Filippo di Edimburgo: La rinascita
Con l’Esposizione di Torino del 1884 era nato il Concorso Ippico con la presenza degli Equipaggi di Tradizione che ebbe
un proseguo sino ai primi decenni del xx secolo, successivamente l’Arte della guida alle redini lunghe andò
progressivamente scemando a causa della massiccia espansione delle vetture senza cavalli (automobili). E’ solo dopo il
1960 che si assiste ad una progressiva rinascita grazie al coinvolgimento del Principe Filippo, duca di Edimburgo.
Il principe Filippo è stato un grande personaggio. Ma per tutti noi, componenti la grande famiglia dello sport equestre, il
duca di Edimburgo è stato soprattutto un uomo di cavalli e di equitazione. Grande amante dello sport, in particolare nella
disciplina degli attacchi: nel tiro a quattro ha partecipato a sei edizioni del Campionato del Mondo e a tre del Campionato
d’Europa, vincendo la medaglia d’oro mondiale a squadre con la Gran Bretagna nel 1980 e quella di bronzo nel 1978, 1982
(6° individuale) e 1984.
Il suo apporto al mondo dello sport equestre è stato ancor più significativo nel ruolo di Presidente della F.E.I, carica che
ha rivestito dal 1964 al 1986, un arco di tempo durante il quale le trasformazioni all’interno delle nostre discipline sono
state profonde e soprattutto continue. Il principe Filippo da questo punto di vista è stato fondamentale nel dare il
massimo sostegno possibile nel suo ruolo istituzionale al gruppo di lavoro che, capeggiato dal giornalista svizzero Max E.
Amman, ha fatto nascere la Coppa del Mondo di salto ostacoli. Così come sotto la sua presidenza si è gettato il seme che
nel 1990 avrebbe dato vita a Stoccolma alla prima edizione dei World Equestrian Games, disputati quando alla presidenza
della FE.I Filippo era stato ormai sostituito dalla figlia, la principessa Anna (alla guida della F.E.I dal 1986 al 1994), a sua
volta in passato attiva e competitiva amazzone nella specialità del completo.
Con la pubblicazione del primo Regolamento per i Concorsi di attacchi da parte della F.E.I. (Federazione Equestre
Internazionale) nel 1969 le competizioni di attacchi cominciarono a diffondersi seriamente in Inghilterra sia con i cavalli
sia con i pony. Tutto cominciò da una casuale conversazione appena venne eletto presidente della F.E.I. nel 1964, benché
la sua sola attività equestre si era svolta sui campo del polo. Questo si rivelò positivo, perché, la sua conoscenza sui cavalli
e sull’equitazione gli consentiva di capire di cosa si trattasse, ed era anche in grado di mantenersi neutrale tra il mondo del
Dressage, del Salto e del Completo; gruppi antagonisti nella Federazione. Così, durante una assemblea generale, Eric
Brabec, uno dei delegati polacchi, suggerì l’idea che la F.E.I. avrebbe dovuto elaborare alcune regole internazionali per le
gare di attacchi. All’inizio fu molto scettico; la sola attività di attacchi del quale era a conoscenza era quella dei mail-cochs
che solitamente sfilavano alle manifestazioni inglesi di attacchi organizzate dalla “British Driving Society” (Associazione
inglese di attacchi).
Ben presto scoprì che c’erano molte competizioni di Dressage e di Cross per tiri a quattro nel continente e che malgrado
molte di queste, come quella di Amburgo, fossero internazionali, ognuna aveva delle sue proprie regole. Assistette in
seguito alla manifestazione equestre di Aix-la-Chapelle, dove osservò 24 attacchi di tiri a quattro, principalmente tedeschi
e ungheresi, fare evoluzioni sulla pista, e decise che l’idea andava sviluppata. La tappa successiva ebbe origine da due
“incidenti” accaduti parecchi anni prima. Sir Michael Ausell, da tempo abituale ospite a Badminton House in occasione
delle gare equestri, una sera dopo pranzo durante una conversazione decise di lanciare i “Giochi equestri” per pony.
Questo fu il primo incidente; il secondo occorse quando venne invitato ad accettare la carica di Presidente della F.E.I.
Poiché Sir Michael era già membro del Comitato Esecutivo della F.E.I., si rivolse a lui per un consiglio e ne fu persuaso ad
accettare. Questa, fu l’occasione ideale per sfruttare i suoi talenti di organizzatore, per dirigere un comitato internazionale
al fine di stabilire delle regole internazionali per competizioni di attacchi.
In seguito le cose cominciarono ad andare un po troppo velocemente, tutti sanno che i regolamenti sono delle cose difficili
da elaborare, e tutto quello che era disponibile era qualche pagina dattiloscritta; senza nessuna esperienza, niente giudici,
niente organizzatori, niente cronometristi e niente costruttori di percorso. Ma niente di tutto ciò distolse la Federazione
Svizzera dal suo proposito di organizzare a Lucerna nel 1970 la prima competizione internazionale utilizzando il nuovo
regolamento. Sir John Miller, il “Grande Scudiere” della Corona, responsabile delle Scuderie Reali alle Royal Mews, era un
guidatore molto abile che aveva iniziato ad attaccare un tiro a quattro coi cavalli delle scuderie Reali del Palazzo
Buckingham. Gli venne suggerito dunque di partecipare a questa competizione e di riportare il suo pensiero. Molti dei
miglioramenti che in seguito furono apportati al regolamento, sono dovuti alla sua esperienza praticata in quei primi anni.
Dopo una piccola prova di forza, lo Show Equestre di Windsor organizzò una competizione internazionale di tiro a quattro
nel 1971, e nell’autunno dello stesso anno, gli ungheresi organizzarono i primi Campionati europei. La gara di Windsor si
rinnovò tutti gli anni e da allora, i Campionati europei e i Campionati del mondo si sono svolti in alternanza. Nel 1980, il
Campionato del mondo si svolse nel grande parco di Windsor con 42 iscritti di undici paesi diversi. Il suo interesse agli
attacchi, fu unicamente perché era presidente della F.E.I., e, poiché nel 1970 avevo deciso di abbandonare il polo, per
occupare il tempo libero iniziò ad appassionarsi agli attacchi, cavalli, carrozze, cocchieri, groms, erano tutti disponibili
nelle Scuderie Reali.
Nel 1971 si recò a Budapest per assistere ai primi campionati europei; nel 1972 partecipò al percorso di Windsor come
arbitro, con l’ungherese Sandor Fulop. Nel 1973, Sir John Miller gli affidò cinque cavalli bai delle Scuderie Reali e a
Sandringham si allenò insieme a loro con l’aiuto del Maggiore “Tommy” Thompson, anziano capo del maneggio della
cavalleria della Casa Reale e guidatore esperto, che si era appena ritirato ed aveva partecipato a numerosi concorsi
completi compreso quello di Balmoral. “Il Principe Filippo non solo era un buon atleta in molte discipline, ma era anche
un vero leader e riuscì a trasformare gli sport equestri in qualcosa di più professionale”, ha affermato Marie de Pellegars,
storica del mondo equestre. Estremamente coinvolto negli sport equestri grazie al suo autentico amore per i cavalli, il
Principe Filippo ha cambiato lo sport. Lo ha fatto da persona quale era: appassionato e competitivo.
“Inoltre, il suo titolo reale, la sua popolarità e la sua fama hanno puntato un enorme riflettore sugli sport equestri,
innanzitutto nel Regno Unito – dove l’equitazione è diventata parte delle tradizioni nazionali – ma anche in tutti gli altri
paesi del Commonwealth e nel resto del mondo.
“Avere una persona così importante alla guida della FEI e dedita al suo sviluppo aveva attirato l’attenzione su di essa da
parte di molte persone che in precedenza potevano non essere state interessate allo sport degli attacchi.”
Più recentemente, attorno al 1995, per opera di alcuni guidatori di Concorso completo attacchi che a causa dell’età non
erano più competitivi, che nacque in Francia la nuova formula dei Concorsi Attacchi di Tradizione, che ricalcava (salvo
che per il Dressage) il Concorso Completo Sportivo.
Una vita speciale per Filippo di Edimburgo con figli, nuore e nipoti, ma come tutti i nonni, anche Filippo ha condiviso con
loro il grande amore per i cavalli: al suo funerale ha voluto al posto d’onore il suo tiro a quattro di pony Fell, lasciandolo in
eredità alla nipote Lady Louise Windsor. In serpa, accanto alla sua groom che li guidava, il posto di Filippo di Edimburgo
era vuoto: appoggiati sul sedile i suoi guanti, il suo berretto e la scatola in cui teneva gli zuccherini premio con i quali era
solito gratificare i suoi pony a fine lavoro.