Fisco, allarme UPB: crediti non riscossi per oltre 1.865 miliardi di euro

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Sul fisco, denuncia il PPI: sistema iniquo e misure inefficaci

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) ha lanciato l’allarme sull’ingente mole di debiti fiscali non riscossi. Alla fine di novembre 2024, l’ammontare complessivo dei crediti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha superato i 1.865 miliardi di euro, con un incremento del 36,5% rispetto al 2019. Tuttavia, la quota effettivamente recuperata è di soli 178 miliardi di euro, pari al 9,5%, a testimonianza dell’efficacia limitata del sistema di riscossione coattiva.

 

Un sistema debole e disomogeneo

Il tema è stato sollevato in Senato nel corso di un’indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale. L’Upb ha messo in luce le criticità strutturali del sistema e ha esaminato le misure previste dal disegno di legge n. 1375, che introduce la rottamazione quinquies.

Questo provvedimento consentirebbe ai contribuenti di estinguere i debiti versando solo l’importo dovuto, senza sanzioni né interessi di mora. Tuttavia, l’Ente di bilancio ha avvertito che misure di questo tipo non hanno mai portato a una riduzione significativa del carico fiscale. Anzi, rischiano di incentivare l’attesa di futuri condoni re di alimentare una cultura dell’inadempimento piuttosto che della regolarità fiscale.

L’esperienza delle precedenti sanatorie, dalla rottamazione-ter alla rottamazione-quater, ha dimostrato che, pur con adesioni elevate, la riscossione effettiva è rimasta ben al di sotto delle aspettative.

Il nodo delle sanatorie e i tempi della burocrazia

Il problema è aggravato dal gran numero di crediti di modesto importo, molti dei quali sotto i 1.000 euro e riconducibili a persone fisiche, e dalle lunghe tempistiche burocratiche. La mancanza, poi, di un meccanismo automatico per lo smaltimento dei crediti inesigibili gonfia il magazzino fiscale con somme che lo Stato non riuscirà mai a recuperare. L’Agenzia delle Entrate stima che solo 100,8 miliardi di euro siano effettivamente esigibili, cioè appena il 5,4% del totale affidato.

La rottamazione non ha prodotto risultati concreti e offre un messaggio sbagliato ai contribuenti (ph web)

Le critiche di Pensiero Popolare Italiano

Pensiero Popolare Italiano denuncia l’inefficacia e l’iniquità di questo sistema fiscale.” Le misure straordinarie, come la rottamazione dei debiti,  – sottolinea Fabio Desideri, segretario nazionale PPI – non solo non hanno prodotto risultati concreti, ma danno un messaggio sbagliato ai contribuenti. Questi provvedimenti, infatti, alimentano l’aspettativa di futuri condoni anziché promuovere la regolarità fiscale. Inoltre, il sistema attuale non distingue tra chi è in difficoltà economica e chi evade di proposito, favorendo i contribuenti furbetti a discapito di chi, pur in difficoltà, cerca di adempiere ai propri obblighi fiscali. Questo approccio danneggia l’intera collettività, perpetuando il ciclo dell’evasione fiscale” ha concluso il segretario.

 

Le nostre proposte

Per affrontare la situazione, il Dipartimento Economia e Finanza di Pensiero Popolare Italiano ha proposto un intervento strutturale per rendere il sistema fiscale più efficiente e ha suggerito cinque azioni chiave.

Innanzitutto, occorre limitare le misure di definizione agevolata ai soli casi meritevoli, come i piccoli debiti di persone fisiche in comprovata difficoltà economiche, evitando condoni generalizzati che alimentano l’attesa di future sanatorie.

Parallelamente, è fondamentale potenziare la riscossione preventiva, sfruttando strumenti digitali avanzati e sistemi automatizzati per intercettare i crediti prima che diventino inesigibili. Inoltre, bisogna rafforzare i controlli incrociati tra l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e altre banche dati fiscali per individuare risorse utili al saldo dei debiti.

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti (ph web)

Un’altra azione prioritaria riguarda la semplificazione del contenzioso fiscale. È necessario accelerare le procedure di accertamento e riscossione, riducendo i tempi e il rischio di prescrizione, e introdurre piani di saldo e rateizzazione più flessibili, in modo da agevolare il pagamento senza imporre condizioni troppo rigide.

 

Occorre prevedere meccanismi di disincentivo per chi non paga, come l’esclusione dai benefici fiscali e incentivi pubblici per i contribuenti con debiti pendenti oltre una certa soglia e, al contrario, premiare chi rispetta le scadenze.

 

Infine, va effettuata una revisione periodica del magazzino fiscale per separare i crediti realmente recuperabili, da quelli ormai inesigibili, e cancellare dal bilancio quelli irrecuperabili, garantendo così maggiore trasparenza nei conti pubblici.

“Solo attraverso un intervento strutturale e coerente – ha concluso Desideri, segretario nazionale PPI – sarà possibile creare un sistema di riscossione più efficace, evitando il continuo ricorso a misure straordinarie che finora non hanno risolto il problema”.

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