Editoriale
Prof. Sebastiano Tafaro
Circa 40 milioni di oriundi Italiani vogliono ritornare in Italia: occorre chiedersi cosa è avvenuto di tanto sconvolgente. S’impone, infatti, una domanda: perché Paesi ricchissimi e meta di immigrazione ora registrano il desiderio di emigrazione in massa?
Si tratta di Paesi ricchi di risorse che hanno, in passato, reso ricchi migranti Italiani e altri. Senonché le loro risorse sono finite in mano alle multinazionali, per lo più americane. Inoltre l’America spesso concedeva prestiti in dollari. Negli anni ’70 la Central Reserve ha, unilateralmente, deciso di aumentare in misura esponenziale il valore del dollaro: di conseguenza Paesi indebitati poniamo per 100 si sono trovati ad essere indebitati per 1000 ed oltre, riducendosi alla povertà.
In aggiunta la Federal impose a tutti tassi d’interesse estremamente usurai e scannatori (contro di essi è spesso insorta, ma invano, la Chiesa). A ciò si aggiunse l’acquisizione delle materie prime da parte di società americane. Quando qualcuno tentò di svincolarsi da questo nodo scorsoio fu sanzionato e ridotto all’impotenza: ciò avvenne con Cuba, con il Chile 8reo di aver tentato una politica economica indipendente collegandosi con il Giappone e, in parte, con la Cina.
Faccio un esempio: il Venezuela. Dalle nostre terre la migrazione era copiosa e fruttuosa, perché il Paese era ricchissimo di materie prime e soprattutto di petrolio, però in mano a società americane. Quando Chavez nazionalizzò la produzione del petrolio gli Americani, che per mantenere la proprietà del petrolio in passato avevano fomentato la dittatura di Marcos Pérez Jiménez, imposero sanzioni umilianti e, approfittando del fatto che le raffinerie erano tutte negli USA, impedì al Venezuela la raffinazione, necessaria e preliminare alla vendita, riducendo il Venezuela alla fame. Come si esce da questa situazione: vi è un rimedio? La risposta è urgentissima anche in considerazione del fatto che il crescente ricorso alle IA è foriero di disoccupazione globale (Jerry Kaplan ha scritto un libro emblematico “Le persone non servono”).
Io non vedo rimedi se non il ricorso ad una UTOPIA. Partendo delle fonti romane che hanno affermato l’esistenza di ‘res communes omnium’ (beni comuni di tutti), ritengo si debba affermare l’esistenza del diritto, appartenente ad ogni uomo e alle comunità umane, sui beni necessari alla produzione ed alla sopravvivenza, sicché Stati e società commerciali siano costretti a destinare una considerevole parte dei beni in loro possesso a beneficio dei viventi! UTOPIA? sI, ma senza utopia la società si estingue!
Prof. Sebastiano Tafaro
foto diritto @storia