Ci troviamo a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. Oltre al bellissimo Borghetto che da solo vale una visita (non per niente è stato inserito tra i Borghi più belli d’Italia), si può visitare il meraviglioso Parco Sigurtà. Si tratta di un vero e proprio gioiello incastonato nelle colline moreniche del Basso Garda, fra la Pianura Padana in provincia di Mantova a sud e il lago di Garda con le province di Brescia e Verona a nord.
La sua storia risale al 1407, quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intera proprietà che al tempo aveva una funzione puramente agricola.
Si parla, dunque, di una fattoria o, come riportato in antichi documenti, di un “brolo cinto de mura”: Vicino al brolo c’era anche un giardino: uno spazio piccolo e geometrico, adiacente alla casa principale, dedicato all’ozio dei nobili. È proprio da qui che ha origine il parco.
Vari sono stati i rimaneggiamenti nel tempo, dovuti anche a passaggi di proprietà tra nobili famiglie.
Nel brolo c’era, comunque, sempre lo spazio dedicato al giardino che, lentamente, iniziò ad ingrandirsi.
Bisogna fare un salto di oltre due secoli per arrivare al Conte Canonico Antonio Maffei che fece costruire una dimora più ampia, e che, soprattutto, richiese, nel 1699, di attingere acqua dal vicino fiume Mincio: questo diritto di irrigazione permise, in seguito, l’ampliamento del piccolo giardino preesistente.
A cavallo tra il XVIII ed il IX secolo, il Marchese Antonio Maffei, discendente del Canonico, uomo illuminato amante dell’arte, del bello e dei giardini, decise di dar vita ad un giardino romantico all’inglese. Ispirato ed influenzato dal poeta Ippolito Pindemonte, ospite dello zio, il Marchese vide nella sua proprietà la presenza di una tipica atmosfera romantica all’inglese: un genere caratterizzato dall’accostamento di elementi naturali e artificiali, dove la natura non è mai incolta, ed assume, a volte, apparentemente, un carattere selvaggio.
Cominciò, dunque, a prendere forma il futuro giardino di Valeggio sul Mincio, caratterizzato dal bosco in cui venne inserito un tempietto neo-gotico (oggi chiamato Eremo), un Castelletto del medesimo stile e la Grotta, un luogo “semplice, negletto e rustico” perfetto per la conversazione, la lettura e la musica.
“Sì Dilettosa Qui Scorre La Vita / Ch’io Qui Scrupolo Avrei Farmi Eremita”, componimento dei Ippolito Pindemonte, inserito nella sua raccolta “Poesie Originali” e riportato su di una pietra collocata nel bosco a lui dedicato, all’interno del Parco Giardino Sigurtà.
Il passaggio dei due imperatori
Alla morte del Marchese Antonio Maffei, l’intera proprietà passò alla figlia Anna, moglie del Conte Filippo Nuvoloni: iniziò, così, la stirpe della nuova famiglia.
Nel 1859, durante le battaglie di Solferino e San Martino, giunsero al Parco gli imperatori Francesco Giuseppe I d’Austria e, successivamente, Napoleone III di Francia.
Napoleone III pagò 45 franchi per ogni giornata di residenza, mentre Francesco Giuseppe, offrì 20 fiorini per la notte trascorsa.
Durante i primi del Novecento iniziò il lento declino del giardino: Laura e Francesca, figlie di Giuseppe Nuvoloni primogenito di Anna Maffei, divisero in due parti la superficie rovinando del tutto il complesso. Poco più tardi, negli anni Venti, fu venduto e cambiò, nuovamente, proprietà.
La nascita del parco-giardino
Negli anni Quaranta la famiglia Sigurtà acquistò la proprietà, scoprì di avere ancora il diritto di prelevare acqua dal fiume Mincio ed iniziò l’opera di riqualificazione del parco.
L’irrigazione trasformò l’intero podere e diede vita ad una lussureggiante vegetazione di una bellezza straordinaria. Vennero alla luce piante secolari e migliaia di preziosi bossi cresciuti nel sottobosco. Vennero ristrutturati l’Eremo ed anche il Castelletto e la Grotta. Il giardino crebbe nelle dimensioni raggiungendo quelle attuali di 60 ettari e negli anni Settanta venne aperto al pubblico.
I motivi di una visita
Molteplici i punti di interesse, impossibile elencarli tutti nel dettaglio.
Vi segnalo il labirinto, di più recente inaugurazione rispetto agli altri. Progettato da Giuseppe Sigurtà, ospita 1500 esemplari di Tasso su una superficie rettangolare di 2500 metri quadrati. Al centro sorge una torre, ispirata a quella del parco di Bois de Boulogne di Parigi.
Il cimitero dei cani è il luogo dove riposano i fedeli amici, pastore belga, pastore tedesco e barboncini, appartenuti alla famiglia Sigurtà. Nel laghetto è possibile vedere delle ninfee bianche a ricordo di questi animali.
Nel bosco, vicino al labirinto, sorge La Grotta Votiva. Denominata inizialmente Grotta di Gianna, fu fatta edificare da Antonio Maffei: qui, nell’ombra, nella frescura e nel silenzio del bosco i marchesi Maffei accoglievano gli amici più intimi con cui conversavano di filosofia, arte, poesia e amore. Nel 1942 la Grotta di Gianna diventò Grotta Votiva: dedicata alla Madonna di Lourdes da Carlo Sigurtà, in ricordo della madre che, come lui, era devota alla Vergine.
La Meridiana Orizzontale, orologio solare dedicato a Galileo Galilei e voluto dai nipoti di Carlo Sigurtà. La Meridiana è caratterizzata da un simbolo, un tracciato geometrico inciso elettronicamente sul quadrante. Gli elementi che lo costituiscono (una circonferenza, 64 iperboli, 32 punti e un cerchio), rappresentano in una visione simbolico-figurativa il “Sole sorgente di vita”.
Particolarmente suggestivi sono sicuramente I Giardini Acquatici nei quali si riflette il torrione del Castello e dove galleggiano le ninfee.
Altrettanto suggestivo è Il Viale delle Rose: ogni primavera sbocciano migliaia di selezionatissime rose in due varietà, Queen Elizabeth e Hybrid Polyantha & Floribunda.
Gli Alberi e le fioriture
Tantissimi sono gli alberi che popolano il Parco tra cui, la Grande Quercia. Passeggiando si incontrano anche gli aceri giapponesi e campestri, le lagerstroemie conosciute anche come mirto crespo, i tigli, l’albero di Giuda, e molti altri.
A seconda della stagione, poi, si possono ammirare le fioriture di tulipani, iris, rose, begonie, ninfee, girasoli, ortensie, giacinti, e tante altre meraviglie della natura.
Il vastissimo parco può essere visitato in vari modi: a piedi, in trenino, in bicicletta sono alcune delle possibilità.
A fine anni 80 Sigurtà vendette tutto a Bayer AG, un manager tedesco ci raccontava della trattativa con il marchese Sigurtà giunto sobriamente in elicottero, vendette la sua Azienda farmaceutica incluso il palazzo di viale Certosa a Milano, cominciarono allora le visite aziendali al Parco Sigurtà