con un condimento che lascia presagire quella fermezza nell’area UE che riguarda in primis il presidente russo Valdimir Putin, considerato un pericolo per l’integrità dei paesi dell’Unione. 

Ancora gelo dagli Stati Uniti, dove la Casa Bianca ha tagliato i fondi per l’intelligence in Ucraina. “Una misura temporanea”, ha chiarito il direttore della CIA  John Ratcliffe. 

Tuttavia, nonostante i tagli della Casa Bianca, sulle forniture e gli aiuti militari a Kiev, Donald Trump si mostra positivo all’indomani del diverbio avvenuto con il leader ucraino Volodymyr Zelensky che pare sia propenso a ritrattare sui dialoghi di pace e sulla firma degli accordi sulle terre rare. Washington punta alla pace, ma deve anche considerare la posizione dei paesi UE e le implementazioni di nuove strategie riguardanti gli assetti difensivi del vecchio continente per prevenire la minaccia russa. Ad entrare nel vivo della scena europea, ci sarebbe il nuovo atteggiamento del presidente ucraino e i colloqui avuti con Olaf Scholz, proprio sulla fine della guerra che vedrà protagoniste l’Unione Europea e gli USA. Fine della guerra? Ripresa dei dialoghi tra Ucraina e Stati Uniti? A quanto pare i leader europei, mostrano un certo scetticismo, non sulla fine della guerra, ma sulla minaccia russa, dove il presidente Macron punta il dito e rimarca il necessario potenziamento delle difese europee con un ombrello atomico francese. Nel frattempo il consigliere per la sicurezza nazionale di Washington Mike Waltz, ha già avviato i contatti con l’equivalente ucraino Adriy Yermak, i piani di pace riprendono ad un ritmo quasi sostenuto, con al centro dei colloqui la firma sulle terre rare, tanto paventata da Donald Trump. Ma per l’Europa? Quali sarebbero i piani di pace? Un riassetto delle dinamiche economiche che riguardano l’indotto energetico russo-ucraino? Ci sarebbe anche la questione dell’export del grano, senza dimenticare che l’Ucraina, considerata il granaio d’Europa è un importante hub strategico e commerciale per i paesi dell’area UE, con l’Italia in primis.
La pace sarebbe ancora più importante e salvifica, non solo per l’Unione Europea, ma anche per Russia e Ucraina. Siamo già ben consapevoli dei disastri economici, oltre alle perdite umane,  che ha portato il conflitto Russo-Ucraino, 171,4 miliardi di euro, con l’Europa che ha preventivato 800 miliardi di euro per il riarmo e le difese dell’area occidentale dalla minaccia russa. Dobbiamo ancora aspettare molto per la pace? 

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