Pensiero Popolare Italiano lancia l’allarme: ritardi critici su Case di Comunità e asili nido, le possibili soluzioni per accelerare i progetti
L’Italia sta affrontando ritardi significativi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con particolare riferimento all’utilizzo dei fondi destinati al rafforzamento dei servizi sanitari territoriali e all’infanzia.
Il PNRR è il programma di investimenti e riforme con cui l’Italia utilizza i fondi europei del Next Generation EU (NGEU), il pacchetto di finanziamenti straordinari stanziati dall’Unione Europea per favorire la ripresa economica post-pandemia. Il piano italiano prevede 191,5 miliardi di euro, suddivisi tra sovvenzioni a fondo perduto e prestiti, a cui si aggiungono ulteriori risorse nazionali ed europee, per un totale che supera i 220 miliardi di euro.
Il Piano deve essere attuato entro il 2026, con scadenze precise per il raggiungimento degli obiettivi e il rilascio delle rate di finanziamento da parte della Commissione Europea. Tuttavia, negli ultimi giorni, sono emerse preoccupazioni riguardo ai ritardi accumulati. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, starebbe valutando la possibilità di richiedere all’Unione Europea una proroga di un anno, estendendo la scadenza del piano dal 2026 al 2027.
Questo, in ragione del fatto che la Ragioneria Generale dello Stato ha individuato 19 misure a rischio significativo di non essere completate entro le scadenze attuali. Queste criticità riguardano settori fondamentali come l’istruzione, l’inclusione sociale e la salute.
Due ambiti cruciali, in cui queste difficoltà sono particolarmente evidenti, sono la realizzazione delle Case di comunità e degli asili nido, entrambi considerati elementi chiave per migliorare l’accesso ai servizi pubblici e ridurre le disuguaglianze.
Le Case di Comunità: una riforma in stallo
Le Case di Comunità sono strutture sanitarie di prossimità previste dal PNRR con l’obiettivo di potenziare l’assistenza territoriale e ridurre la pressione sugli ospedali. Il piano originario prevedeva la creazione di circa 1.350 strutture entro il 2026, ma i dati più recenti indicano che meno del 30% dei progetti è effettivamente in fase avanzata di realizzazione.
Le principali carenze riscontrate riguardano i ritardi nella definizione delle competenze regionali, con forti differenze tra le Regioni più organizzate e quelle in difficoltà, problemi burocratici e autorizzativi, che rallentano l’apertura delle nuove strutture, la scarsa disponibilità di personale sanitario, con difficoltà nel reclutamento di medici e infermieri per garantirne il reale funzionamento.

Un rapporto del Ministero della Salute avverte: senza misure correttive il 40% delle Case di Comunità rischia di restare incompleto (ph web)
Secondo un rapporto del Ministero della Salute, se non verranno attuate misure correttive, almeno il 40% delle Case di Comunità previste potrebbe non essere completato entro la scadenza del 2026.
Un altro dato preoccupante è anche la spesa riservata a istruzione, servizi per l’infanzia, scuole e università. Al 31 dicembre 2023 l’importo effettivamente sostenuto era di 20,09 miliardi rispetto ai 20,24 del PNRR originario. Il dato è contenuto nel focus “Il PNRR per la scuola e l’università: a che punto siamo?” nato dalla collaborazione tra la Fondazione Agnelli e la Fondazione Astrid, che fa un bilancio aggiornato di tutte le misure della “Missione 4”, finalizzate al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, dagli asili nido alle università.
Asili nido: un obiettivo sempre più lontano
Un altro fronte critico riguarda la costruzione e il potenziamento degli asili nido, essenziali per favorire la conciliazione tra vita lavorativa e familiare, oltre a incentivare la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
L’Italia si è impegnata con l’Unione Europea a creare 264.000 nuovi posti per i bambini da 0 a 3 anni entro la scadenza naturale, ma i dati più recenti mostrano che solo il 18% dei fondi stanziati è stato concretamente impiegato.
Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, tema centrale nel PNRR Istruzione, si ricava che 2.437 progetti sono stati aggiudicati e per 2.268 è iniziata l’esecuzione dei lavori, pari al 93%, come sottolineato dal Ministro Valditara. Tuttavia, mancano i dati sulle risorse assegnate, sulla spesa finora sostenuta per ciascun progetto e sulla distribuzione territoriale degli interventi.
Analizzando, poi, i singoli punti, dal nuovo piano asili alla riforma della formazione, reclutamento e carriera dei docenti delle scuole secondarie, il focus evidenzia che “per conoscere lo stato di avanzamento del PNRR Istruzione sarebbe necessario un quadro completo dei dati”, ma al momento questa trasparenza non è garantita.

Asili nido e PNRR: solo il 18% dei fondi stanziati è stato effettivamente impiegato (ph web)
Queste criticità sono tra le ragioni per cui il Governo ha chiesto una deroga, nonostante l’Unione Europea abbia espresso riserve. Il commissario europeo al Bilancio, Piotr Serafin, ha dichiarato che, sebbene siano possibili revisioni del piano, al momento non è prevista alcuna estensione della scadenza al 2027.
Pensiero Popolare Italiano, da sempre attento ai temi della famiglia, dei servizi e della scuola, esprime forte preoccupazione per l’evolversi di questa vicenda, che richiede un monitoraggio attento. L’eventuale proroga, o revisione del PNRR, infatti, potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia italiana e sull’efficacia delle misure previste per la ripresa e la resilienza del Paese.
“I ritardi nell’attuazione delle Case di Comunità e degli asili nido – sottolinea Fabio Desideri, segretario nazionale PPI – rappresentano un campanello d’allarme per la capacità dell’Italia di sfruttare in modo efficace le risorse del PNRR. La posta in gioco non riguarda solo il rispetto delle scadenze europee, ma anche la qualità dei servizi offerti ai cittadini e la riduzione delle disuguaglianze territoriali”.
Per evitare il fallimento di questi progetti, Pensiero Popolare Italiano propone: snellire le procedure amministrative, accelerare l’assegnazione dei fondi, maggior coordinamento tra Governo centrale e Regioni, per uniformare la gestione e superare gli ostacoli burocratici, potenziare il reclutamento di personale sanitario ed educativo per garantire che le nuove strutture siano effettivamente operative.
“Solo un intervento deciso – ha concluso Desideri – potrà permettere all’Italia di rispettare gli impegni presi con l’UE e garantire ai cittadini servizi adeguati e accessibili a tutti”.