La lettura di alcuni passi da parte della Meloni del Manifesto di Ventotene ha acceso contestazioni e diatribe nell’opposizioni.
Il 19 marzo 2025, durante un intervento alla Camera dei Deputati in vista del Consiglio Europeo, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha citato alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, suscitando una forte reazione sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Questo episodio ha evidenziato le tensioni politiche interne riguardo alla visione dell’Europa e al ruolo dell’Italia al suo interno.
Il Contesto dell’Intervento
Nel suo discorso, Meloni ha affrontato il tema del piano “ReArm Europe”, un progetto proposto dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che prevede un investimento complessivo di 800 miliardi di euro nel settore della difesa. Di questi, 150 miliardi sarebbero erogati come prestiti agli Stati membri per finanziare spese militari, mentre i restanti 650 miliardi rappresenterebbero il tetto di spesa che gli Stati potrebbero destinare alla difesa. L’obiettivo del piano è rafforzare la capacità militare dell’Unione Europea, garantendo una maggiore autonomia strategica e una risposta più efficace alle minacce alla sicurezza.
Durante l’intervento, Meloni ha letto alcuni stralci del Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il confino fascista sull’isola di Ventotene. Il manifesto è considerato uno dei documenti fondanti dell’idea di un’Europa unita e federale. Meloni ha citato passaggi come: “La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista”; “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”; e “Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente”. Dopo aver letto questi estratti, la Premier ha commentato: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia“.
Reazioni dell’Opposizione
Le parole di Meloni hanno scatenato immediate proteste dalle opposizioni. In Aula si sono levate urla e fischi, costringendo il Presidente della Camera a sospendere la seduta più volte. Esponenti del Partito Democratico e di Alleanza Verdi e Sinistra hanno accusato la Premier di aver estrapolato frasi dal loro contesto storico, distorcendo il significato del manifesto. Raffaella Paita di Italia Viva ha dichiarato: “Quello che è accaduto ieri è grave per la democrazia e per l’Europa. Estrapolare frasi da un manifesto scritto da eroi al confino penso che sia vergognoso. Disonora il Paese e non rende giustizia all’Europa e alla Resistenza antifascista. È una brutta pagina”.
Elly Schlein, segretaria del PD, ha affermato: “Meloni ha oltraggiato la memoria del Manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione Europea, perché l’hanno scritto giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio e altra privazione di libertà ma con una visione che nell’Europa federale superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi“.
Reazioni della Maggioranza
All’interno della maggioranza, le reazioni sono state variegate. Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e esponente di Forza Italia, ha commentato: “Grande rispetto per tutti, la mia Europa è quella di De Gasperi, Adenauer e Schuman”. Ha poi aggiunto: “Meloni non ha offeso Spinelli, la polemica è fuori luogo“. La Lega, invece, ha espresso riserve sul piano “ReArm Europe”, con il segretario Matteo Salvini che ha criticato l’allocazione di ingenti risorse per la difesa a discapito di settori come sanità e istruzione.

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Le Risposte di Meloni
Di fronte alle critiche, Meloni ha replicato: “Ho fatto arrabbiare? Ho letto un testo… non capisco cosa ci sia di offensivo”. Ha sottolineato di aver citato il manifesto non per distorcerne il contenuto, ma per stimolare una riflessione sull’idea di Europa che esso proponeva e sulla sua attualità. Arrivando a Bruxelles per il Consiglio Europeo, ha dichiarato: “Un testo si può distribuire ma non leggere? È un simbolo? Non l’ho distorto, l’ho letto. Ma non per quel che il testo diceva 80 anni fa ma perché è stato distribuito sabato scorso. Un testo che 80 anni fa aveva la sua contestualità se tu lo distribuisci oggi devo leggerlo e chiederlo se è quello in cui credi”.
Il Dibattito sul Manifesto di Ventotene
Il Manifesto di Ventotene è suddiviso in tre parti e propone l’idea di superare il nazionalismo a favore di un’unione di interessi europei. Tuttavia, alcune sue proposte, come la limitazione della proprietà privata e l’adozione di politiche socialiste, sono state oggetto di dibattito. Alcuni critici sostengono che tali idee siano difficilmente conciliabili con l’attuale assetto economico e politico dell’Unione Europea.
Conclusione
Questo episodio dimostra quanto il confronto sull’Europa sia ancora acceso e quanto il Manifesto di Ventotene continui a rappresentare non solo un documento storico, ma anche un terreno di scontro politico e culturale. In un momento in cui l’Unione Europea affronta sfide cruciali, tra sicurezza, economia e governance, il dibattito sul futuro dell’integrazione resta aperto. La domanda centrale è: quali principi dovrebbero guidare l’Europa di domani? E fino a che punto è possibile conciliare le diverse visioni in un progetto comune?