Pensiero Popolare Italiano in corsa alle amministrative di Milano: urbanistica al centro

Lombardia

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Il movimento punta su trasparenza, sostenibilità e partecipazione nei processi decisionali e nella gestione urbanistica della città

Dopo la recente partecipazione alle elezioni comunali di Genova, Pensiero Popolare Italiano (PPI) sarà presente anche alle prossime amministrative di Milano con una propria proposta politica. A renderlo noto è Fabio Desideri, segretario politico nazionale del movimento. “Abbiamo già affrontato la questione milanese e, dunque, ci presentiamo alle amministrative per seguire più da vicino l’affaire urbanistico del capoluogo lombardo, analizzare le dinamiche in gioco e proporre soluzioni concrete”.

Il movimento, che si propone come espressione della società civile, punta a inserirsi nel dibattito politico locale rivendicando il modello adottato a Genova, ovvero la costruzione di un’alleanza ampia e plurale, ancorata a valori e programmi concreti che mettano al centro la persona, la famiglia, l’impresa e la dignità del lavoro. “Ogni coalizione, che voglia essere realmente competitiva, deve aprirsi alla partecipazione della società civile e di movimenti come il nostro, lontani dalle logiche politiche tradizionali e fondati su una visione politica concreta, incentrata sul valore della comunità” ha affermato Desideri.

Tra i punti centrali di PPI la questione urbanistica (ph PXL)

Le critiche al decreto “Salva Milano”

Uno dei temi centrali per PPI sarà la questione urbanistica, che continua a dominare il dibattito politico milanese, soprattutto dopo l’introduzione del Disegno di Legge, il cosiddetto “Salva Milano”. Il provvedimento, oggetto di forti critiche da parte di urbanisti e comitati civici, introduce deroghe significative alla normativa urbanistico ed edilizia, consentendo la costruzione di edifici anche oltre gli 80 metri d’altezza, la demolizione di fabbricati esistenti, con successive modifiche strutturali, e permette ai costruttori di sostituire l’obbligo di realizzare servizi pubblici, come parchi, scuole o infrastrutture, con un semplice pagamento economico.

Secondo Desideri, questi interventi normativi rischiano di consolidare un modello di trasformazione urbana che favorisce i grandi gruppi immobiliari e i fondi d’investimento, spesso a discapito delle esigenze sociali e ambientali dei cittadini. “Nei prossimi giorni torneremo sulla questione urbanistica milanese, di cui ci siamo già occupati, per rivolgere alcune domande al Sindaco Sala e alla politica lombarda”, ha dichiarato il segretario, facendo riferimento a un’inchiesta in più puntate già avviata dal movimento.

Tra le domande rivolte ai promotori del “Salva Milano”, i deputati Aldo Mattia (FdI), Gianpiero Zinzi (Lega), Piergiorgio Cortelazzo (FI) e Martina Semenzato (Noi Moderati), il PPI chiede se, al momento della presentazione della proposta di legge, fossero pienamente consapevoli delle normative edilizie vigenti, della sentenza del Consiglio di Stato n. 9415 del 2 novembre 2023 e delle possibili conseguenze giuridiche e urbanistiche derivanti da un’applicazione estensiva del provvedimento. In particolare, si solleva il dubbio che la nuova norma possa legittimare pratiche assimilabili al cosiddetto “rito ambrosiano”, una prassi informale che ha storicamente caratterizzato la gestione edilizia milanese e che ha spesso sfiorato i limiti della legalità.

Fabio Desideri, segretario nazionale PPI, “trasparenza amministrativa e ruolo attivo dei cittadini” (ph PPI)

Desideri: “Un modello di sviluppo urbano trasparente”

Milano, infatti, non è nuova a controversie nel settore delle costruzioni. Negli anni ’80, l’inchiesta “Duomo Connection” mise in luce rapporti opachi tra amministratori locali e organizzazioni mafiose, con accuse di corruzione mosse all’allora assessore all’Urbanistica Attilio Schemmari e al sindaco Paolo Pillitteri. Secondo il PPI, l’attuale scenario presenta le stesse analogie: una crescita edilizia accelerata, favorita dall’afflusso di capitali nazionali e internazionali, ma spesso priva di adeguate garanzie sul piano della trasparenza, della sostenibilità e di benefici reali per l’interesse pubblico.

“Il movimento intende dunque porre al centro della propria proposta politica una nuova idea di sviluppo urbano, fondata sulla trasparenza amministrativa, sul rispetto degli standard urbanistici e sulla tutela dell’interesse collettivo. L’obiettivo è restituire ai cittadini un ruolo attivo nei processi di trasformazione del territorio, evitando che decisioni importanti siano dettate esclusivamente da logiche speculative” ha concluso Desideri.

 

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