La Massoneria in Italia intervista a Giuseppe Bellantonio, Presidente della Comunione di Piazza del Gesù

Interviste & Opinioni

Di

Notizie e curiosità, al pari di eventi di cronaca spicciola, richiamano con frequenza alla Massoneria, ai suoi contenuti storici, filosofici, etici e morali, ma anche a tutta una serie di interrogativi che sembrano renderne il futuro ancorché prossimo quantomeno incerto e contrassegnato da ostacoli.

Oggi pubblichiamo in esclusiva nazionale su questo quotidiano, ‘Il Corriere Nazionale, la prima parte di una intervista a Giuseppe Bellantonio di Torradrano, Presidente della storica “Comunione di Piazza del Gesù” oltre che dell’ “Accademia di Alta Cultura” e Gran Maestro della ”Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli Antichi Liberi ed Accettati Massoni”.

Lo scopo del nostro Network è quello di offrire elementi chiari di lettura non solo ai curiosi e agli studiosi, ma soprattutto a quanti – già inseriti nei più diversi contesti che alla Libera Muratorìa possano più o meno esplicitamente richiamarsi – hanno visioni incomplete quando non confliggenti e persino parcellizzate da bizantinismi interpretativi o applicativi.

D: Nel mondo iniziatico, simbolico ed esoterico-ritualistico, il 20 Marzo segna l’inizio dell’Equinozio di Primavera. Un momento che viene vissuto con partecipe e particolare solennità, anche nell’ambito massonico.

R: Certamente, sì: ma non solo, poiché la riscoperta dei valori e delle energie che la Natura offre anche nelle sue interpretazioni da filosofi, basti pensare alla c.d. New Age.  Dare significato e importanza alle cadenze temporali, e quindi astronomiche, dei Solstizi e degli Equinozi è una consuetudine che risale alla ‘notte di Tempi’ – come usa dire -, e non conosce confini. Tutte le civiltà, di tutte le lingue e dialetti e a tutte le latitudini, tutti i gruppi socialmente organizzati e disciplinati hanno individuato in questi eventi elementi di straordinaria rilevanza e tali da creare un fortissimo collegamento spirituale tra Terra e Cielo, ponendo al centro la Natura e il rispetto per essa. D’altronde è notorio il fortissimo legame, una vera e propria interdipendenza, che legava l’uomo – cacciatore o raccoglitore, poco importa – alla Natura e ai suoi fenomeni: dai cui eventi e dalla cui forza dipendeva la sua stessa sopravvivenza. Nei tempi, ci fu chi, ammantato di maggior acume e quindi conoscenza, o – come è lecito ormai ritenere – ricco di esperienze e tradizioni ancora più antiche e precise, fors’anche originate da ancor più ‘antiche civiltà’, e quindi tramandatesi, conferì a questi eventi una valenza ricca di misticismo e persino sacralità: al punto che fu compito della classe sacerdotale la gestione e interpretazione di tali eventi.

D: Secondo lei, il legame con i fenomeni Naturali e le sottili interpretazioni che possono scaturirne, hanno senso ancora oggi? Ricordo che circa nel 2026 potrebbe verificarsi il primo sbarco umano su Marte e i due eventi potrebbero sembrare persino conflittuali tra di loro, ossia: ‘antico’ e ‘moderno’, non sono troppo distanti?

R: Questa potrebbe essere l’impressione solo a un prima e sommaria disamina, Egregio Direttore. Ma devo dire che la più che abbondante presenza di testi (ahimè! Troppo spesso frutto di sconcertanti copia-incolla) aiuta a farsi delle idee ben precise, specie se provenienti da Autori affidabili e autonomamente prolifici. Così che qui mi permetto solo di fare un riferimento veloce solo a taluni degli aspetti più direttamente correlati a quanto qui possa interessarci. Quindi, fermi restando i legami e i richiami al rispetto per la Natura in genere, è utile sottolineare che la valenza che oggi ci interessa di più è quella di dare a questo evento il significato di una NUOVA NASCITA e, nel suo reiterarsi, di una perenne RINASCITA: utile a quel processo di RICERCA e MOTIVAZIONE che sempre più continua a ricondurci all’UOMO NUOVO.  

La Natura – alla quale simbolicamente ci riconduciamo così seguendo un ‘cerimoniale’ persino arcaico, ci riporta al RISVEGLIO dopo un periodo di stasi, di sonno, invernale. Risveglio significa nuovo VIGORE e rinnovata VITALITA’ che testimoniano non solo il semplice cambiamento in uno dei cicli della Natura ma anche una celebrazione di risveglio, fertilità e speranza. Una vera e propria danza di vitalità e rinascita. Parlare di ARMONIA del Cosmo, di maggior contatto con la Natura e le sue fasi – circa le quali l’uomo nulla può, per tentare di dominarle -, il richiamo alla FORZA e alle ENERGIE attraverso i grandi fuochi propiziatori che ancora usano accendere nelle campagne, l’affidarsi a simboli arcaici intrisi di sacralità e che ci riportano a una ARMONIA UNIVERSALE, esprimono un comune sentire non disgiunto da curiosità e speculazioni dell’intelletto. 

Sempre in un magico equilibrio cosmico, sospeso tra giorno e notte, tra vita e morte, tra luce e tenebre, tra fluire e languire, tra ordine e kaos… nel segno di quella dualità che contrassegna da sempre la nostra vita specie nei piani del ‘sottile’. È la VITA che trionfa tra le pieghe della terra, sugli alberi, nei cespugli, sui prati; è la LUCE a prevalere offrendoci tutta il suo vigore; sono i profumi delle ENERGIE che ci circondano a inebriarci il cuore e le menti. 

D: Lei, come trascorrerà questi particolari momenti?

R: Per consuetudine, in unione con i miei migliori amici fraterni: con i quali poter condividere molto, moltissimo, su di un piano intellettualmente elevato. Quest’anno, però, ci sarà una gradevole variazione: come rappresentante della storica “Comunione Italiana di Piazza del Gesù” sono stato invitato in Polonia per partecipare a un vero e proprio festeggiamento organizzato dalla GRAN LOGGIA DI POLONIA DEGLI AL&AM e dal SUPREME COUNCIL of 33\° and LAST DEGREE of the A\A\S\R\ for POLAND & THE BALTIC STATES.

A Varsavia, con animo lieto ma sempre con la dovuta solennità, si mirerà a sottolineare l’importanza di quella sana Libera Muratorìa che dall’alto dei suoi Nobili Ideali, dei suoi Antichi Valori, e delle Tradizioni tutte – specie quelli meno contaminati anteriori al 1700 – mira a confermare il proprio ruolo nella cultura e nella società contemporanei attraverso una partecipazione attiva e assolutamente legale e trasparente. Parteciperanno anche altre Delegazioni, come quella proveniente dalla non lontana San Pietroburgo, e – sempre per l’Italia – spiccano quelle del ‘Supremo Consiglio Unito dei Sovrani Grandi Ispettori del 33\° ed ultimo Grado del R\S\A\A\’ e della ‘Gran Loggia Scozzese Reale d’Italia’; personalmente sarò anche delegato a rappresentare l’Ordine Elvetico dei Liberi Giordaniti oltreché l’Illustre Sovrano della Comunione di Piazza del Gesù.

Sarà per me un momento particolarmente intenso, poiché sottolineerà con enfasi i 103 anni degli eventi del 1922 allorché – su disposizione del Sovrano Raoul Vittorio Palermi, otto SGIG della Comunione di Piazza del Gesù – tra i quali  Mario Tolomei, Carlo Kruger, Gaetano Cicerone, Andrea Agnesi, Pasquale Dorsa e Cesare Tommei,  furono tra coloro che, inserendosi, installarono il primo Supremo Consiglio di Polonia: allora, nato sotto gli auspici del Supremo Consiglio d’Italia e sue Colonie (per intenderci, si trattava sempre della ‘Comunione di Piazza del Gesù’) e poi ancora esule per le persecuzioni nazista e sovietica.  Una unione fraterna e vigorosa, che poi proseguì in esilio a Roma (si era alla vigilia della Seconda Repubblica dii Polonia, de facto una dittatura militare attiva tra il 1926 e il 1936), ospitando e sostenendo in Italia i Fratelli polacchi anche durante l’invasione nazista e l’occupazione sovietica: fino alla caduta del Muro.  Protagonisti furono la ‘Serenissima Gran Loggia (regolare) d’Italia’ (che poco dopo assunse il titolo distintivo di Serenissima Gran Loggia Nazionale e dal 1953 su invito  degli angloamericani a quello unì la citazione delle crescenti dinamiche ritualistiche del Corpo Azzurro degli ALAM, e il ‘Supremo Consiglio della Comunione di Piazza del Gesù’. Ricordo per inciso: la Comunione di Piazza del Gesù fu l’unico contesto regolarmente operante in Italia cui erano attribuiti i riconoscimenti internazionali, tanto per l’Ordine che per il Rito.

Situazione mutata solo nel 1972. In quella data, dando seguito alle intese preliminarmente intercorse tra il GOI e la Comunione di Piazza del Gesù su pressioni della UGLE e del Supr. Consiglio di Washington, venne ufficializzato l’avvio di un rapporto di reciprocità tra il Grande Oriente d’Italia e la UGLE United Grand Lodge of England grazie alla concomitante disponibilità della Comunione di Piazza del Gesù stessa a cedere il proprio riconoscimento al GOI nell’ambito del processo di unificazione intrapreso. Qui parliamo di Storia, di documenti certi: è quindi normale sottolineare come, alla data di Settembre 1972, l’Ordine del GOI fosse sprovvisto dell’ambìto riconoscimento della UGLE – United Grand Lodge of England e di tutte le Nazioni ad essa aderenti.

Lo stesso dicasi per il riconoscimento del suo Supremo Consiglio da parte di Washington: inesistente alla data, e acquisito del tutto ‘indirettamente’. Ossia, non un riconoscimento diretto a detto contesto – sempre considerato irregolare e irrituale, per tutta una serie di motivazioni che riconducevano al 1908 – ma solo un nulla osta all’inserimento dei suoi SGIG nelle fila del RSAA – e relativo Supremo Consiglio – sedente a Piazza del Gesù, 47. Quindi, non un ‘nuovo’ Supremo Consiglio post-unificazione, ma quello esistente e continuato a riconoscere da Washington.  

D: Ma come mai quell’unificazione, tanto voluta dalla UGLE e dal Supremo Consiglio di Washington – ma anche da molte altre Nazioni aderenti a quei ‘sistemi’ – e che sembrava ferrea, fallì?

R: Fin da subito il GOI, eminentemente nella persona dell’allora GM Salvini e della sua cerchia di riferimento, gli accordi unificativi – pur sottoscritti solennemente e alla presenza di testimoni-garanti in rappresentanza della UGLE e del ‘Sup. Consiglio Madre del Mondo’ di Washington – furono pesantemente disattesi: così viziando e depotenziando insanabilmente tale evento.   Pensi, Direttore, in seguito ebbi modo di parlarne a lungo con il GM Armando Corona, il quale con la massima fattività tentò – al proprio interno – di riproporre la moralizzazione di quello strappo storico. Il nostro tentativo naufragò, pur lasciando ottimi rapporti personali. Pensi: una delle maggiori loro difficoltà, ammessa a mezza bocca, fu quella di potersi adeguarsi alle procedure operative degli ALAM, del Corpo Azzurro base mondiale del RSAA. Riandando a quei momenti, mi sono spesso posto il quesito (del tutto peregrino…) se gli eventi di allora possano aver condizionato quelli di oggi, potendosi ravvisare negli stessi una sorta di nemesi storico-ritualistica. Ovviamente parlo come storico, ricercatore e studioso della materia: altre questioni esulano la mia sfera di interesse.

D:  Mi sta offrendo l’opportunità di farle ora delle domande più specifiche. Si parla tanto di Massoneria, di lotte intestine, di divisioni, liti e ricorsi alla Magistratura civile e fors’anche penale; così come si continua ad assistere al proliferare di sempre nuove formazioni: per la loro cifra, non si sa quanto utili a perseguire quegli Ideali e quei Valori di cui la Massoneria stessa è pur complessivamente portatrice.  

R: Mi consenta di ringraziarla per la cortese attenzione, Dr. Peragine: specie in un contesto tanto complesso qual è oggi – a livello globale – quello sociale, economico-finanziario e politico. Un momento in cui il Kaos cerca di sopraffare l’Ordo attraverso l’imposizione di misure e decisioni dai risvolti persino prepotenti e tragici, incomprensibili ai più. La sua è una domanda solo apparentemente semplice: la situazione complessiva della Massoneria Italiana non è solo articolata ma – a mio avviso – è il portato di tutta una serie di cattive impostazioni ed errori di un passato che per comodità strumentale qui riconduco al periodo di una ufficialità istituzionalizzata determinata in Italia nei primi anni del 1800 per volontà francese; segnatamente di Napoleone Bonaparte. Ma, ovviamente, non può evitarsi il ricondursi ai primi anni del 1717: anno di nascita della c.d. “Massoneria Moderna” – quella eminentemente ‘speculativa’, subentrata a quella ‘operativa’ – che rimpiazzò quella pregressa, di segno ‘operativo’, quella delle gilde, delle confraternite e delle corporazioni medievali. Quindi, tanti sono i nodi venuti prepotentemente al pettine, in particolare nell’ultimo anno. Ma, di converso, le dinamiche delle Logge, la loro costituzione, il loro stesso operare sono schematicamente semplici: forse oggi molto appesantite da visioni errate e considerazioni utilitaristiche, dove i Fratelli non siano semplici iscritti o partecipanti ma ‘teste paganti’. Visioni sostanzialmente ‘moderne’ ma devianti dagli obiettivi e finalità tipiche del contesto.

Giuseppe Bellantonio – ®Tutti i diritti riservati, divieto di riproduzione e copia anche parziale.

(la seconda parte, domani: con la domanda ‘Può darci chiarimenti specifici?’)

Antonio Peragine

direttore@corrierenazionale.net

http://www.stampaparlamento.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube