Giovani e periferia

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“I Ragazzi della Strada”: ritratto di una generazione sospesa tra paure e riscatto all’OFF/OFF Theatre di Roma

Da martedì 18 a domenica 23 marzo, l’OFF/OFF Theatre di Roma ospita I Ragazzi della Strada, un’opera scritta da Riccardo D’Alessandro e Gabriele Fiore, con la regia dello stesso D’Alessandro.

La produzione di Alt Academy si inserisce perfettamente nel contesto del teatro Off, uno spazio che da sempre privilegia testi indipendenti e sperimentali, capaci di esplorare dinamiche sociali con sguardo critico e innovativo.

 

Lo spettacolo segue un gruppo di giovani di periferia sospesi tra il desiderio di cambiare e la paura di agire. Il muretto su cui si ritrovano rappresenta questo stato di attesa e d’incertezza, un confine tra il restare e l’andare, tra l’inerzia e la ricerca di una nuova direzione. A smuovere le loro esistenze è Luca, il quale, dopo essere stato colpito da un fulmine, acquisisce una sorta di nuova consapevolezza.

 

Attraverso il gioco e la provocazione, mette in crisi le convinzioni dei suoi amici, costringendoli a confrontarsi con le proprie paure e speranze. Il lampione che l’ha colpito diventa un segnale, un elemento che illumina senza indicare direttamente la strada: il cambiamento non è imposto, ma suggerito.

 

“Il muretto è il confine invisibile tra chi resta e chi va”, scrive Riccardo D’Alessandro nelle note di regia. “Qui si fermano Luca, Jessica, Christian, Mirko, Alessio e Veronica. Ragazzi con sogni spezzati, fragilità nascoste e paure inconfessabili”.

 

I Ragazzi della strada, OFFOFF Theatre (ph U.S. Fabi-Savona)

Uno sguardo contemporaneo sulla periferia

L’opera si inserisce in una lunga tradizione di narrazioni sulla marginalità urbana, richiamando, con uno sguardo più contemporaneo e teatrale, il mondo raccontato da Pier Paolo Pasolini in “Ragazzi di vita”. Se nel romanzo del 1955 la Roma delle borgate era un teatro di sopravvivenza e di riti d’iniziazione, dove l’energia vitale dei protagonisti si scontrava con l’ineluttabilità della povertà, “I Ragazzi della Strada” mostra un’altra declinazione della periferia: non più un mondo di azione istintiva e feroce, ma un limbo in cui si rischia di restare intrappolati. Qui i giovani non cercano di scalare una società che li respinge, ma sembrano piuttosto bloccati in un’attesa indefinita, tra la paura del fallimento e la mancanza di alternative reali.

 

L’approccio di Riccardo D’Alessandro, attore e regista romano classe 1998, sottolinea questo senso di sospensione attraverso una scenografia essenziale (di Angelo Bonanni) e un utilizzo mirato degli oggetti scenici: lo specchio, il pallone, la bomba al cioccolato e la luna sono simboli concreti, elementi che i personaggi manipolano senza rendersene conto, ma che riflettono il loro stato d’animo e le loro contraddizioni.

“Gli oggetti acquistano significato nelle mani di chi li usa, costringendo i personaggi a riflettersi in ciò che evitano di vedere”, spiega il regista.

 

D’Alessandro, che ha iniziato la sua carriera cinematografica giovanissimo con L’Uomo Volante di Adelmo Togliani, ha lavorato accanto a grandi nomi del cinema italiano come Giancarlo Giannini e Franco Nero in Il ragazzo della Giudecca, e con Massimiliano Bruno in Beata ignoranza, accanto a Marco Giallini e Alessandro Gassmann. In televisione ha preso parte a serie di successo come Che Dio ci aiuti 3, Nero a metà con Claudio Amendola e Protezione Civile, tutte prodotte dalla RAI.

 

Scene e costumi riflettono la realtà urbana

I costumi di Francesca D’Alessandro contribuiscono a delineare un’estetica riconoscibile e radicata nella realtà urbana. Il disegno luci di Umberto Fiore, infine, amplifica l’idea del lampione come metafora della possibilità di cambiamento: un bagliore intermittente, mai del tutto stabile, che offre sprazzi di luce su un futuro incerto.

 

Il teatro Off, per sua natura, si presta a operazioni di questo tipo, ponendosi come spazio di esplorazione per nuovi linguaggi e tematiche. In un panorama teatrale spesso dominato da produzioni più convenzionali, luoghi come l’OFF/OFF Theatre permettono di portare in scena storie che difficilmente troverebbero spazio altrove.

 

In questo senso, “I Ragazzi della Strada” si inserisce in un filone di drammaturgia contemporanea attenta ai contesti sociali, restituendo un ritratto credibile di una generazione che fatica a trovare il proprio posto nel mondo. Non c’è retorica, né soluzioni facili: solo un’alba che segna la fine di una notte di riflessione, lasciando allo spettatore il compito di immaginare quale sarà il primo passo dei protagonisti fuori dal loro limbo.

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