Codice della Strada: più patenti ritirate, meno sicurezza

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Pensiero Popolare Italiano chiede più educazione stradale, infrastrutture sicure e controlli mirati, non solo sanzioni

Il nuovo Codice della Strada, entrato in vigore a dicembre dello scorso anno, ha introdotto misure più severe per contrastare le infrazioni e migliorare la sicurezza stradale. I primi dati del 2025 mostrano un forte aumento dei ritiri e delle sospensioni delle patenti di guida, ma l’impatto sulle dinamiche degli incidenti appare più contenuto di quanto previsto.

 

Impennata di ritiro patenti

Nei primi tre mesi del 2025 sono stati registrati oltre 16 mila provvedimenti di sospensione o revoca della patente, con un incremento del 54,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In molte città l’aumento è stato particolarmente significativo. A Roma si è passati da 300 a 530 ritiri (+77%), a Palermo da 85 a 267 (+214%), a Milano da 183 a 647 (+253%).

“Questi dati – commenta Fabio Desideri, segretario nazionale PPI – suggeriscono una disparità nei controlli. E’ necessario standardizzare l’applicazione delle sanzioni e intensificare i controlli, anche in province e città più piccole, per garantire una maggiore equità e coerenza nell’azione delle forze dell’ordine”.

 

Uso del cellulare alla guida: principale fattore di rischio

La sospensione immediata della patente alla prima violazione per uso del cellulare ha avuto un impatto significativo, con il 50% circa dei ritiri. Tuttavia, il nuovo Codice ha avuto un effetto marginale sulle abitudini di guida.

Ecco perché Pensiero Popolare Italiano è a favore di campagne di sensibilizzazione più incisive, insieme all’introduzione obbligatoria di dispositivi di sicurezza nelle auto che impediscano l’uso del cellulare alla guida, come già avviene in alcuni Paesi europei.

Cellulare alla guida: il nuovo Codice incide poco sulle abitudini degli automobilisti guida (ph web)

Incidenti stradali: calo limitato e disomogeneo

Nonostante il boom di ritiro delle patenti, la riduzione degli incidenti stradali è stata contenuta, con un calo del 5,1%, un dato inferiore a quello atteso. In alcune città si è registrato un aumento degli incidenti mortali (+3,4%), con un incremento dei decessi in alcune aree come Napoli.

Desideri ha aggiunto: “La sicurezza non può essere ottenuta solo attraverso il rafforzamento delle sanzioni. È fondamentale anche un miglioramento delle infrastrutture e l’adozione di sistemi di videosorveglianza nei punti più pericolosi”.

 

Alcolock: tra costi e polemiche

Anche l’obbligo dell’alcolock, per chi è stato condannato per guida in stato di ebbrezza, ha sollevato polemiche, soprattutto per i costi di installazione e le modalità di gestione. Il sistema impedisce l’accensione del motore  se il tasso alcolemico del conducente supera i limiti consentiti. Tuttavia, l’installazione, a carico del conducente, ha un costo stimato di circa 2.000 euro, oltre alla spesa per boccagli monouso e la manutenzione. Federcarrozzieri contesta poi il sistema di installazione che, secondo l’organizzazione, sarebbe affidato a officine selezionate dai produttori, limitando così la concorrenza.

L’Italia segue il modello di Paesi come Francia, Austria e Svezia, dove questo strumento viene utilizzato in alternativa alla sospensione della patente. Tuttavia, mentre in altri Stati è parte di un percorso rieducativo per ridurre la recidiva, in Italia viene imposto senza particolari misure di accompagnamento. PPI propone la creazione di un fondo statale per coprire parte dei costi, insieme a una regolamentazione più trasparente nella selezione delle officine autorizzate per l’installazione.

Alcolock: polemiche sui costi di installazione e sulla gestione (ph web)

Dibattito politico e criticità normative

Il nuovo Codice ha acceso il dibattito politico, in particolare per le pene severe previste per chi risulta positivo a sostanze stupefacenti, anche se non è in stato di alterazione al momento del controllo. Fabio Desideri ha sottolineato: “Occorre rivedere alcune disposizioni. Queste norme, anche se finalizzate a contrastare il consumo di sostanze, rischiano di generare ingiustizie, con pene sproporzionate rispetto alla situazione concreta”.

 

Liti stradali e sicurezza pubblica

Nel 2024, l’Osservatorio Asaps ha registrato 183 aggressioni gravi per liti stradali, con 11 morti e 243 feriti. In 25 casi sono state usate pistole o coltelli. La regione con più episodi è stata la Campania (34), seguita da Lazio e Sicilia (23 ciascuna) e Lombardia (17). Il dato conferma che la violenza stradale è in crescita e richiede interventi non solo normativi, ma anche di prevenzione e controllo.

Il PPI suggerisce l’introduzione di corsi obbligatori di gestione della rabbia per chi è coinvolto in episodi di violenza stradale e l’inasprimento delle pene per le aggressioni in strada.

In definitiva. Nonostante le misure più severe, il nuovo Codice della Strada ha avuto un impatto limitato sulla riduzione degli incidenti, soprattutto quelli mortali. Pensiero Popolare Italiano ritiene che la sicurezza stradale non possa dipendere esclusivamente da misure repressive, ma necessiti di un approccio integrato che comprenda educazione, infrastrutture adeguate e controlli mirati per garantire un ambiente stradale più sicuro e giusto per tutti gli automobilisti.

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