La commissione europea si allinea ancora una volta all’Italia in tema di migranti e in particolare sulla discussa questione dei paesi considerati sicuri per i rimpatri. Secondo un documento visionato da Euractiv, giornale specializzato in questioni europee, la Commissione europea intenderebbe designare sette “Paesi terzi di origine sicuri” da cui le domande di asilo potrebbero essere esaminate con procedura accelerata e potenzialmente respinte. L’elenco include Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. I paesi indicati proprio dal nostro paese nel decreto migranti. Nell’elenco quindi figurerebbero anche Bangladesh ed Egitto, che invece i tribunali italiani avrebbero respinto nelle loro sentenze delle scorse settimane, che imponevano il ritorno in Italia di alcuni migranti spediti in Albania, che sarebbero dovuti invece essere rimpatriati proprio in quei due paese.
Si tratta quindi di una vittoria se cosi si può dire della linea del governo Meloni, che sembra diventare sempre piu quella che vuole adottare anche l’Unione europea, con buona pace di opposizione e giudici italiani. I richiedenti asilo che arrivano nell’UE dai sette Paesi, indicati dalla commissione potrebbero vedere le loro domande respinte e potenzialmente ricevere un provvedimento di rimpatrio in base alle nuove norme dell’UE.
Si prevede che questa iniziativa sarà seguita da una revisione accelerata del concetto di Paese terzo sicuro nel diritto dell’UE, di cui Euractiv ha parlato per la prima volta a febbraio. Il concetto di Paese terzo sicuro consente ai richiedenti asilo di essere trasferiti in un Paese in cui possono trovare protezione, invece di rimanere nel Paese in cui hanno presentato domanda. L’elenco sarà incluso come emendamento al regolamento UE sulla procedura di asilo, parte del patto migratorio adottato lo scorso anno. La sua attuazione è prevista per il 2026.
L’elenco definitivo dovrebbe essere pubblicato entro giugno, secondo quanto appreso da Euractiv. Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato martedì di non voler commentare le fughe di notizie. A marzo, la Commissione ha proposto nuove norme vincolanti sui rimpatri dei migranti, che i paesi dell’UE e gli eurodeputati stanno ora discutendo.
Promessa da Ursula von der Leyen entro giugno, la lista segue la direttiva sui rimpatri varata a marzo dalla stessa Commissione europea. L’obiettivo, in particolare, è quello di rafforzare il concetto di Paese d’origine sicuro dando linee guida uniformi ai 27 Paesi membri per sostenere soluzioni innovative come il modello Italia-Albania e la possibile creazione di hub dedicati alla gestione dei rimpatri. Il testo, adesso, dovrà ora essere valutato ed analizzato nel dettaglio dagli stessi Paesi membri per essere poi approvato. Lo ha confermato anche il portavoce per le Migrazioni dell’esecutivo Ue, Markus Lammert, durante un briefing con la stampa tenutosi in queste ore a Bruxelles. Lammert ha detto però di “non voler commentare” le anticipazioni sulla lista pubblicate da alcuni media e non smentite, e nemmeno fare riferimenti sulla tempistica, che comunque dovrebbe coincidere con un periodo prossimo, entro la fine di giugno. Il portavoce ha precisato che ci sono due concetti diversi, che non vanno confusi: quello di Paese d’origine sicuro e quello di Paese terzo sicuro. Entrambi i concetti, ha riferito, sono definiti nel regolamento sulle procedure d’asilo, quindi “fanno già parte del diritto Ue”. In particolare, il primo, il Paese d’origine sicuro, riguarda l’accelerazione dell’esame delle domande d’asilo da un Paese che può essere considerato sicuro. Provenendo da un Paese a priori considerato sicuro, il richiedente asilo in questione non vedrebbe accolta la sua richiesta. Altra questione è il concetto di Paese terzo sicuro. In questo caso non si parla del Paese di origine del richiedente asilo, bensì di un Paese terzo, in cui “il richiedente asilo potrebbe chiedere e ottenere una protezione effettiva”. La lista che l’Ue adotterà riguarderà dunque il primo ambito, quello dei Paesi di origine sicuri, e non è collegata al regolamento rimpatri presentato, invece, il mese scorso a Strasburgo.
«Sarebbe un vero e proprio cortocircuito per le sinistre e le toghe politicizzate impegnate in questi mesi a smantellare le politiche migratorie del governo facendosi scudo con il diritto europeo. Contesteranno anche la lista dell’Ue per non convalidare i trattenimenti dei migranti in Albania?», si chiede la responsabile Immigrazione Fdi Sara Kelany. Nei mesi scorsi il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen l’aveva promesso: «Entro giugno faremo una lista comune di Paesi con i quali applicare la nuova direttiva sui rimpatri varata a marzo dalla Commissione europea». Il concetto di «Paese d’origine sicuro» varrà per tutti e 27 i Paesi membri e darà linee guida uniformi per sostenere soluzioni «innovative».