Federico Caprilli – Parte 1°
Nel precedente articolo ho parlato in maniera leggera della Scuola Francese di Equitazione e appunto ho terminato l’articolo scrivendo “che nel frattempo nasceva un certo Federico Caprilli”, cioè l’uomo, il cavaliere che avrebbe rivoluzionato la
scuola equestre.
In tanti anni di lavoro da Istruttore e Docente, sia nei Corsi preparatori che negli stage, alla presenza di cavalieri che presentavano anche credenziali di livello, mi è capitato di nominare Caprilli. Purtroppo ho dovuto constatare più di una volta,
leggendo negli sguardi dei miei auditori, un certo imbarazzo, ma ho anche ricevuto risposte del genere: “Si, l’ho già sentito nominare”. Sono convinto che conoscere questo grande uomo di cavalli dovrebbe fare parte del bagaglio di ogni cavaliere
moderno.
Probabilmente il mio percorso equestre è avvenuto esclusivamente in ambito militare e ha contribuito nel farmi crescere nel mito di Caprilli.
É per questo che vorrei, sempre in punta di piedi e con tutto il dovuto rispetto, raccontare un po’ di questo personaggio, quanto meno nella speranza che tutti possano sapere chi era, ma soprattutto apprendere quanto la sua scuola abbia
rivoluzionato il mondo equestre.
In questa prima parte cercherò di raccontare un po’ l’uomo e la sua storia, che purtroppo è terminata troppo presto. Cercherò di ricordare il fervore e la dedizione che ha nutrito nei confronti del cavallo. Passione che lo ha portato ad ampliare e sviluppare un sistema di equitazione che oggi, a distanza di più di un secolo, è stato adottato da tutto il mondo.
Federico Caprilli nasceva a Livorno l’8 Aprile 1868 e a quanto ci viene raccontato era un ragazzino un po’ discolo, tanto che anche la sua carriera scolastica fu piuttosto limitata. Era poco portato per lo studio, ma presentava una fulgida intelligenza e
soprattutto denotava la sua propensione per l’azione. Infatti, tentò inizialmente la via della scuola di guerra, ma non superò le prove previste e dovette abbandonare.
Nella sua biografia si narra che montò a cavallo per la prima volta a 17 anni nel giardino di casa di un amico e che la sua prima esperienza non fu positiva; a seguito di una violenta sgroppata fu scaraventato a terra, evento che non dissuase Federico, il quale l’anno successivo sarebbe entrato alla scuola di cavalleria di Modena.
Federico Caprilli viene raccontato dai suoi biografi come un bell’uomo, alto, impertinente, audace, solare e interessante nella sua divisa da cadetto. Le ragazze lo notavano e lui ricambiava gli sguardi molto volentieri.
Nel maneggio dell’accademia militare di Modena, Caprilli iniziò seriamente la sua vita di uomo di cavalli. Uscirà dall’Accademia con un punteggio minimo e sarà traferito alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo.
Qui incontrò un Istruttore, Cesare Paderni, che nell’ambito equestre, oltre ad insegnare l’equitazione accademica e l’alta scuola, veniva anche considerato un progressista, perché pretendeva che la cavalleria sapesse operare in aperta
campagna senza problemi nel superare fossi e ostacoli naturali.
Quello che a noi cavalieri moderni sfugge è che la scuola di equitazione di quel tempo non apprezzava affatto le idee innovatrici di alcuni Istruttori dell’epoca, tanto è vero che Cesare Paderni venne estromesso per le sue idee dalla scuola di
cavalleria. Per fortuna il suo allievo più vicino e fedele a quelle idee era Federico Caprilli, il quale intuì i nuovi concetti, che come vedremo in seguito gli permisero di creare un nuovo metodo.
Siamo nel 1888, ed é proprio in quell’anno che Caprilli percepisce quello che in migliaia di anni nessuno aveva intuito, dando inizio a quella rivoluzione che porterà alla nascita del sistema di equitazione naturale, la monta Italiana.
Non sarà così facile e banale neppure per il Capitano Caprilli imporre le sue innovative idee, tanto rivoluzionarie da poterle dimostrare solo con il tempo e con la pazienza.
Nel frattempo iniziò la sua partecipazione in qualità di militare ai primi Concorsi Ippici, portando risultati stupefacenti per quei tempi. Infatti, nel 1901 a Roma salterà 1,85 m.
Dobbiamo sapere che in quell’epoca difficilmente i cavalieri superavano il metro e quaranta di altezza, fruendo delle metodologie della vecchia scuola, mentre Caprilli, che aveva iniziato a pubblicare brevi ma coincisi articoli sulla “Rivista di Cavalleria”, intitolati “Per l’equitazione di Campagna”, si permise di battere ogni record di altezza saltando 2,08 m. Siamo nel 1902.
Nel 1904 diventò Istruttore a Pinerolo nella Scuola di Cavalleria e al suo seguito ebbe molti Cavalieri e Ufficiali che credevano fermamente nelle sue idee e nella sua nuova scuola, tanto che fu istituito un Corso presso la Scuola di Cavalleria per Ufficiali, molti dei quali provenivano da altri Stati Europei.
Purtroppo il destino non è stato benevolo nei confronti di questo grande uomo dell’equitazione. Si racconta che dopo essersi recato come di consuetudine presso la Scuola di Pinerolo vi si assentò per un impegno che aveva a Torino.
Qui sembra avesse un appuntamento galante, che per qualche motivo non andò a buon fine, pertanto, visto che si trovava in città, Federico si recò a fare visita a degli amici, Filippo ed Enea Gallina, noti commercianti di cavalli. Insieme visionarono
alcuni soggetti e Caprilli espresse il desiderio di provare un morello, che si dice fosse un cavallo docile e tranquillo, in poche parole un cavallo da passeggiata.
Era una serata grigia e fredda e il terreno era coperto di neve. Chi fu testimone del fatto racconta che Caprilli procedeva al piccolo trotto quando, improvvisamente, barcollò sulla sella e cadde con la testa all’ingiù, riportando una frattura al collo.
Fu soccorso e venne fatto ogni tentativo per risvegliarlo, ma il giorno successivo, 6 dicembre 1907, morì, lasciando nello sgomento tutto il mondo equestre militare e civile.
La fama di cui godeva era molto vasta sia in Italia che all’estero, sia nel mondo sportivo che in quello mondano, purtroppo non lasciò nulla di scritto, se non brevi articoli, come detto in precedenza pubblicati sulla “Rivista di Cavalleria”, saranno i
suoi allievi ed amici a diffondere al meglio quanto da lui insegnato.
Terminava così all’età di 39 anni l’esistenza del rinnovatore dell’equitazione moderna, capo scuola dell’equitazione naturale.
Quanto sopra in breve, un ritratto dell’uomo, nel prossimo articolo cercherò invece di spiegare il sistema che Federico Caprilli ha perfezionato al fine di rendere la monta di un cavallo spontanea e armoniosa, quella che verrà definita l’equitazione naturale.
Cav. Luigi Conforti