West Nile Disease (malattia del nilo occidentale)

Equitazione

Di

West Nile Disease ( malattia del Nilo occidentale )


Questa malattia è ormai presente in Italia da oltre 20 anni .
Si tratta di una grave malattia virale ,veicolata dalle zanzare , che
colpisce sia i cavalli che l’uomo e che ha come ospiti intermedi gli
uccelli selvatici e le zanzare stesse .
La malattia , sotto forma di encefalite /encefalomielite ,si
manifesta nel periodo in cui la presenza delle zanzare
nell’ambiente è più elevata , periodo che corrisponde
generalmente alla tarda primavera-inizio estate fino ad autunno
inoltrato e in alcune regioni fino ad inizio inverno , con variazioni
anche significative in relazione alle caratteristiche climatiche del
territorio ( a causa del riscaldamento generale si trovano zanzare
anche in zone montane che precedentemente ne erano prive).
La malattia può causare nei cavalli gravi forme neurologiche come
encefalite, meningite e meningoencefalite e in molti casi può
portare alla morte del soggetto o lasciare una sintomatologia
nervosa residua che li rende inutilizzabili ai fini sportivi.
Gli uccelli di differenti specie quali corvi, gazze, cornacchie,
merli, fungono da portatori sani del virus della West Nile.
Questi uccelli, infatti, albergano nel sangue il virus in grandi
quantità senza manifestare alcun sintomo della malattia. Le
zanzare che li pungono assumono con il pasto di sangue anche il
virus e lo possono veicolare, attraverso le punture successive, ad
altri uccelli e/o ad altri ospiti come l’uomo o il cavallo.
I sintomi compaiono dopo circa 3/15 giorni di incubazione.
Inizialmente si ha una febbre lieve e di breve durata, che passa
spesso inosservata. Seguono manifestazioni legate al sistema
nervoso come: incoordinazione dei movimenti, paralisi di uno o
più arti con difficoltà a mantenere la stazione, fascicolazioni,
tremori e rigidità muscolare, sonnolenza, ipereccitabilità o

aggressività, paresi dei muscoli facciali, della lingua e difficoltà di
deglutizione.
Questi sintomi possono risolversi spontaneamente o con terapie
adeguate, con la guarigione completa , nell’arco di 5 -15 giorni
oppure progredire rapidamente fino alla morte. In alcuni casi è
necessario prendere in considerazione l’eutanasia per la gravità e
l’irreversibilità dei sintomi presenti.
L’analisi dei dati epidemiologici in Italia nel periodo 2017-2020
indica che il 20% dei cavalli infettati ha manifestato una
sintomatologia nervosa e che il 6% dei cavalli infettati è deceduta.
Nel cavallo come nell’uomo il virus non raggiunge nel sangue
concentrazioni elevate per cui le zanzare che li pungono non
vengono infettate e non trasmettono la malattia ad altri animali.
Purtroppo attualmente non esiste una terapia specifica per la West
Nile Disease ed è per questo che l’unica arma efficace è la
prevenzione, attraverso la vaccinazione, profilassi possibile nel
cavallo ma non nell’uomo.
I cavalli fungono pertanto da “sentinelle epidemiologiche” in
quanto se viene trovata una positività sierologica al virus in uno o
più cavalli , vengono testati campioni di zanzare ed uccelli
presenti sul territorio per verificare la presenza del virus .
Il protocollo vaccinale prevede una vaccinazione di base , che
consiste in una prima inoculazione (intramuscolare ) seguita da
una seconda a distanza di un mese , la prima volta che l’animale
viene vaccinato, seguita da richiami annuali. Al momento non
sono stati rilevati effetti secondari alla vaccinazione se non un
leggero rialzo febbrile che si esaurisce spontaneamente nelle
successive 24h e dolorabilità del collo nel punto di inoculazione.
Sarebbe opportuno vaccinare tutti i cavalli che vivono o transitano
in zone in cui è dimostrata la circolazione del virus .

La vaccinazione dei cavalli su larga scala consente quindi ,
insieme a misure di eradicazione delle zanzare , di limitare la
circolazione del virus , risultando in una forma di protezione
indiretta dell’uomo che non si può vaccinare.
E’ suggerito eseguire la vaccinazione entro la primavera, per
consentire ai cavalli di sviluppare una risposta immunitaria in
grado di proteggerli nel periodo di maggior rischio di infezione
che si verifica in estate e autunno, per l’aumento della presenza
delle zanzare nell’ambiente.

Dr.sa Monica Russo Frattasi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube