Pesaro celebra la Giornata Internazionale di Rom e Sinti (8 aprile)
Del 9 Aprile 2025 alle ore 14:28
“Oggi 8 aprile si celebra in tutto il mondo il Romanò Divés, la Giornata internazionale di Rom e Sinti.
La ricorrenza è stata istituita nel 1990 a Serock (Polonia), sede del IV Congresso mondiale dell’Unione Internazionale Rom (IRU) per ricordare il suo primo ritrovo universale che si tenne a Chelsfield, vicino a Londra, nell’aprile 1971.
In quell’occasione il nome ROM – che significa Uomo – fu scelto per indicare la nazione Romanì che comprende i popoli Manouches, Kalderash, Lovara, Romanìchéls, Vlax, Domari, Nawar, Làutari ecc.
Quel giorno si costituì la Romanì Union (la prima associazione mondiale dei Rom) e furono scelti l’inno e la bandiera della comunità.
Composto nella sua forma ufficiale dopo la fine della seconda guerra mondiale dal musicista Žarko Jovanović, l’inno ‘Gelem Gelem’ fu adattato ad una melodia tradizionale. Nel brano sono presenti riferimenti al Samudaripen, lo sterminio di Rom e Sinti perpetrato dai nazisti e operato dagli Schutzstaffel, la cosiddetta ‘Legione Nera’ (un’organizzazione paramilitare del Partito Nazionalsocialista Tedesco -NSDAP).
L’Olocausto Rom (quasi 3000 morti soltanto nel campo di Auschwitz- Birkenau, per un totale di 500mila morti durante il conflitto mondiale, senza che mai ne venisse fatta menzione nel Processo di Norimberga) si celebra il 2 agosto di ogni anno.
Nei lager la lettera Z era tatuata sulle braccia dei Rom e anche per questo la parola ‘zingaro’ (che indirettamente la evoca) può essere vissuta come una mancanza di rispetto (o un’offesa) dagli appartenenti alla comunità.
La bandiera internazionale è costituita da due strisce orizzontali (la superiore azzurra e l’inferiore verde) che rappresentano il cielo e la terra. Al centro vi figura una ruota raggiata rossa che indica il migrare dei Rom. La ruota è simile a quella presente sulla bandiera indiana, sebbene in quest’ultima rappresenti piuttosto un chakra che una ruota vera e propria.
La Romanì Union fu riconosciuta dall’ONU solo nel 1979.
Dopo avere utilizzato varie terminologie a partire dal 1970, il Consiglio d’Europa decise di adottare il termine generico Rom dal 2010 realizzando un glossario ad hoc.
Nel 2012 è stata adottata la ‘Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti’ ad opera dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce)”.
Con queste parole Musli Alievski (fondatore dell’associazione ‘Stay Human’ a Pesaro e rappresentante, per l’occasione, del popolo Rom in Italia) ha introdotto nella suggestiva Chiesa di SS. Annunziata, il concerto Interculturale “Sinfonia Romanì”, un evento musicale di profondo significato artistico e sociale, volto a celebrare la cultura romanì e a promuovere il dialogo tra i popoli: un’inedita fusione tra la tradizione classica dell’Orchestra ‘G. Rossini’ e la ricca eredità musicale romanì, in un viaggio sonoro che unisce eleganza sinfonica, ritmi incalzanti e melodie cariche di pathos.
L’iniziativa è stata organizzata da UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’Orchestra G. Rossini ed è stata inserita nel Meeting Mondiale delle Città Creative della Musica UNESCO.
Molto apprezzati i solisti Marco Bartolini al violino e Santino Spinelli (musicologo e artista di fama internazionale) alla fisarmonica, assieme all’Alexian Group. La direzione è stata affidata al Maestro Nicola Russo.
Particolarmente toccanti (almeno per me) l’inno ‘Gelem Gelem’ (‘suonato oggi in ogni parte del mondo’) e la preghiera Murdevèle (Padre Nostro in lingua romanì).
Si é poi assistito all’esecuzione di brani vocali (in lingua romanì) da parte di tre cantanti lirici: una svolta inconsueta nell’ambito dell’opera, da sempre dominata da lingue come italiano, francese e tedesco.
Paola Cecchini
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Last modified: Del 9 Aprile 2025 alle ore 18:11